E(li's)booksCuore di Beppe Salvia

Interno poesia ci regala "Cuore", nella nuda e «difficile semplicità».

Il libro

Poeta talentuoso e imprevedibile, poeta cult di una nuova generazione, meteora brillante e maestosa assurta come stella ai cieli celesti che tanto amava, Beppe Salvia, nato a Potenza (1954) e scomparso a Roma precocemente come chi è caro agli dei (1985), è il poeta di “Cuore”, uno dei libri più intensi della giovane poesia italiana degli anni Ottanta. Pubblicato postumo nel 1987 con premessa di Arnaldo Colasanti con il titolo di “Cuore (cieli celesti)”, fu oggetto di un riconoscimento unanime non solo tra gli amici poeti con cui aveva condiviso i suoi più fecondi anni di vita culturale, ma anche tra i maestri, da Dario Bellezza e Vincenzo Consolo ad Andrea Zanzotto, che vedeva in “Cuore” «una luce di giovinezza e di alba e nello stesso tempo qualcosa di terribilmente teso verso lontananze imprendibili». È una poesia che cerca di risillabare il mondo, con la semplicità di visioni che vanno al cuore delle cose, ma che contemporaneamente sperimenta un lessico arduo e lontano, e un «lavoro di devastazione metrica», come lo definiva lui stesso, portato al cuore della poesia contemporanea. La collana «Interno Novecento» ripropone “Cuore”, nella nuda e «difficile semplicità» del titolo originario, rispettando in ogni parte l’indice e i testi dattiloscritti compresi nelle carte autografe cedute dal fratello Rocco alla Biblioteca nazionale centrale di Roma.

La mia lettura

Voglio esordire subito con una confessione: ho trovato i versi di Beppe Salvia spesso ermetici e complessi. Poesie raffinatissime con intrecci di emozioni e sentimenti che, volendo usare una terminologia del pugilato,  colpiscono come un “uppercut” e non concedono scampo al lettore.

Leggere i versi uno di seguito all’altro è il modo migliore per cogliere gli alti e bassi e le sfumature differenti, ci si può crogiolare in una semplice e dolce malinconia:

“Adesso io ho una nuova casa, bella

anche adesso che non v’ho messo mano

ancora. Tutta grigia e malandata,

con tutte le finestre rotte, i vetri

infranti, il legno fradicio. Ma bella

per il sole che prende ed il terrazzo

ch’è ancora tutto ingombro di ferraglia,

e perché da qui si può vedere quasi

tutta la città. E la sera al tramonto

sembra una battaglia lontana la città.

Io amo la mia casa perché è bella

e silenziosa e forte. Sembra d’aver

qui nella casa un’altra casa, d’ombra,

e nella vita un’altra vita, eterna…”

O abbandonarsi al cuore che batte quando ci si immedesima e si vedono chiare le sue ombre, quei demoni che lo hanno persuaso e non voler continuare la sua giovane vita.

“I miei malanni si sono acquietati,

e ho trovato un lavoro. Sono meno

ansioso e più bello, e ho fortuna.

È primavera ormai e passo il tempo

libero a girare per strada. Guardo

chi non conobbe il dolore e ricordo

i giorni perduti. Perdo il mio tempo

con gli amici e soffro ancora un poco

per la mia solitudine.

Ora ho tempo per leggere per scrivere

e forse faccio un viaggio, e forse no.

Sono felice e triste. Sono distratto

e vagando m’accorgo di che è perduto”

Ma …

“Quando un mestiere – un lavoro vero – l’aveva ottenu­to, si era subito dipinto come incapace di rinunciare a quell’azzardo rappresentato dalla vuotezza funambo­lica e rischiosa della vita di prima, e l’aveva riabbracciata.”

La tristezza è lo sfondo principale, la sua confusione, il disorientamento, non sfuggono, viene da urlargli “coraggio!” E fa troppo male l’idea che non abbia trovato riparo alcuno questo cuore se non oggi tra le nostre mani che custodiscono i suoi versi preziosi e non è tardi per ricordarli ancora e ancora.

“Pensando al titolo, passibile di un sospetto di com­promissione con il patetismo di De Amicis, Zanzotto lo definiva «volutamente provocatorio, in un certo senso».

Cita la curatrice Sabrina Stroppa nella presentazione del volume (molto approfondita), “la vita è sogno” sembra volerci di dire verso dopo verso Beppe Salvia.

Sono un diapason che ti fanno vibrare senza sosta queste poesie, arrivi all’ultima con la stanchezza di chi ha scalato un monte e comunque ricominceresti. Bellissime.

Cuore di Beppe Salvia

Sabrina Stroppa (Curatrice)

Interno Poesia Editore, 2021 € 12,00