Si chiama “Cochlear Osia” ed è il nome dell’ultima teconologia per il trattamento chirurgico della sordità. Si tratta di un dispositivo dotato di una parte interna che viene impiantata chirurgicamente composta da un sistema di ancoraggio in titanio, un magnete, dei circuiti ed un sistema di trasduzione piezoelettrico, che si associa ad una componente magnetica esterna, a forma di bottone sottile, che contiene microfoni e batteria ricaricabile, che si posiziona al di sotto dei capelli, interfacciabile con gli smartphone. Il dispositivo è destinato prevalentemente ai pazienti affetti da sordità complete monolaterali e consente di riprendere a sentire i suoni e le parole provenienti dal lato leso, oltre che a riuscire a localizzare nuovamente la posizione della fonte sonora ambientale, ovvero le due principali difficoltà del paziente affetto da questo tipo di sordità.
Pochi giorni fa a Melfi, in Basilicata, è stato effettuato il primo trattamento chirurico in Italia su un adulto con sordità monolaterale. Non sfugge certamente la portata rivoluzionaria dell’evento, che prende ancora più forma se si considerano storia e geografia. Ancora una volta la sanità pubblica, del sud, dimostra non solo di avere meriti e competenze ma di saper guardare con coraggio al futuro investendo convintamente nell’innovazione tecnologica di ultima generazione. Ma non è solo la tecnica la protagonosta di questa storia di successo che apre una nuova frontiera. L’intervento è stato eseguito dal dottor Italo Cantore, incluso tra i 50 specialisti d’Italia vincitori del premio Top Doctors Awards, dal dottor Giuseppe De Cunto e dagli specialisti otorino dell’AOR lucana “San Carlo”, in equipe con l’anestesista dottor Felice Severino, l’anestesista Romina Anguilano, l’infermiera strumentista Giuseppina D’Elia. Nomi e storie di professionisti che è bene ribadire e raccontare con maggiore forza, perché la sola tecnologia non può nulla se non incontra il telento e le indiscusse capacità di medici e operatori sanitari. Una ennesima dimostrazione della qualità del nostro sistema sanitario nazionale, troppe volte raccontato male e che, come nelle ore più drammatiche della pandemia, ha dimostrato di essere all’altezza delle sfide.
Si tratta della prima seduta operatoria di un ambizioso progetto inter-regionale, fanno sapere dall’AOR lucana, sulla chirurgia della sordità attraverso il neoistituito protocollo di collaborazione sulla chirurgia della sordità tra l’AOR “San Carlo” e la struttura di Otorinolaringoiatria della “ASL Roma 1” diretta dal prof. Paolo Ruscito, che si aggiunge alle pregresse collaborazioni con i centri del Santobono di Napoli, l’Universitá Cattolica e la New York University. Cooperazioni queste di grande importanza anche alla luce della neonata facoltà di Medicina in Basilicata, per poter garantire le più recenti soluzioni terapeutiche ai cittadini lucani e delle regioni limitrofe.