Pensate a un’auto, e al suo abitacolo, già solo 20 anni fa. Molti modelli, almeno i più comuni, proponevano ancora il classico lettore CD, altri, addirittura, il mangianastri, qualcosa che se ne parli oggi a un ragazzo nato proprio in quel periodo ti guarda come se gli stessi parlando in cinese. L’evoluzione della tecnologia in auto, grazie anche e soprattutto all’avvento degli smartphone, è quindi stata fulminea e, in pochi anni, ha trasformato l’aspetto degli abitacoli della quasi totalità delle auto oggi in commercio, dai segmenti più “popolari” a quelli più esclusivi.
Sì, ma come si è partiti? Dove si è arrivati? A questa e ad altra domande cerchiamo di rispondere analizzando come gli smartphone hanno repentinamente cambiato il modo di vivere l’automobile, e per farlo bisogna risalire al momento in cui la tecnologia capace di replicare uno smartphone sullo schermo di un’auto ha fatto capolino nel mondo delle quattro ruote.
Se prima il concetto di infotainment era quasi del tutto riferito a selezionare la musica preferita tramite Bluetooth o tramite una porta USB dove caricare la “chiavetta” con i brani preferiti, i famosi .MP3, o ancora consultare le mappe del navigatore per affrontare un viaggio, oggi il modo di fare “infotainment”, o intrattenimento digitale, è del tutto diverso; il fenomeno che ha portato la tecnologia a prendere il sopravvento sulla vita degli automobilisti è da ricercare, in primis, sul pesante impatto che gli smartphone hanno avuto sulla vita della stragrande maggioranza della popolazione del mondo occidentale.
Proprio il Mirror Screen, concetto che ha poi permesso di sviluppare protocolli come il MirrorLink, Apple CarPlay e Android Auto, è nato quando le case costruttrici hanno capito che il mondo stava cambiando e che avrebbero reso più a loro agio i loro clienti se avessero trovato il modo, il più semplice possibile, di portare lo smartphone in auto, nel senso di poterlo in qualche maniera replicare su schermi che stavano pian piano aumentando di dimensioni e diventando sempre più protagonisti della vita a bordo di un’automobile.
Mirror, che in inglese significa specchio, significa appunto dare la possibilità di “replicare” l’immagine, o lo schermo, del proprio device direttamente sull’interfaccia digitale, così da permettere, ad esempio, di impostare la navigazione…senza avere bisogno di un navigatore installato in auto, o di poter più semplicemente avere accesso alla musica già salvata sul proprio smartphone, di ascoltare i podcast mentre si va a lavoro così come accedere alle mail, alla rubrica o ricevere i messaggi WhatsApp dai propri amici senza bisogno di toccare lo smartphone.
Proprio qui si gioca l’evoluzione dell’uso dello smartphone in auto, in un certo senso dimenticarsi della sua esistenza ma sapere che tutto quello di cui avremo bisogno sarà semplicemente lì davanti ai nostri occhi, esattamente come quando non siamo seduti sul sedile e ci troviamo un volante tra le mani. Prima serviva un cavetto, quello con cui abitualmente carichiamo il telefono a casa, ora molte case stanno proponendo, spesso già dai segmenti inferiore, una tecnologia di tipo Wireless, dove il cavo non è neanche più necessario. Il Mirroring o Mirror Screen, quindi, ha decisamente cambiato la vita in auto anche perchè a permesso a chi possiede un’auto più vecchia di potersi evolvere e di conseguenza di migliorare nettamente l’esperienza a bordo, spendendo poche decine di euro per adeguare la tecnologia.
Qui entrano in scena Apple CarPlay (a partire dal 2011 solo sui modelli premium) e Android Auto (dal 2015), che sono imposti in breve tempo come protagonisti assoluti nei listini delle case automobilistiche, tanto che ormai è quasi scontato vederli proposti di serie su vetture utilitarie, non solo premium. Una scelta che ha poi portato alcuni player del settore, ad esempio, a rinunciare all’utilizzo dei classici navigatori, proprio perché non se ne sentiva più il bisogno. Col cavetto si fa tutto, piuttosto meglio installare un supporto per reggere lo smartphone, come fanno oggi alcune utilitarie nonché le auto più vendute del nostro paese, come la Fiat Panda, che nel frattempo si è evoluta montando un touch screen da 7”, o la Dacia Sandero, l’auto che fa del suo rapporto qualità/prezzo il suo punto di forza.
Oggi quasi tutti posseggono uno smartphone che utilizza un sistema operativo iOS o Android, ecco perchè cogliendo l’antifona le case hanno inserito nei propri software questo tipo di tecnologia, così da rendere molto più facile l’interfaccia utente. Il MirrorLink, invece, replica semplicemente le icone dello smartphone sullo schermo dell’auto, cosa che Apple Carplay e Android Auto non consentono (ad esempio sognatevi di poter sfogliare i post di Instagram durante la guida, ovviamente per ragioni di sicurezza, solo le app compatibili con la guida vengono visualizzate).
In conclusione, oggi lo smartphone è diventato l’attore principale della vita in auto. La tecnologia è intervenuta in tal senso, tanto che con l’avvento delle auto elettriche, per molti versi simili per modalità di utilizzo a un telefono portatile (con tanto di ricarica notturna), sembra quasi che allo smartphone siano direttamente spuntate le ruote. Auto e smartphone, smartphone e auto: il futuro li accomunerà sempre di più, questo è certo.
Per chi fosse ancora alle prime armi, basta informarsi su quelle che sono oggi le novità del settore automobilistico per capire quanto queste parole siano in realtà già ben messe in pratica.