Nord contro Sud, anche al referendum l’Italia è divisa

Nord contro Sud, anche al referendum l’Italia è divisa

Acqua e servizi, nucleare, giustizia. A mobilitare il voto degli italiani al referendum, che per la prima volta dopo anni ha superato il quorum, sono stati questi  temi. Il risultato dell’affluenza è stato sopra le attese e, da Nord a Sud, rileva delle specificità. Il referendum sulla possibilità che con una gara i servizi pubblici locali venissero affidati a società a controllo pubblico o privato è stato il più votato. Il 57,06% di media nazionale (Estero escluso) è a metà fra il 64,61% del Trentino e il 50,38% della Calabria. Veneto e Piemonte, due regioni amministrate dalla Lega Nord, sono rispettivamente seconda e terza per i No espressi, rispettivamente con il 5,34% e 5,33%, però sono anche due regioni dove sono andati a votare rispettivamente il 58,92% e 59,04%, molto oltre il quorum e sopra la media nazionale.

In parallelo a questo, il secondo quesito che riguardava la possibilità data al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta del 7% a remunerazione del capitale investito, vede di nuovo le stesse due regioni agli antipodi. Sotto la media nazionale (57,05%) si collocano Lombardia – unica regione del Nord – e Basilicata, Sicilia, Puglia, Campania e Calabria.

A ritirare la scheda grigia sul nucleare e a votare sono stati il 57,01% degli aventi diritto. Si tratta del referendum che, a livello nazionale, ha totalizzato il 5,2% di No, cioè il risultato più alto per i contrari all’abrogazione. A essersi espressi contro l’abrogazione della possibilità di ricorrere all’energia nucleare sono stati l’8,36% dei lombardi al voto, il dato più alto in Italia. Il resto del Nord si è fermato più in basso: in Veneto il 6,46% ha detto No, mentre in Piemonte il 6,86%. La Sardegna, dopo il referendum regionale di due settimane fa, ha riconfermato il suo voto contrario al nucleare e a votare sì, cioè a favore dell’abrogazione, sono stati il 98,39% degli elettori che hanno ritirato la scheda.

Un capitolo a parte va dedicato ai comuni sedi di centrali nucleari. A Caorso, hanno votato il 9% in meno rispetto alla media regionale e il dato dei no è – a suo modo – significativo, visto che sono arrivati al 9,18%. Superiore a questo il dato di Trino Vercellese, dove i No sono arrivati al 10,04%, il dato più alto fra tutti i comuni sedi di centrali nucleari. Di segno opposto i risultati a Latina dove il no è arrivato a 5,89% e Garigliano, nel comune di Sessa Aurunca, dove i sì all’abrogazione sono arrivati al 97,31%.

La scheda verde, quella del legittimo impedimento, è stata quella meno ritirata, comunque sempre 7 punti oltre il quorum del 50%. Questo per il quesito descritto come più “politico” fra i quattro della consultazione. In Piemonte i No sono arrivati al 5,7%, in Lombardia al 6,8%, in Veneto il 6,28%. Oltre il 96% di Sì invece si sono registrati in Trentino e in tutto il Sud e le isole.

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