Chi gestisce la comunicazione sui social network per Silvio Berlusconi ha capito subito che occorreva arginare e rassicurare la Rete. Tant’è che alle 14 di oggi – statisticamente una delle fasce orarie più affollate – sulla sua pagina di Facebook, il premier, alla domanda «A cosa stai pensando?» ha condiviso la bellezza di sei dichiarazioni. Che sia riuscito nell’intento non lo si può però affermare. Quando Berlusconi scrive: «Io avevo detto che introducevo il contributo di solidarietà con il cuore che grondava sangue perché da sempre ho promesso che non volevamo mettere le mani nelle tasche degli italiani. Siamo riusciti a levarlo con altre fonti di risparmio. Gli unici a pagarlo saranno i parlamentari…» si scatena l’inferno: «Gli unici a pagarlo saranno i poveracci che non arrivano a fine mese» gli viene contestato.
Ci sono poi i delusi: «E chi ha pagato i contributi per servizio militare quando era d’obbligo – gli scrive Colette – e quelli durante l’Università e adesso doveva andare in pensione con 40 anni di contributi in ottobre 2012?». La decisione di non contare più ai fini del pensionamento anticipato con 40 anni di contributi il periodo di università e quello del servizio militare è uno degli argomenti che spopola sui social. A meno di ventiquattr’ore dall’annuncio della manovra riveduta e corretta sono già nate pagine Facebook contro questa decisione. «No all’invalidazione»; «No all’abolizione» il succo è sempre lo stesso: tanta rabbia per una decisione che suona come la più ingiusta di tutte. Propongono Claudia e Nicola: «L’unica cosa è fare un class action. Ci organizziamo?». Ivan attacca Cisl e Uil: «Bonanni ed Angeletti cosa fanno? Nulla». C’è il grillino e quello del Popolo Viola che invita alla sollevazione popolare, ma anche l’ex pidellino: «Sono indignato! Non voterò mai più a destra» dichiara Francesco.
Non va meglio sulla pagina Facebook di governoberlusconi.it dove si scatena la protesta su un servizio di Studio Aperto di Italia 1. Racconta Sergio: «Sto per maturare tra due anni la pensione di anzianità. Ho iniziato a lavorare all’età di 11 anni in nero e dall’età di 14 anni assunto regolarmente. Oggi ne ho 55 e tra 2 anni avrei diritto alla pensione di anzianità. Ho prestato servizio di leva per ben 18 mesi alla modica cifra di 500 lire al giorno lavorando in cucina come ho fatto per tutta la mia vita. Preciso che alla chiamata del servizio obbligatorio militare, io ero assunto regolarmente e percepivo circa 200mila lire al mese. Adesso – conclude – qualcuno si sveglia la mattina e decide che tutto quello che mi hanno sottratto alla mia gioventù sia in denaro che in libertà,non varrà per raggiungere i 40 anni per la mia pensione».
Anche sulla pagina del coordinatore Pdl, Angelino Alfano, è tutto un lamento. Per leggerne di tutti i colori, basta cliccare sulla fanpage (ma fan stavolta è un eufemismo) del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Titolo: «Tremonti vergogna!». Più concisa ma altrettanto acuta e caustica, la protesta che viaggia via Twitter. Hashtag #manovra, una considerazione su tutte, quella dell’utente “chedisagio”: «Cosa è rimasto della lettera della Bce in questa manovra-bis? anche per Trichet il problema dell’Italia era il riscatto della laurea?».