Atene, comunisti contro anarchici mentre il Parlamento approva i tagli

Atene, comunisti contro anarchici mentre il Parlamento approva i tagli

Nel secondo giorno di sciopero generale, piazza Sintagma si è spaccata in due. Da una parte, il gruppo di anarchici incappucciati. I black bloc armati di sassi, e maschere antigas e intenzionati a entrare nel Parlamento per fermare i lavori. Dall’altra, i manifestanti pacifici del Pame, braccio del sindacato greco, di area comunista. Uno scontro che ha diviso la manifestazione in due fronti, mentre i poliziotti seguivano la scena, cercando di mantenere l’ordine. Ma non ci sono riusciti. Il risultato è di 40 feriti e un morto.

«Mi sono trovato in mezzo a una vera e propria battaglia», racconta Vassilis a Linkiesta. «Mi sono dovuto allontanare in fretta». Il gruppo degli anarchici si è diretto verso il gruppo dei comunisti, lanciando pietre e sassi. Nella stessa direzione c’erano anche i poliziotti. I due fronti si sono avvicinati lanciando sassi e prendendosi a bastonate. Poco prima, alcune esplosioni ai lati della piazza hanno creato il panico, e la gente che era scesa a protestare è stata costretta ad allontanarsi.

E così la piazza si è trasformata, ancora, in un campo di guerra. Il servizio d’ordine del Pame ha cercato di bloccare gli anarchici per salvare la manifestazione pacifica, trovando il sostegno delle forze dell’ordine. Gli incappucciati non hanno ceduto: con sassaiole e incursioni, hanno colpito i manifestanti. Due di questi anche in volto. La manifestazione è finita nella confusione dei gas lacrimogeni lanciati dalla polizia. Con il bilancio della morte di un sindacalista di 53 anni.

«È morto per un attacco cardiaco», spiega Vassilis, «anche se la causa, per molti, va cercata nei gas lacrimogeni che sono stati gettati sulla gente». Di sicuro non si è trattato di una pietra (come era stato detto all’inizio), dal momento che i medici non hanno trovato segni di contusioni o ferite sul corpo. «Ogni volta succede qualcosa», si lamenta. Vassilis. «Succede spesso che negli scontri qualcuno rimanga ucciso». E questa volta la situazione era più tesa che mai. «Io me lo aspettavo che sarebbe successo qualcosa», dice. In che senso? «Da tantissimo tempo si fanno manifestazioni, qui. So come funzionano. E queste lotte degli incappuciati hanno lo scopo di dividere, più che di unire. Vogliono far credere alla gente che l’unica cosa che resti da fare sia ricorrere alla violenza».

Nel dissenso, un sospetto si insinua: «secondo alcuni, si tratta di agenti provocatori, che vogliono distogliere l’attenzione dai motivi della protesta». In questo senso, sono molti i tweet sulla rete che parlano di incappucciati che, in realtà, non sarebbero altri che agenti infiltrati. Un’ipotesi, tuttavia, poco probabile. Ma nel marasma degli scontri, la Grecia continua la sua marcia verso i tagli. Il Parlamento approva le misure, i voti sono pochi ma sufficienti. Nonostante lo sciopero generale.
«Ma noi continueremo a protestare. Anche domani. E nei prossimi giorni. Non è finita, per noi». 

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