Soldi del ministero all’hotel sequestrato dall’Antimafia

Soldi del ministero all’hotel sequestrato dall’Antimafia

Parco dei Principi è il nome dell’hotel di lusso posto sotto sequestro preventivo dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Dda. L’albergo, vincitore nel 2008 del premio Miglior hotel 5 stelle e del premio Miglior ospitalità 2010, si trova a Roccella Jonica, profonda Locride, provincia di Reggio Calabria. Mare cristallino e feudo di potenti cosche della ’ndrangheta, molte delle quali hanno messo robuste radici in Lombardia. Il valore stimato del bene è di 11 milioni di euro. È una vicenda che corre lungo l’asse Calabria-Lombardia-Svizzera. In Calabria l’investimento, ma la sede della società è in Lombardia, mentre in Svizzera risiede la fiduciaria sospettata di transazioni poco chiare con gli indagati. Tra i beni sequestrati c’è anche una Ferrari 599 Gtb Fiorano. Fin qui sembra una normale storia di mafia.

Invece la particolarità è che la struttura alberghiera è stata realizzata con finanziamenti pubblici, del ministero delle Attività produttive, ora ribattezzato dello Sviluppo economico. Infatti, una delle ipotesi che i magistrati contestano ai titolari, nel provvedimento di sequestro delle quote della società di gestione della struttura, è la truffa ai danni dello Stato. A questa ipotesi investigativa si aggiunge quella del riciclaggio con l’aggravante di avere agevolato la cosca Aquino-Coluccio della ’ndrangheta di Marina di Gioiosa Jonica, paese limitrofo a Roccella Jonica dove si trova l’hotel.

Nel provvedimento si legge che la società Coninvest srl – che dal ’98 ha sede a Vimercate – proprio nel 1998 ha presentato istanza di agevolazione per la partecipazione al Patto territoriale della Locride, un protocollo tra soggetti economici, sindacali e l’agenzia di sviluppo della Locride (la Locride Sviluppo s.p.a) per realizzare un complesso turistico alberghiero, appunto il Parco dei Principi.  Sei mesi dopo, il progetto della Coninvest è stato ritenuto ammissibile dalla Locride Sviluppo che ha finanziato il programma d’investimento complessivo di 4 milioni e 853 mila euro (oltre 9 miliardi di vecchie lire). E ha concesso un contributo a fondo perduto di quasi 4 milioni euro (pari a oltre 7 miliardi e 500 milioni di lire), «condizionando – scrive il gip usando le lire in vigore all’epoca in cui sono iniziati i fatti – l’erogazione dell’agevolazione all’apporto da parte dell’impresa beneficiaria di adeguati “mezzi propri” e, comunque, non inferiori a lire 3.325.000.000».

Una volta approvato il progetto, l’assemblea dei soci della Coninvest avrebbe «deliberato l’aumento del capitale sociale mediante l’apporto di mezzi propri per lire 3.325.000.000, ognuno in proporzione alla parte di capitale sociale posseduto, così come previsto dal decreto di concessione dell’agevolazione finanziaria». In altre parole, i soci della Coninvest potevano accedere al finanziamento soltanto se avessero dimostrato di avere un capitale proprio. «In data 29.01.1999, con Decreto Dirigenziale n. 982 del Servizio per la programmazione negoziata del ministero delle Attività produttive, è stato approvato l’intero Patto territoriale della Locride e quindi anche il progetto d’investimento della Coninvest srl, precedentemente ritenuto ammissibile dalla Banca nazionale del lavoro spa – soggetto convenzionato con il ministero per i finaziamenti dei progetti relativi al Patto territoriale della Locride – nella suddetta relazione del 27.11.1998. Pertanto, a fronte di oneri di spesa per complessivi  5.080.902,97 euro (pari a 9.398.000.000 di vecchie lire), è stato concesso alla Coninvest srl un contributo a fondo perduto di  3.888.440 euro (lire 7.529.000.000), da rendere disponibile in tre quote annuali secondo le condizioni indicate nel suddetto decreto».

Nel 2005 l’ultimo atto dell’iter del finanziamento. Il ministero nomina una commissione incaricata di verificare la corretta realizzazione del programma di investimento della Coninvest. I controlli effettuati hanno avuto esito positivo. E in virtù delle risultanze positive delle verifiche eseguite sia dalla Bnl che dalla commissione nominata dal ministero dello Sviluppo economico, nel 2007 Locride Sviluppo emana il provvedimento definitivo di concessione delle agevolazioni in favore della Coninvest, stabilendo un contributo pubblico finale di quasi 3 milioni e 888 mila euro e disponendo l’erogazione dell’ultima quota delle agevolazioni. È scritto nero su bianco nel provvedimento di sequestro. Secondo i magistrati, la Coninvest avrebbe prodotto documentazione, per dimostrare di avere «mezzi propri», che hanno indotto in errore i funzionari di Locride Sviluppo e della banca concessionaria Bnl. Secondo gli inquirenti, ci sarebbero elementi sufficienti per ipotizzare il reato di truffa ai danni dello Stato.

Ma non solo. Ai lavori di costruzione dell’albergo ha partecipato la ditta  Industria Lavorazione Marmi e Graniti di Aquino Salvatore, già oggetto di misure preventive patrimoniali poi annullate, che secondo i pm di Reggio Calabria rientrerebbe nella disponibilità della cosca Aquino. La ditta avrebbe emesso nei confronti della Coninvest alcune fatture relative alla fornitura e posa in opera di marmi. Documenti di spesa che sono stati rendicontati al ministero delle Attività produttive e  hanno giustificato, scrive ancora il gip,  «l’erogazione del contributo pubblico concesso alla suddetta Coninvest srl».