E(li's)booksIl Confine di Silvia Cossu. Anteprima

Posso reinventare ogni cosa di sana pianta ...

Da ieri in libreria questo bellissimo romanzo di Silvia Cossu, Il Confine. L’ho letto per voi in anteprima.

Il libro

Una scrittrice mette al servizio degli altri il proprio talento. Scrive biografie per personaggi caduti in malora che vogliono raccontare la propria esistenza sotto una luce diversa. «È vero che sfrutto la vanità altrui, ma il risultato produce un conforto duraturo: la vanità è il motore morale del nostro tempo, la sua etica privata.» Viene ingaggiata da un uomo al culmine dell’ascesa sociale e professionale, un luminare che ha rivoluzionato il mondo della psichiatria e che, a differenza dei soliti committenti, non le chiede di magnificare la storia della sua vita, quanto di raccontare la verità che l’attraversa. Il Confine è il corpo a corpo di una donna nell’ombra con un uomo di fama internazionale la cui figura, incontro dopo incontro, diventa sempre più inafferrabile; è la discesa in un mondo rarefatto e conturbante in cui le certezze si sgretolano; un disegno dove le identità e le fragilità si sovrappongono, quasi a sostituirsi. 

La mia lettura

Quando ho finito di leggere Il Confine di Silvia Cossu ho pensato di aver fatto un giro nell’ottavo cerchio dell’Inferno di Dante. Il protagonista, Mosco, come i personaggi del XXVI° canto della Commedia, usa la sua acutezza, il suo ingegno, per manipolare gli altri, un ingegno che non viene tenuto a freno da nessuna virtù e quindi finisce per varcare i confini del male.

Il Confine è un libro sul potere del linguaggio che suggestiona, su come la comunicazione agisce su di noi cambiando la nostra percezione della realtà, Silvia Cossu fa riferimenti espliciti alla cosiddetta Lezione della Scuola di Palo Alto, Mosco è un sofista, utilizza la suggestione indiretta per sedurre questa scrittrice, la donna a cui vuole affidare la sua storia:

Nei confronti di Mosco provo un misto di ammirazione e benessere – mentre parla il tempo si ferma, non c’è nulla che possa intromettersi a turbare il momento – ma questa specie di abbandono, appena la porta del suo appartamento si chiude e mi ritrovo per strada, svanisce per lasciare spazio a una diffidenza sottile. “

Mosco e la sua biografa ghostwriter ingaggiano, all’inizio della storia, una lotta che li vede sullo stesso piano a mio avviso. Lei è maestra della scrittura persuasiva:

Posso reinventare ogni cosa di sana pianta. Gesta campate in aria che nulla hanno a che vedere con la realtà, che svelano retroscena imprevisti, divertono, fanno riflettere. Posso rendere attraente il meschino, e fare in modo che sulla carta spenda tutti i soldi che non si è goduto e ha continuamente messo in conto a chi gli stava accanto. Posso liberarlo dal rimorso e trasformare una vita mediocre in una riuscita. Posso tutto questo. Sono in grado di farlo. E la menzogna non c’entra. È il significato ultimo che si vuole attribuire alle proprie azioni che resta, a prescindere da cosa ne pensino – o ne abbiano pensato – in vita gli altri. A prescindere dall’idea che si erano fatti. Riformulare ogni cosa perché questo è ciò che io sono, che di più profondo mi appartiene, anche se non ho potuto viverlo, e l’esistenza non mi ha messo in condizioni di farlo. Rivelare a una donna che la si è amata per cinquant’anni e non ci si è mai dichiarati. Confessare a un fratello che si è responsabili della sua rovina. Godersi la vendetta, e ristabilire l’equilibrio. Riabilitare chi si è diffamato per capriccio o noia, dichiarando il proprio pentimento. Posso fare tutto questo. Tutto ciò che è nei desideri di chi mi incarica.

Di lui sappiamo che

Certa è la paternità di intuizioni al limite del credibile, ormai entrate nel patrimonio di conoscenze diffuso, geniali nella loro incongruente efficacia, quanto nei proventi prodotti.

Due impostori in qualche modo anche se il braccio di ferro tra linguaggio persuasivo e scrittura persuasiva dura una manciata di pagine appena, a vincere è Mosco, alter ego del bugiardo per eccellenza, Mosco è Ulisse, è la personificazione della menzogna, come l’eroe omerico nulla di lui è limpido, persino la sua nascita è ammantata da mistero.

Mosco è irresistibilmente attratto dai pazzi, Ulisse ha “fatto il pazzo per non andare in guerra”, ecco che entrambi vivono una vita che li vede eccellere, il loro “multiforme ingegno” è tramandato e l’inganno per eccellenza a cui assistiamo è sicuramente quello ai danni della morte.

La scrittura di Silvia Cossu è magnifica, il grado di penetrazione nella psicologia dei sui personaggi è tale da trasmettere una carica emotiva non arginabile da chi legge, il “folle volo” di Mosco travolge tutti, vengono messi in atto stimoli che producono delle aspettative, entra in scena l’amore o quello che ci immaginiamo sia l’amore, entra in gioco la morale e ci si interroga su quali siano poi le cose che sono oggettivamente e universalmente condivisibili per definire un atto immorale.

Il Confine è una lunga seduta di psicanalisi, per leggere queste pagine io mi sono predisposta in una sorta di “sospensione dell’incredulità” che poi è il modo migliore per godersi al 100% un’opera d’arte.

Il Confine di Silvia Cossu

Neo editore

26 gennaio 2022