Roma, va in scena l’atto finale. A Montecitorio si consuma l’ultimo giorno di Silvio Berlusconi presidente del Consiglio. Dentro e fuori il Palazzo l’atmosfera è quella delle grandi occasioni, non potrebbe essere altrimenti. La piazza davanti alla Camera dei deputati è affollata dalle prime ore del mattino. Oltre le transenne sistemate dalle forze dell’ordine sostano numerosi i furgoni satellitari delle Tv. Davanti all’ingresso principale decine di telecamere e giornalisti di tutto il mondo, da Al Jazeera alla Bbc. Sullo sfondo gruppi di curiosi.
All’interno della Camera la scena si ripete. Già alle 11.30 il Transatlantico è affollato. Capannelli di politici ovunque. «Questa sarà una lunga giornata» confida sconsolato un giornalista in sala stampa. A pochi metri i leader politici sono costretti – forse per la prima volta – a fare la fila per rilasciare qualche dichiarazione. Mentre parla il vicesegretario Pd Enrico Letta, il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto attende pazientemente. Il berlusconiano Osvaldo Napoli aspetta il suo turno scherzando con chi gli chiede conto dei problemi in casa Pdl: «Problemi? Quali problemi?».
L’ultima giornata del Cavaliere premier sarà effettivamente lunga. Pochi minuti fa è iniziata la seduta a Montecitorio. Dopo la votazione, alle 18 saranno licenziati gli ultimi due provvedimenti del IV governo Berlusconi. Il Bilancio dello Stato e la legge di Stabilità. Poi un breve Consiglio dei ministri e Berlusconi salirà al Colle per rassegnare le dimissioni. Forse, già in serata, Giorgio Napolitano contatterà gli ex presidenti della Repubblica per un primo giro di consultazioni. Nelle stesse ore a Palazzo Grazioli l’ufficio di presidenza del Pdl proverà a trovare una linea comune sull’appoggio al governo tecnico Monti.
Nel popolo della libertà il confronto è aperto. E in questi minuti tanti deputati berlusconiani discutono alla Camera proprio dell’atteggiamento da tenere nei confronti di un esecutivo tecnico. Ma la strada ormai sembra tracciata. L’ex commissario Ue si comporta come fosse già stato nominato premier. Mentre a Montecitorio prosegue la discussione sulla legge di Stabilità Monti inizia i suoi incontri istituzionali. Prima il presidente della Bce Mario Draghi (ieri aveva già incontrato il governatore di Bankitalia Ignazio Visco). Poi è il turno dei politici. La delegazione del Partito democratico composta da Pier Luigi Bersani e Enrico Letta si è recata a Palazzo Giustiniani – quartier generale del premier in pectore – in tarda mattinata. Tra meno di un’ora ci sarà il faccia a faccia Monti-Berlusconi a Palazzo Chigi.
Berlusconi incontrerà per la prima volta il suo successore. Non proprio a cuor leggero. Il Cavaliere vive i suoi ultimi giorni da presidente del Consiglio male, malissimo. Anche dal punto di vista fisico. Da giovedì ha la febbre, vive un forte stato di affaticamento. Il medico personale Alberto Zangrillo ha confidato ad alcuni quotidiani i suoi timori. Il premier avrebbe bisogno di riposo, invece non dorme. Anche stamattina il Cavaliere ha continuato a vedere i suoi uomini. Un vertice ininterrotto, che va avanti da qualche giorno. Oggi hanno varcato il portone della sua residenza romana alla spicciolata alcuni dei fedelissimi. Prima la deputata Maria Rosaria Rossi, poi il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta.
Verso le 19 le dimissioni. Se ne andrà «uno dei più grandi uomini politici europei», «uno degli ultimi mohicani della politica». Così salutava Berlusconi poche ore fa uno dei pochi amici che gli è rimasto vicino fino all’ultimo, Vladimir Putin. Da stasera Berlusconi non sarà più il presidente del Consiglio. Ma alla Camera qualcuno è convinto che la sua uscita di scena sia avvenuta qualche giorno fa. È stato sostituito dalla coppia Napolitano-Monti martedì scorso. Da una settimana il presidente della Repubblica è diventato l’unico interlocutore dei leader di Stato stranieri. Mentre Monti si comporta come se avesse già ricevuto il mandato dal Quirinale. Una sostituzione in corsa che ha rassicurato mercati. Ma ha messo in grande difficoltà Berlusconi.
L’ormai ex premier è imbarazzato. È stato messo da parte prima ancora delle sue dimissioni. E impotente assiste alla scena. ll rischio, adesso, è quello di interpretare il suo ultimo giorno alla guida del governo come una comparsa. Il Cavaliere teme che Napolitano e Monti facciano nascere il nuovo esecutivo senza neppure confrontarsi con lui. Ecco perché nelle ultime ore è tornato ad alzare la voce. A Montecitorio continuano a diffondersi le indiscrezioni su un governo tecnico benedetto dal Cav. a guida Lamberto Dini. O addirittura Angelino Alfano. Consigliato dai falchi, Berlusconi vuole rivendicare il peso del Pdl nella compagine che si sta definendo («non mi farò umiliare dal Colle» si sarebbe lamentato). Sembra un capocorrente qualsiasi. Per lui che si è sempre considerato il più longevo capo di governo dell’era repubblicana, la vera umiliazione è questa. Ma non sembra essersene accorto.