I Laboratori di Onde Alte sono vicino ai giovani per aiutarli ad affrontare le sfide del futuro nell’ambito del lavoro, senza dimenticare di cogliere le opportunità di questo momento di transizione. A seguito del profondo cambiamento avvenuto nel XXI secolo sono diverse le professioni che saranno sostituire dall’evoluzione tecnologica, senza tralasciare le nuove figure professionali dovute ai cambiamenti del contesto sociale ed economico. «Secondo il World Economic Forum 2020 circa il 40% dei lavoratori dovranno impegnarsi in reskilling o upskilling, implementando un nuovo approccio alla crescita personale e una nuova prospettiva, in grado di affrontare sfide e problemi in ottica interdisciplinare». Onde Alte, grazie all’Istituto Duni-Levi di Matera, ha organizzato una serie di laboratori in tre giornate rivolti a studenti e studentesse delle scuole superiori della Basilicata, durante i quali i giovani hanno vissuto l’occasione di immergersi in una panoramica sui cambiamenti in atto nella società: crisi climatica, aumento della vita media, globalizzazione, evoluzione scientifica e tecnologica. Sono tutti fattori che incidono in modo decisivo sul mondo del lavoro, sulle nuove professioni e su quelle che non esisteranno più.
Il futuro economico e sociale
È importante affrontare il futuro non solo in modo “smart” ma anche con saggezza, per questo la sostenibilità e l’innovazione sociale dovrebbero costituire i due pilastri fondamentali di un rinnovato approccio alle professioni. Ed è proprio in questo scenario così articolato che si inserisce Onde Alte, società benefit e B Corp, da sempre attiva nello sviluppo e implementazione di progetti che abbiano impatti benefici su comunità, ambiente e imprese. È fondamentale l’impegno di Onde Alte nei confronti dei più giovani, protagonisti di un periodo storico dall’innegabile complessità, colmo di sfide difficili ma al contempo di grandi opportunità. Con Massimiliano Ventimiglia, CEO e Founder di Onde Alte, vogliamo comprendere le diverse figure professionali richieste dalla società e dall’economia.
Nel futuro dei giovani in che modo è prioritaria la conoscenza del digitale?
«Non esiste un mondo senza il digitale e non ci riferiamo soltanto alla conoscenza dei social media, che ricoprono un ruolo fondamentale nella vita delle nuove generazioni, sia nel privato sia dal punto di vista accademico e professionale. Parliamo di digitale nel senso più profondo e ampio del termine: alle nuove tecnologie, ai nuovi modelli di business, alle relazioni e ancora alla globalizzazione, dei mercati e della società, alle nuove modalità di lavoro, che assume sempre più spesso connotati ibridi per adattarsi alle esigenze di imprese e persone. Tutte queste evoluzioni viaggiano a una velocità sempre più elevata alla quale bisogna, volenti o nolenti, adattarsi per stare al passo con il futuro. Questo significa che per tutti, e in particolare per i più giovani, sarà necessario inserirsi in una dinamica di formazione continua, capace di andare oltre gli schemi tradizionali di educazione, per facilitare l’aggiornamento in un mondo che evolve rapidamente e che non aspetta nessuno. Questo nuovo sistema richiede non solo a ragazzi e ragazze, ma all’intera comunità scolastica, un approccio aperto, flessibile, senza ostacoli tradizionalisti, ma in cui prevalga una contaminazione delle idee e delle discipline degna del futuro di innovazione che si prospetta».
La nuova frontiera economica come potrà essere più umana?
«Prima di tutto dobbiamo riconoscere che i parametri su cui tradizionalmente ci siamo basati per le valutazioni delle attività economiche non sono più accettabili. Ogni giorno abbiamo davanti agli occhi nuove evidenze del fatto che è necessario ripensarli e non possiamo ignorare questi segnali. Penso sia fondamentale, quindi, fissare dei parametri di benessere, sostenibilità e impatto positivo più rilevanti, non solo in termini formali ma anche di sostanza. Un impegno concreto e condiviso che stia alla base delle attività economiche. Questo necessita di un lavoro più profondo: è importante che si formi una generazione di investitori e operatori della finanza orientati verso un migliore impatto socio-ambientale e, contemporaneamente, serve un cambio di mentalità anche da parte dei consumatori, che dovrebbero impegnarsi nel compiere scelte ragionate e sostenibili, privilegiando progetti e iniziative dal valore sociale importante. Si tratta, anche in questo caso, di un lavoro di formazione e diffusione della cultura dell’impatto prima di tutto tra i giovani, che saranno al timone delle scelte future. Ma non possiamo lasciare che l’onere di lottare per un mondo più sostenibile ricada solo sulle nuove generazioni: dovrebbe essere una direzione condivisa da tutti. Come Onde Alte cerchiamo di contribuire a questo processo, impegnandoci nella realizzazione di progetti e iniziative che abbiano un impatto positivo e benefico sulla società così come sull’ambiente, e promuovendo una più ampia cultura su questi temi».
Qual è il ruolo specifico di Onde Alte?
«Onde Alte è un laboratorio multidisciplinare di innovazione sociale che offre servizi di consulenza, formazione e open innovation alle aziende e al sistema educativo; si pone l’obiettivo di alzare il livello di consapevolezza e di azione verso le tematiche sociali della cittadinanza attiva, del valore condiviso e del bene comune. Lavorare sui leader di oggi e di domani è il nostro impegno quotidiano perché siamo convinti del fatto che orientare, informare e aumentare la consapevolezza sull’impatto che ciascuno di noi esercita nel mondo siano passaggi fondamentali. Onde Alte vuole essere un attore generativo di quella che viene chiamata l’economia umana. Un’economia che mette al centro i principi del rispetto e dell’attenzione al bene comune, senza dimenticare di misurarsi con framework che tengono in armonia il profitto, le persone e il pianeta. Per questo lavoriamo ogni giorno con l’obiettivo di diffondere una visione bio ed eco-centrica in opposizione alla visione più classica e insidiosa dell’antropocentrico, per promuovere un sistema che guardi agli esseri viventi in generale e alla natura nel suo complesso con rispetto e senso di appartenenza».
Francesco Fravolini