GovernDanceDa Trieste a Sun Tzu

Saper perdere è un lusso di pochi

Unsplash

Diceva Sun Tzu nel suo trattato sull’arte della guerra: “I guerrieri vittoriosi prima vincono e poi vanno in guerra, mentre i guerrieri sconfitti prima vanno in guerra e poi cercano di vincere”. E cosi si chiude anche una parentesi (triste e scomposta) della governance italiana, con l’assemblea di Generali e la riconferma del terzo mandato a Philippe Donnet, nonché la nomina della lista del cda uscente. Scelta convalidata dalle prassi internazionali ormai diffuse e da un processo trasparente ed incontestabilmente chiaro. In ogni lotta si pagano pegni che vanno ben al di là dei litiganti e la Compagnia triestina è stata divelta in questi mesi da perturbazioni emotive capillari che hanno distratto molte risorse dal dedicarsi al loro specifico impegno. Molti alla finestra fino a ieri, attendevano da che parte schierarsi, molti altri invece han lavorato a testa bassa in attesa che si compiesse il destino assembleare e si tornasse ad una maggiore serenità. A conti fatti grande consumo di soldi ed energie, per arrivare dove mesi fa già si era tracciata la via: il rinnovo di un Ceo e di un management team che hanno fatto i migliori risultati degli utlimi 190 anni. Stili diversi quelli dei due sfidanti, dove il vincitore ha atteso l’evoluzione naturale degli accadimenti e dei propri sforzi, mentre il perdente si è adoperato per trovare pezzi di azioni e voti qua e là , usando i media come arena folcloristica . Ci dobbiamo così tutti domandare come si possa evitare uno spettacolo siffatto nei mesi a venire; perché nessuno può andar veramente orgoglioso di ciò che si è consumato. Non la lista sconfitta, nè l’Italia assente o mal rappresentata dalle sue istituzioni silenti; non i media che son stati ,a volte, di parte e han fatto rumore anzichè informazione, nè, aihmé, i vincitori che si ritrovano attorniati spesso da scarsa lungimiranza e coerenza di alcuni dei loro azionisti che grazie ai dividendi intascati possono inficiare il buon lavoro svolto. È il paradosso dell’ego ignorante: pur di perseguire la propria prepotente pulsione, causa danno a chiunque, anche a se stesso. La governance non è solo questione di numeri e voti, ma anche di evoluzione spirituale e di senso di coloro che la praticano. Non distanziarsi sufficientemente dall’interesse materico e guardare più al lungo termine allo sviluppo di prosperità collettiva, significa far restare al palo un’azienda e un’intera nazione. Chi vivrà vedrà. Appunto. Chi vivrà.

X