GovernDanceLa generazione della paura: meccanismo di controllo e leva sociale

Una umanità che non sta dimostrando di saper evolvere verso priorità cruciali come l'ambiente e la salute

da Wikimedia Commons

Generazione si riferisce alla creazione di qualcosa, per esempio ad un meccanismo o ad una causa,oppure ad una classe di persone nate nello stesso periodo. Se penso alla paura, quella che si trascina dalle torri che crollano nel 2001 alla crisi finanziaria 2007-9, alla piu’ attuale pandemia e oggi alla guerra in Ucraina, osservo come un’intera generazione o forse piu di una, sia cresciuta sentendo parlare di crisi, minacce terroristiche, scarsità, precarietà, incertezza. Tutti meccanismi che causano uno stato di ansia e di paura appunto, il miglior modo per tenere basse le aspettative esistenziali di chi ancora puo’ permettersi di sognare e di controllare vaste popolazioni impedendone lo sviluppo morale ed intellettuale. “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza.” Cosi’ diceva Giovanni Falcone nell’eservizio del suo servizio allo Stato, cosi viveva combinando nella sua quotidianità paura, coraggio, lealtà istituzionale e una continua interrogazione di se stesso che lo guidava con integrità e perseveranza verso i suoi obiettivi per una migliore collettività. Oggi, dopo la paura della malattia, di nuovo la paura della guerra. Ma ancor piu’ la desolazione per un’umanità che pare non riuscire mai ad evolvere veramente, oltrepassando i limiti inverecondi di un ego fallace ed ipertrofico che caratterizza spesso ogni genere di leadership: politica, manageriale, istituzionale, imprenditoriale. Ci meritiamo una Terra stanca, che mostra quanto siamo in ritardo sul clima e sull’inquinamento, che ci distrugge lentamente la speranza di un futuro sostenibile. Perdiamo tempo con le nostre povere beghe di potere e di dominio, intanto ci asfissiamo dentro, condannando i nostri figli a non osare nemmeno imparare il coraggio. Morire. E farlo dignitosamente. E’ forse l’ultima nuance di un’eredità univoca fra generazioni. Paolo Borsellino credeva in questa verità ed oggi non mi viene in mente nulla di diverso: “È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola.”

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