Fini perde FareFuturo e Urso punta a prendersi Fli

Fini perde FareFuturo e Urso punta a prendersi Fli

Prima la cacciata di Filippo Rossi e la chiusura del periodico online Farefuturoweb magazine. Poi la decisione – anticipata oggi dal Giornale – di sloggiare dalla sede di via del Seminario le riunioni politiche di Futuro e Libertà. A breve, l’ultimo strappo di Adolfo Urso: l’ex viceministro formalizzerà l’uscita di Gianfranco Fini dalla Fondazione Farefuturo. L’annuncio martedì prossimo, in occasione del Cda.

All’interno di Fli l’atmosfera è a dir poco tesa. Al punto che – così racconta un parlamentare che sta seguendo da vicino la vicenda – pochi giorni fa il segretario della Fondazione di Palazzo Serlupi Crescenzi avrebbe posto un ultimatum al presidente della Camera. Questo il senso: «Non possiamo più lavorare insieme. O ti prendi la struttura, oppure ti dimetti».

Di fronte all’aut aut, Fini avrebbe deciso di fare un passo indietro. E di lasciare la presidenza della Fondazione. L’annuncio dell’uscita di Fini potrebbe arrivare già la prossima settimana. Urso non avrebbe ancora deciso se la Fondazione continuerà a chiamarsi Farefuturo. In caso di modifiche, sarebbe pronto a depositare il nuovo nome dal notaio entro la fine di questa settimana. Per il resto, il think tank futurista rimarrà uguale. Identica struttura, stessa sede. Alle spalle, un gruppo di imprenditori pronti a finanziare la nuova creatura. A patto che Fini non abbia più alcun ruolo.

Nel progetto del leader delle colombe futuriste tornerebbe ad essere centrale la presenza di un periodico di riferimento. Segno evidente che dietro la chiusura della rivista web di Filippo Rossi non c’era solo un problema economico. A differenza di Ffweb magazine, quello del nuovo corso sarà un “vero” giornale. Sempre su internet, raccontano ancora i bene informati. Ma molto più attento all’attualità politica ed economica del Paese.

Resta un dubbio. Perché, non più tardi di ieri, Urso ha confermato in un’intervista ad Affaritaliani la sua decisione di rimanere nel partito, certo di una svolta moderata? «Infatti lui non vuole assolutamente lasciare Fli – spiega una fonte interna a Fli che preferisce restare anonima – vuole solo dimostrare che dentro il movimento sta vincendo la sua linea. E chissà, magari un giorno prendere il posto di Gianfranco Fini».

Un’ipotesi che al momento sembra francamente remota. Più probabile che di fronte all’inasprirsi del confronto interno, Urso esca dal partito. Magari con il pretesto della mancata convocazione del congresso. Atteso entro la fine dell’anno, ma sul cui reale svolgimento c’è chi nutre seri dubbi. Anche tra i parlamentari futuristi.

Una cosa è certa. Se il segretario di Farefuturo uscisse da Fli, si porterebbe dietro un seguito importante. Lo scontento nei confronti della linea dura di Italo Bocchino e Fabio Granata è evidente. Due settimane fa, dopo le ultime quattro defezioni, il gruppo al Senato si è dovuto sciogliere. Solo questa mattina, il gruppo della Camera ha perso l’ennesima parlamentare, la compagna dell’ex ministro Andrea Ronchi Giulia Cosenza (notizia che i vertici del partito ancora non confermano). «Tra i senatori, gli europarlamentari, amministratori locali e numerosi deputati, Urso potrebbe contare su almeno il 60 per cento del partito», confida il parlamentare che chiede di rimanere anonimo. Tra le adesioni – sempre stando all’indiscrezione – ci sarebbe anche quella del capogruppo Benedetto Della Vedova. Oltre a quella più scontata di Andrea Ronchi.

L’obiettivo è ambizioso. Attorno al nuovo contenitore di Adolfo Urso potrebbero riunirsi non solo i futuristi, ma anche diversi fuoriusciti (quelli confluiti nel gruppo dei Responsabili e di Coesione Nazionale) e persino qualche ex An rimasto fedele al Popolo delle Libertà. Il grande ostacolo si chiama Andrea Augello. Il sottosegretario alla Funzione Pubblica sta lavorando a un progetto simile. Un’associazione direttamente collegata al Pdl. Un pensatoio gestito da Silvano Moffa e Pasquale Viespoli (si dice che inizialmente Augello avesse pensato anche a Urso). Una grande iniziativa in grado di attirare parlamentari uniti dalla comune provenienza politica. «Anche all’interno di Fli – spiega il parlamentare – Augello è tenuto in grande considerazione. È uno che, politicamente, ci ha sempre visto molto lungo. Il suo unico svantaggio? In molti non hanno mai digerito la sua decisione di rimanere vicino al Cavaliere». 

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