Appena arrivato in libreria, ho letto per voi Lampreht dello scrittore sloveno Kazimir Kolar
Il libro
In questo libro in cui l’inizio è la fine e la fine è l’inizio il protagonista, Kazmir Lampreht detto Mirko, si racconta in quattro tempi, procedendo a ritroso e come percorrendo una spirale. Le quattro parti, ciascuna caratterizzata da uno stile e un ritmo narrativo suo proprio, dipingono le parentesi lavorative ed emotive di un giovane ventottenne affetto da psicosi. Quella di Kazimir è infatti una voce narrante che si spezza, s’inarca, divaga, spaura e lui è uno che si perde e si ritrova, ma non rinuncia mai a confessarsi. Anche quando i contorni del tutto ciclicamente sfumano senza rimedio, Kazimir, attraverso l’atto del raccontare, è capace di restituirci una fenomenologia della coscienza scissa – per quanto sincopata e a tratti comica – e ci spinge a questionare il mondo cognitivo e percettivo dei non diversamente sensibili
La mia lettura
Uno e quattro insieme, Kazimir Lampreht, Mirko, si presenta al lettore con quattro voci differenti:
Io
Gli altri
Il mondo
Lo Spirito
Come trovate scritto nella sinossi, l’autore, Kazimir Kolar, utilizza un registro differente come se ognuna delle quattro narrazioni avesse un protagonista diverso, in realtà è una maniera efficace di raccontare la mancanza di un sé capace di contenere i pensieri circa la propria esistenza.
L’asse cronologico della vita di Mirko è confuso, gli episodi della sua esistenza sono continuamente messi in discussione da cambiamenti che la sua mente psicotica non percepisce come propri, ecco dunque che ricostruiamo una identità familiare delirante, l’unica che sembra assicurare una sorta di continuità identitaria.
Che siamo in compagnia di uno psicotico lo capiamo dalla prima pagina:
“ Malgrado il tirocinio di tre mesi. Velocità, velocità supersonica. Il panico. Preparazione della donna al taglio cesareo, situazioni d’emergenza. Vasi anteriori. Monitoraggio del sanguinamento. Atonia dell’utero, distacco della placenta. Totale, parziale, laterale. Controllo dell’addome. Sproporzione cefalo-pelvica. Ecogra a. Dove è trascritta? Tre ce ne devono stare. Il colorito della cute nell’area del fundus. Vasa previa. L’anello di Bandl. Applicazione dell’ago-cannula al dorso della mano. Venflon bianco, diametro 0,6 mm. Così l’infusione scorre.”
Ripercorre come in una sorta di sliding doors le fasi di un intervento, immagina l’epilogo senza in realtà ricordare cosa è avvenuto davvero, Mirko continua a dare forma ad esperienze traumatiche nel tentativo di auto-generarsi:
“Il giorno pareva giorno, l’ufficio un ufficio. Tutto si ripeteva. Stavo diventando depresso, componevo me stesso daccapo ogni giorno”.
Una narrazione autobiografica che collochiamo tra fantasia e realtà, Mirko si racconta a sé stesso, effettua diverse identificazioni, quattro appunto, ma leggendo queste diverse sfaccettature della sua personalità mi sono domandata se Kolar non abbia voluto scrivere un suo Uno nessuno e centomila, in fondo ogni giorno tutti noi siamo un po’ biografi di noi stessi, ci descriviamo a chi non ci conosce, peschiamo dalla nostra memoria fatti che ci rappresentano e li riviviamo per come sono stati davvero e arricchiti da una dose di fantasia, quella che serve a colmare i particolari dimenticati.
Una scrittura che trasmette il carico d’ansia e di precarietà emotiva del protagonista, un linguaggio diretto, talvolta crudo, efficace.
La solitudine e il senso di smarrimento mostrati fino in fondo, la disperazione messa a nudo con le molteplici sfumature della fragilità umana.
“Quando nessuno ti calcola più e sei solo, è la fine. Perciò inizio a convincermi che devo tenere duro. Che devo resistere. Stati inu obstati. Persistere e perdurare, come predicava il buon vecchio Trubar. Mi consolo ripetendomi che è sempre difficile all’inizio, poi le cose vanno meglio. Mi parte tutto un film. Immagino che un giorno avrò anche io il lavoro dei miei sogni, come quella veterinaria sul National Geographic. “
Lo consiglio a tutti gli appassionati “indagatori” dell’animo umano.
Lampreht di Kazimir Kolar
Traduzione di Lucia Gaja Scuteri
Wojtek editore
Pp 120 Brossura € 14,00