C’eravamo tanto amati, la nostalgia di Radicali e Cav.

C’eravamo tanto amati, la nostalgia di Radicali e Cav.

Nessun accordo, almeno per ora. A dirla tutta tra i Radicali e Silvio Berlusconi non c’è neppure una vera trattativa, dicono i bene informati. Eppure mai come negli ultimi giorni i contatti tra gli ex alleati sono stati così intensi. Il presidente del Consiglio ci spera. Forse già domani un Consiglio dei ministri straordinario approverà le prime riforme anticipate dal governo all’Unione Europea. Dalla prossima settimana potrebbero iniziare i voti in Parlamento. E nessuno quanto il Cavaliere è consapevole dei rischi che corre la sua maggioranza, sempre più esigua, a Montecitorio. Ecco perché da qualche settimana Berlusconi ha messo gli occhi sui sei deputati radicali. Eletti nelle liste del Pd, certo. Ma che a conti fatti potrebbero risultare decisivi per la tenuta del centrodestra.

Da parte loro, gli uomini di Marco Pannella preferiscono non anticipare nulla. Dal congresso di Chianciano Terme – concluso questa sera – emerge però una certezza: i rapporti con il Pd di Pier Luigi Bersani sono definitivamente compromessi. Senza troppi giri di parole il segretario radicale Mario Staderini – riconfermato stasera dal congresso – ha ricordato che quella del segretario democrat è una «strategia perdente». I nove delegati pannelliani in Parlamento (sei alla Camera e tre al Senato) non accettano più di essere «sbeffeggiati e insultati». Da quando il 14 ottobre scorso si sono rifiutati di partecipare all’Aventino delle opposizioni sono apertamente accusati di «collaborazionismo con il nemico». Poche speranze anche in vista delle future alleanze. «Nel nuovo Ulivo – ha spiegato Staderini – non ci vogliono perché siamo troppo liberisti per Vendola, troppo garantisti per Di Pietro e troppo laici per il Pd». Se i Radicali intendono rimanere in Parlamento anche nella prossima legislatura, a Chianciano ormai è chiara a tutti la necessità di una nuova strategia politica.

Da questo punto di vista non ha stupito un passaggio del lungo intervento – quasi tre ore – del leader radicale. Ieri davanti al congresso Marco Panella ha ricordato con nostalgia l’accordo con Berlusconi del 1994. «Un rapporto politicamente leale, tanto che nel gruppo di Forza Italia non avemmo nessun problema. Cosa che non accade nel Pd». Poi «a un certo punto della sua vita Silvio ha smarrito Veronica e contemporaneamente ha smarrito anche noi radicali». Un discorso da innamorato. Da chi rimpiange una storia d’amore interrotta prematuramente.

Questo non vuol dire che la piccola delegazione parlamentare dei radicali si trasferirà a breve sui banchi della maggioranza. A Chianciano Terme il giudizio sull’Esecutivo resta tutt’altro che entusiasta. Un governo «morto e nefasto» per Emma Bonino. «Le proposte presentate dal governo all’Europa per salvare l’economia sono del tutto insufficienti» ha confermato Staderini, non senza ricordare che su liberalizzazioni e pensioni anche il nuovo Ulivo avrà grosse difficoltà ad essere credibile. 

Intanto i contatti con gli emissari della maggioranza proseguono numerosi. Ieri il Messaggero riportava lo stralcio di una conversazione telefonica intercettata a Chianciano tra la deputata radicale Maria Antonietta Coscioni e «l’ennesimo esponente del Pdl che da giorni sonda l’esigua ma forse decisiva pattuglia pannelliana». Oggi anche Enrico La Loggia, presidente della Bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale, già ministro berlusconiano, ha auspicato una nuova collaborazione con i Radicali. I deputati fedeli al Cavaliere non smentiscono le trattative. Raccontano che i contatti sono gestiti direttamente da Silvio Berlusconi. Coadiuvato – così spiegano – da un esponente di vertice del suo partito. Motivo per cui difficilmente trapeleranno indiscrezioni durante il “confronto”.

Anche perché l’unica vera indiscrezione finora emersa ha mandato su tutte le furie i militanti pannelliani. È la notizia di una cena consumata il 21 ottobre scorso a Palazzo Grazioli tra il Cavaliere, accompagnato da Gianni Letta e Angelino Alfano e una piccola delegazione radicale. Una serata amichevole. In cui Marco Pannella ha presentato al presidente del Consiglio il punto di vista del suo partito su legge elettorale, amnistia, temi etici. «Tutti argomenti su cui avremmo voluto confrontarci con il Pd, ma abbiamo trovato ascolto solo da Berlusconi». 

L’ipotesi di un’alleanza tra Radicali e Pdl non è all’ordine del giorno. Eppure non è impensabile che alla prossima prova parlamentare il Cavaliere possa contare su un aiuto inatteso. Quando arriveranno in Aula le misure economiche proposte dal governo – le prime dovrebbero essere incardinate in un emendamento alla legge di Stabilità – i Radicali potrebbero votare con la maggioranza. Il segretario Staderini non anticipa nulla. «Come voteremo lo decideranno le nostre delegazioni parlamentari» ha chiarito qualche ora fa a Chianciano. Di certo nel pacchetto di riforme proposto dall’Esecutivo ci sono diversi temi cari a Pannella. A partire da liberalizzazioni e flessibilità del mercato del lavoro. E in caso di convergenza con il Pdl i militanti radicali non potrebbero nemmeno opporsi. Perché, ha spiegato Staderini, sono argomenti «inseriti nel programma del partito da oltre trent’anni».  

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