Due giorni fa il sindaco uscente Letizia Moratti ha inaugurato a Milano, in via Fabrizio De André 9 (zona Abbiategrasso), un “centro socio ricreativo e culturale”, destinato a ospitare gli anziani, come si legge nel cartello. Accanto alla struttura, al civico 11, vi è un bocciodromo di proprietà del Comune di Milano, il cui tetto è interamente ricoperto dall’amianto. Ieri, dall’assessorato alla Casa (Giovanni Verga), hanno comunicato che, dal 3 gennaio 2011, la struttura è stata inserita nel fondo di valorizzazione Milano 2 (di proprietà della banca Bnp Paribas). E che l’immobile potrebbe essere venduto all’asta. Cioè, la responsabilità di un’eventuale bonifica dall’amianto, spetterebbe alla nuova proprietà.
In realtà, sullo stesso sito del Comune, si legge che «Il portafoglio immobiliare trasferito contiene 65 unità immobiliari di proprietà comunale tra aree (anche esterne al territorio comunale) e fabbricati, per un controvalore complessivo di circa 120 milioni di euro. Di questi, 60 milioni sono oggetto di conferimento da parte del Comune di Milano, che ha ricevuto in cambio le quote del Fondo, riservate ad investitori istituzionali, che manterrà fino al loro collocamento sul mercato. I rimanenti 60 milioni di euro sono oggetto di compravendita, che ha comportato per il Comune il realizzo di un’entrata immediata». Cioè, in sintesi, di quella quota di 60 milioni, il comune di Milano rimane ancora titolare. Quindi l’amianto è ancora affar loro. Dalla Bnp Paribas precisano, inoltre, che l’immobile è entrato da appena tre mesi nel Fondo e che pertanto è ancora in corso quella procedura che chiamano “istruttoria”. Ovvero, si effettuano delle perizie sullo stato della struttura prima di procedere alla vendita. Questo significa che il Comune di Milano è ancora titolare – e quindi responsabile – della quota dell’immobile che detiene.
Il tetto in amianto, dicevamo. Di fronte vi è un asilo (al civico 10) nuovo di zecca e ancora chiuso che sarà inaugurato con tutta probabilità entro quest’anno o nel prossimo (come riporta – a pag 13, nella sezione “Per le mamme e i bambini” – il fascicolo “I cento progetti realizzati”, distribuito dalla Moratti per la sua rielezione in campagna elettorale). Di fronte alla bocciofila, al civico 12, vivono alcune delle sessantatré famiglie trasferite qui dalla struttura di Rogoredo, quella nota, alle cronache milanesi, come “Le White”, in via Feltrinelli 16. Lì le 150 famiglie residenti (per un totale di circa 800 persone) intrapresero una lunga battaglia col comune di Milano per far smantellare i pannelli d’amianto che ricoprivano il condominio. La vicenda ha lasciato dietro sé molti morti di tumore (anche giovani) e malati di patologie legate al sistema linfatico (circa una sessantina, in tutto). La relazione tra i decessi e il contatto dell’amianto è ancora da accertare (ci sono alcune cartelle cliniche in merito), anche se la percentuale di affezioni simili risulta sorprendente.
Ora i vecchi inquilini di Rogoredo si sentono beffati: «Passare da un condominio d’amianto a un altro che ha di fronte una bocciofila col tetto in eternit? È una presa in giro», dice Elena Ferraresi, anima della battaglia di Le White. Elena, 46 anni e una linfoadenomegalia (le sono già stati asportati alcuni linfonodi), si è battuta in questi anni per lo sgombero ed è riuscita a lasciare il suo appartamento in via Feltrinelli solo nel luglio del 2010 (ora abita in De André). In merito alla questione, abbiamo contattato l’assessore comunale alla Casa Giovanni Verga. Verga, tempo fa, aveva rassicurato i cittadini sulla non pericolosità della bocciofila: l’amianto non si trovava, a suo avviso, in condizioni di volatilità, cioè le particelle non sarebbero state disperse nell’aria. La garanzia proverrebbe da una relazione dell’Asl di Milano di cui Linkiesta ha chiesto conto, ma in Assessorato non ne conservano copia. Il dossier dovrebbe essere archiviato, a loro avviso, dal responsabile dell’ufficio Area Tecnica del Comune di Milano, l’ingegnere Sergio Aldarese, cui abbiamo chiesto spiegazioni, senza ricevere risposta. La bocciofilia non è il solo problema dell’area. Poco distante – visibile dai balconi del civico 12 di De André – vi è la piscina Sant’Abbondio, anche quella ricoperta d’amianto. Su questo, dall’assessorato alla Casa, dicono di non saperne niente
Lo sgombero da Le White iniziò nel 2009, dopo che la trasmissione Anno Zero si era occupata della vicenda (febbraio 2008). Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo rassicurò allora i residenti, dicendo che si sarebbe presa in carico la vicenda e avrebbe avviato dei controlli sulla loro salute, monitorando alcune condizioni critiche nel tempo. Nessuno degli inquilini l’ha mai più vista, né sentita, né è stato effettuato alcun controllo. Il primo carteggio tra inquilini che segnalano al Comune la gravità della situazione risale all’11 ottobre del 1988. L’allora assessore del settore Igiene e Sanità, Pier Vito Antoniazzi, scriveva che se ne sarebbe occupato con una delibera (la 146). Ma nulla è mai stato fatto. La beffa continua ancora oggi. La Moratti aveva promesso, nel 2009, che lo stabile di Feltrinelli sarebbe stato bonificato dall’amianto e restituito agli allora inquilini, temporaneamente dislocati in altri condomini (chi in Rubattino, chi in via Anelli, alcuni in Rocchetta delle rane, a Milano Sud).
Linkiesta si è recata sul luogo e ha verificato che i lavori sono fermi e che l’amianto – a due anni di distanza – è ancora intatto. Da novembre è stata portata una gru, tuttavia nulla si è mosso. Nel cartello del Comune, che campeggia sull’area recintata, vi è scritto che i lavori sarebbero partiti nel luglio 2010, come si vede dal video girato nel marzo di quest’anno. In realtà, la testimonianza di Elena Ferraresi, smentisce la data. Non solo perché la sua famiglia viveva ancora lì (avrebbe traslocato dopo luglio), ma anche perché altri inquilini (Graziella Fornari, ad esempio, anche lei trasferita in De André) si sono recati sul luogo, negli ultimi due anni a intervalli regolari. E hanno constatato che nessun lavoro è mai partito.
Non solo. L’impiegato a guardia del cantiere, come testimonia il video girato di nascosto dalla Ferraresi, non è dotato di alcuna protezione, sebbene sia a contatto, da anni, con un intero stabile ricoperto di eternit. Area molto delicata, questa. Qui, gli inquilini di Le White, registrarono di notte, anni fa, gli strani passaggi di camion che si scoprì, tempo dopo, riversavano rifiuti tossici provenienti dall’area di Santa Giulia (i terreni di Zunino poco distanti). Proprio da loro partì la denuncia e lo scandalo successivo. Ci chiediamo quanto ancora occorra al comune di Milano per muoversi. E che senso abbia inaugurare un asilo proprio di fronte a una struttura di amianto. L’assessorato alla Casa parla di “priorità” negli interventi. Ma sono trascorsi due anni dallo sgombero di Le White. Cos’altro si aspetta?