Il mercato dei pagamenti è in costante evoluzione, come è emerso nel corso della 19esima edizione dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments. Ci si rivolge sempre più spesso a strumenti alternativi rispetto al contante, e si punta su un uso più consistente di mezzi innovativi. L’osservatorio, a cura di Ipsos, Nomisma e Assofin con il contributo di CRIF, rileva come la crescita del commercio elettronico abbia l’effetto di elevare l’incidenza delle transazioni su Internet, che ormai corrispondono a più di un quinto di tutte le operazioni.
Gli effetti della pandemia
Un ruolo decisivo in questo senso è anche quello che è stato ricoperto dallo scoppio della pandemia lo scorso anno, a causa della quale il ricorso ai sistemi mobile e contactless si è sviluppato e velocizzato sempre di più. Ciò ha portato a un processo di innovazione spinto sulla transizione dal denaro contante ai mezzi digitali. I consumi sono calati, eppure in tutta Italia i pagamenti eseguiti con soluzioni alternative al contante sono aumentati di un punto percentuale e mezzo.
Le carte
Nel 2020 si è assistito a un uso consistente delle carte di debito, sulla scia di quanto avvenuto già in precedenza. Se è vero che la riduzione dei consumi è stata consistente, è altrettanto vero che fra il 2019 e il 2020 c’è stata una leggera crescita del numero di operazioni eseguite con carte di debito, pari a oltre l’1%. Anche l’esame degli importi totali delle transazioni conferma questa realtà, con una cifra che arriva quasi a 135 miliardi di euro. Certo è che un ruolo importante è stato assunto anche dal cashback di Stato. Per quel che concerne le carte di credito, invece, quelle attive in Italia lo scorso anno erano 15 milioni e 200mila, per un totale di circa 75 miliardi e 400 milioni di euro come valore delle transazioni compiute. In questo caso, il confronto fra il 2019 e il 2020 mette in risalto un dato in calo. Anche il valore medio delle transazioni è in discesa, ora pari a 65 euro. È stato calcolato che nel corso degli ultimi 15 anni gli importi medi sono diminuiti di ben il 35%.
La situazione delle carte prepagate e di quelle opzione/rateali
Lo scenario è positivo, invece, per le carte prepagate, che lo scorso anno sono aumentate di più del 10% rispetto al 2019. Insomma, la carta prepagata si dimostra uno strumento di successo, un punto di riferimento per gli acquisti effettuati su Internet, come già si era potuto notare negli anni passati. Anche il numero di operazioni è aumentato in maniera rilevante, con una crescita di quasi il 20%, per un flusso transato di più di 42 miliardi di euro, quasi il 17% in più rispetto al 2019. Nel frattempo, l’offerta di carte opzioni/rateali è in crescita: esse ormai rappresentano quasi il 50% del totale delle carte di credito attive. Usate soprattutto a saldo (avviene in oltre 4 casi su 5), si caratterizzano però per flussi più deboli da quando è esplosa la pandemia. Anche nel primo semestre di quest’anno non si è ancora riusciti a ritrovare i livelli precedenti al Covid.
Le conseguenze della contrazione dei consumi
I volumi rateizzati con carta mostrano ancora una volta un segnale negativo: fra il 2019 e il 2020 il calo è stato di quasi il 17%. In base a ciò che è stato fatto notare dall’Osservatorio, ciò dipende da una certa cautela rispetto alle propensioni di acquisto e alla volontà di sfruttare il credito, vista la ripresa ancora incerta. La contrazione dei consumi ha avuto un impatto notevole sul trend in discesa dei flussi movimentati, e ciò è vero a maggior ragione per i settori in cui i pagamenti con carta sono superiori alla media: basti pensare al turismo e ai viaggi, per esempio. C’è, invece, un segno positivo in relazione alla quantità di operazioni eseguite in totale: fra il primo semestre del 2019 e il primo semestre del 2021 la crescita è stata di oltre il 6%. Tutto questo testimonia come le carte vengono usate più spesso, anche per spese di minore entità.
Il mercato delle carte
Dall’osservatorio giunge anche un esame del livello di rischiosità che caratterizza il settore delle carte di credito: ebbene, in questo caso si nota un leggero calo del livello di sofferenza delle carte a saldo, mentre è più consistente la riduzione per le carte rateali. In effetti il rischio di credito è ritornato al centro dell’attenzione a causa della crisi sanitaria ed economica, con le famiglie e le imprese che hanno dovuto fare i conti con evidenti criticità. Queste in teoria avrebbero potuto innescare tensioni in relazione agli indicatori di rischio, i quali tuttavia hanno conservato posizioni contenute: merito della cassa integrazione e dei sussidi, ma anche delle moratorie private e pubbliche che sono state attivate e, più in generale, dei vari strumenti a supporto del reddito che sono stati previsti.
La domanda nel 2021
Nel primo semestre di quest’anno è aumentata di più del 20% la consapevolezza da parte degli utenti di carte della funzionalità contactless. In crescita anche l’uso, se è vero che fra tutti i possessori di carte contactless ben 7 su 10 si sono avvalsi di tale modalità di pagamento per almeno 3 volte al mese; è di 3.7 volte al mese la media di utilizzo. Inoltre, 1 possessore su 2 afferma che nel corso degli ultimi 9 mesi ha pagato con la carta contactless più di frequente rispetto a quanto non avesse fatto in precedenza.
Il contante viene usato sempre meno
Da un esame accurato delle modalità di impiego dei vari strumenti di pagamento per lo shopping si può notare una consistente contrazione dell’uso del contante, e in più il trend in corso sembra spingere verso una riduzione ancora più significativa. In confronto al 2020, il target dei cosiddetti cash lovers si è ridotto di più del 20%, anche se poi ci sono differenze importanti dal punto di vista geografico tra una regione e l’altra.