Grazie (anche) ai social network è diventato sindaco di Napoli: oggi Luigi de Magistris riforma la comunicazione dell’Amministrazione comunale partenopea. E così Palazzo San Giacomo, dopo Twitter e Friendfeed, approda anche sul re dei social: Facebook. Obiettivo: far rimbalzare in rete tutte le news del sito istituzionale e trasmettere in streaming le sedute del Consiglio comunale. Il primo esperimento avvenuto qualche settimana fa ha avuto solo parziale fortuna: troppi clic, il collegamento era difficile e lento. Il primo cittadino ha già ben due siti personali www.luigidemagistris.eu, www.sindacopernapoli.it.
Sul fronte organizzativo, via il dirigente della comunicazione istituzionale voluto dalla Iervolino (contratto scaduto) oggi il primo cittadino avrà un ufficio nutrito: una segreteria particolare con un capo segreteria, un assistente e due collaboratori assunti a tempo determinato; una segreteria politica con un capo e alcuni coollaboratori. In tutto 13 persone. De Magistris si doterà di uno o due giornalisti che gli faranno da portavoce, così recita la delibera comunale in tal senso: in Municipio per lo staff dei fedelissimi del sindaco lavori in corso per creare una stanza ad hoc.
A quanto si apprende il “Municipio social” svilupperà ulteriormente le due applicazioni (per iPhone, iPad e dispositivi Android) che consentono di avere informazioni sugli eventi turistici e culturali, le notizie, i bandi di gara e i dispositivi di traffico. Quelle applicazioni, sviluppate durante la consiliatura Iervolino, erano semisconosciute: l’ex sindaco non aveva granché feeling con la tecnologia. Altri progetti sono in cantiere. Servono i soldi, ma di questo l’ex pm non è granché preoccupato. Nonostante Pigi Battista dalle telecamere di Corriere tv sostenga che de Magistris sbaglia, definendolo la sua comunicazione «avventurosa» sul fronte dei rifiuti e suggerendogli di «farsi aiutare da qualcuno nella comunicazione», il primo cittadino ha il vento in poppa: al Comune arrivano decine di proposte “dal basso”, ovviamente per lo più gratuite. Insomma, il popolo “arancione” fa pubblicità (gratis) al suo sindaco: dolori per le tante agenzie che subito dopo la vittoria al ballottaggio si erano proposte al nuovo sindaco di Napoli.