Dalle prostitute alla secessione, mille idee per la manovra

Dalle prostitute alla secessione, mille idee per la manovra

C’è chi vuole tassare i calciatori e chi se la prende con i presentatori televisivi. Qualcuno propone di racimolare qualche miliardo introducendo una gabella sulle prostitute. E poi c’è il solito radicale che tira fuori la storia della legalizzazione delle droghe. Leggere e non. In tempi di decreto anti-crisi, ognuno cerca di rendersi utile. Da maggioranza e opposizione è tutto un fiorire di proposte.

«I calciatori si rifiutano di pagare il contributo di solidarietà? – aveva tuonato il ministro Roberto Calderoli – E io gli raddoppio l’aliquota». Fino a pochi giorni fa nel mirino del governo erano finiti i campioni della serie A. Oggi tocca a un’altra categoria, i presentatori tv. La senatrice del Pdl Laura Allegrini ha dichiarato guerra agli anchorman. «Certi stipendi – spiega – sono semplicemente immorali e vergognosi. Sto preparando un emendamento per la manovra che blocchi i super ingaggi in Rai, con tagli fino al 20 per cento». Per rimpinguare le casse pubbliche la senatrice berlusconiana ne ha pensata un’altra. «La Rai deve vincolare i propri conduttori al successo. Se fai flop devi guadagnare meno. E perché no, restituire i soldi». 

Almeno due miliardi di euro potrebbero arrivare dalla legalizzazione delle droghe. La proposta è del segretario radicale Mario Staderini. «In tempi di crisi economica – il suo pensiero – è urgente un dibattito pubblico per valutare e superare le politiche proibizioniste coni loro enormi costi civili economici e sociali». Altro che aumento dell’Iva. «Dalla legalizzazione lo Stato incasserebbe almeno 2 miliardi di euro l’anno tra imposte e risparmi di spesa sulle incriminazioni». 

Più dello scudo fiscale, secondo le teorie del sindaco di Altopascio Maurizio Marchetti, potrebbe la tassa sulle prestazioni sessuali. «Basta ipocrisie – ha ammonito due giorni fa il primo cittadino del Pdl – ai comuni vada la gestione delle prostituzione legalizzata». Il progetto non sembra una provocazione. Anzi. Il sindaco ha già in mente la «creazione di quartieri a luci rosse con parametri elevati anche urbanistici, con controlli sia a livello sanitario che fiscale e una gestione pubblica dei proventi».

In molti sono convinti della necessità di una revisione delle intese fiscali con il Vaticano. Una riforma temporanea, magari. Da sospendere al raggiungimento del pareggio di bilancio, per non urtare la sensibilità dei credenti. Tra i fautori dell’iniziativa c’è – quando si dice il caso – la massoneria italiana. Il Gran Maestro Gustavo Raffi è intervenuto oggi nel dibattito sulla manovra. Il consiglio che i grembiulini danno al Cavaliere è semplice: cancellare l’esenzione Ici per tutti gli immobili della Chiesa e congelare l’8 per mille fino al raggiungimento del pareggio di bilancio. «Non sono più ammesse esenzioni feudali – ha spiegato Raffi – né privilegi di casta che hanno il sapore di un autentico insulto alla povertà».

Il decreto del governo aumenta le tasse? La deputata Pdl Michaela Biancofiore ha una sua idea per «rendere la manovra autenticamente liberale». Portare in detrazione tutti gli scontrini fiscali. «Vale a dire – spiega – ogni spesa: dall’acquisto della lavatrice, passando dal dentista, dalla macchina, al latte. Così si rimetterebbe immediatamente in moto l’economia». Non solo. In questo modo si potrebbe abbassare sensibilmente la pressione fiscale. E in alcuni casi, azzerarla del tutto.

Discorso a parte per chi, dalla manovra di Berlusconi, cerca di correre ai ripari. È il caso di tanti enti locali minacciati di soppressione o accorpamento. L’esempio più famoso è quello del comune laziale di Filettino. Per sfuggire alla mannaia di Tremonti – il paese rischia di scomparire perché conta solo 500 abitanti – gli amministratori hanno studiato l’ipotesi di secessione. Un Risorgimento al contrario. Filettino sogna di staccarsi dall’Italia e diventare un principato. Per seguire le pratiche legali è già stato contattato l’avvocato – ex Forza Italia – Carlo Taormina. Da questa mattina è possibile ritirare le banconote della nuova zecca. Il sindaco aveva già trovato un monarca, il principe Emanuele Filiberto. Il giovane Savoia, però, oggi ha rifiutato con educazione l’investitura. «Ringrazio per aver pensato a me, ma francamente la vedo un’ipotesi assai complicata e difficilmente praticabile. Ad ogni modo se posso aiutare il comune sarò felice di farlo».

Nel piccolo comune di Acceglio, in Piemonte, ne hanno studiata un’altra. Per scongiurare il taglio, il sindaco vuole far crescere il numero dei residenti fino ad arrivare alla quota minima prevista dalla manovra: mille abitanti. Per raggiungere l’obiettivo ha già scritto una lettera al collega di Lampedusa, chiedendo la possibilità di ospitare almeno ottocento profughi nordafricani. 

Il decreto anti-crisi del governo rischia di far perdere all’Italia interi territori. L’isola toscana di Capraia è pronta a consegnarsi alla Corsica. Diversi comuni del ponente ligure hanno già chiesto l’annessione alla Costa Azzurra. Più eccentrico il progetto di Mario Tremonti, sindaco di Lorenzago di Cadore. «Se ci tagliano, noi ci accorpiamo al Vaticano. Almeno lì non si pagano le tasse». 

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