Quali sono le città italiane in cui si può godere della migliore salubrità dell’aria e quali, invece, quelle che possono reputarsi peggiori? Rispondere a questa domanda è senz’altro molto interessante, la qualità dell’aria è infatti un parametro fondamentale sulla base di cui valutare a che punto un determinato territorio può definirsi “green”.
Le polveri sottili e la loro pericolosità
Quando si parla di qualità dell’aria, ovviamente, il nemico designato sono le polveri sottili, le quali possono essere correlate a diverse tipologie di inquinamento, come ad esempio il riscaldamento domestico o le emissioni inquinanti dei veicoli.
Le polveri sottili sono delle particelle che, per via delle loro minuscole dimensioni, possono essere facilmente inalate, e questo rappresenta un grosso rischio per la salute: la scienza medica, purtroppo, ha dimostrato la correlazione tra inalazione di polveri sottili e sviluppo di patologie che purtroppo, nei casi più gravi, conducono alla morte.
Proprio per questo motivo la presenza di polveri sottili nell’atmosfera va essere ridotta al minimo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non a caso, ha previsto dei tetti massimi che non dovrebbero mai essere superati per garantire la dovuta sicurezza a chi vive un determinato territorio, inoltre nelle industrie e nei contesti in cui la produzione di polveri sottili è correlata ai normali processi operativi è indispensabile far ricorso a dispositivi specifici per eliminarne ogni traccia, si pensi ad esempio ad aspira trucioli e depolveratori proposti da aziende specializzate come Delfinvacuums.
Il dossier curato da Legambiente
Ma torniamo alla domanda di fondo: quali sono le città italiane più virtuose e quali quelle in cui l’aria è meno salubre? Si può rispondere con precisione a tale quesito considerando quanto emerso da uno specifico dossier pubblicato da Legambiente.
Lo studio, consultabile integralmente a questo link, propone una vera e propria graduatoria delle diverse città italiane, strutturata sulla base delle quantità di polveri sottili riscontrate nell’aria nel lasso temporale compreso tra il 2014 e il 2018.
Nello specifico, è stata rilevata la presenza nell’atmosfera di due diverse tipologie di polveri, Pm10 e Pm2,5, unitamente a quella di biossido di azoto NO2; le polveri Pm2,5 , è utile ricordarlo, sono quelle più pericolose, perché avendo dimensioni più piccole sono più facilmente inalabili.
Sassari la migliore, 5 città occupano l’ultimo posto
Legambiente ha espresso il proprio giudizio con un voto da 0 a 10 e la città con l’aria più salubre d’Italia è risultata essere Sassari, a cui è stato assegnato un più che convincente 9.
Al secondo posto c’è Macerata, con 8, mentre al terzo posto figurano, a pari merito, ben sette città alle quali è stato assegnato un 7, ovvero Enna, Campobasso, Catanzaro, Nuoro, Verbania, Grosseto e Viterbo.
Rovesciando la classifica e scoprendo dunque le città peggiori d’Italia per quel che riguarda tali parametri, ben 5 hanno conseguito il decisamente poco invidiabile voto 0, ovvero Torino, Roma, Palermo, Milano e Como.
Anche nelle città di Novara, Bologna, Trento e Monza la salubrità dell’aria è tutt’altro che un punto forte, dal momento che Legambiente vi ha assegnato il voto 1, appena sopra vi è Bergamo, il cui voto è stato 2.
C’è tanto da migliorare, e il traffico automobilistico è il nemico principale
A livello generale, Legambiente considera tutt’altro che positiva la situazione italiana per quel che riguarda la salubrità dell’aria, e in troppi casi purtroppo si è ben distanti dal rispettare i parametri imposti dall’OMS.
Quanto alla principale causa della presenza di polveri sottili nelle città italiane, l’ente non ha dubbi: il principale responsabile è il traffico automobilistico.