Ponzellini indagato, svolta nell’affare Atlantis

Ponzellini indagato, svolta nell’affare Atlantis

L’ex presidente di Bpm Massimo Ponzellini indagato e il suo collaboratore Antonio Cannalire definito «il terminale di un fascio di interessi di origine politico-imprenditoriale che attraverso lui hanno accesso presso Bpm». Ma anche una strana storia con un deputato del Pdl, Amedeo Laboccetta, che si presenta a casa di una persona oggetto di perquisizione ma non indagata, Francesco Corallo, e, avvalendosi delle sue facoltà di parlamentare, si porta via un computer che  gli inquirenti volevano sequestrare. Sono gli sviluppi di oggi dell’inchiesta della procura di Milano sui finanziamenti della popolare milanese al gruppo Atlantis, titolare dal 2004 di una concessione da parte dei Monopoli di Stato (Aams) nel settore dei giochi e controllata da società offshore delle Antille Olandesi riconducibili proprio a Corallo, «figlio di Gaetano, pregiudicato per criminalità organizzata», in quanto ritenuto in affari con il clan catanese dei Santapaola.

L’inchiesta, nata da un rapporto ispettivo di Bankitalia, con le perquisizioni in nove abitazioni private e sedi di società fra Roma, Milano e Bologna, mira ad acquisire prove per i reati di ostacolo alle funzioni di vigilanza e associazione a delinquere. Secondo l’ipotesi dei pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici sarebbero stati erogati rilevantissimi finanziamenti senza operare una adeguata istruttoria, nonostante i possibili rischi di merito creditizio relativi alla collocazione in paesi off-shore di alcune società.

Il rapporto di Bankitalia ha portato i pm «ad ipotizzare l’esistenza di un fenomeno associativo coltivato in parte all’interno delle strutture della stessa Bpm». Nell’occhio del ciclone è finito, in particolare, un credito da 148 milioni di euro concesso dalla banca alla fine del 2009 «in favore del Gruppo Atlantis/Bplus». Secondo gli inquirenti, però, «è stato concesso un rilevantissimo finanziamento ad una società la cui catena di controllo fa capo ad una società delle Antille Olandesi» e ad impegnarsi «personalmente in maniera del tutto anomala» per quel finanziamento, contrario alle norme anti-riciclaggio, fu proprio Ponzellini che «esercitò pressioni sugli organi della banca deputati alla valutazione del finanziamento». Per ottenere, è l’ipotesi dei pm, «guadagni illeciti». Gli inquirenti, infatti, potrebbero contestare a breve anche l’appropriazione indebita o il riciclaggio.

Durante la perquisizione dell’abitazione di Corallo, che sosteneva di avere un’immunità diplomatica che però agli inquirenti non è risultata, è arrivato Laboccetta che, dicharatosi amico di Corallo, se n’è poi andato via portandosi via un pc. In seguito il parlamentare ha spiegato che si è trattatato di «un equivoco» dicendo che quel computer era suo. Già ad un aprile una inchiesta portata avanti da questo giornale spiegava che:

Politicamente, Atlantis ha sempre goduto della sponda di Alleanza Nazionale grazie ad Amedeo Laboccetta, che ricopriva la poltrona di Alessandro La Monica prima di diventare deputato Pdl, nel 2008.

Vale a dire che fino al 2008 era il legale rappresentante di Atlantis World. E quanto alla figura di Cannalire, coinvolto anche nell’indagine di Napoli su Marco Milanese, ex braccio destro di Giulio Tremonti, Linkiesta rivelava che:

Dal suo arrivo in Piazza Meda, Ponzellini si fa accompagnare da Antonio Cannalire, vicepresidente della società di consulenza informatica Capgemini Italia e amico del presidente della Bpm. Nei corridoi della banca, riferiscono vari testimoni, si presenta come “assistente del presidente”.

Cannalire possiede il 33,3% delle quote di Jackpot Game srl, società nata lo scorso luglio che si occupa di gestire sale gioco con slot machine. Gli altri soci sono Marco Dell’Utri, figlio del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, e Paola Migliavacca. Cannalire e Dell’Utri junior sono insieme anche nella società M2 Holding srl, rispettivamente con l’incarico di consigliere e presidente del consiglio di amministrazione.

Sarebbe M2 Holding l’anello di congiunzione tra i concessionari e i gestori delle sale scommesse: non per l’attività della società ma perché tra i soci di M2 c’è anche Alessandro La Monica. Trentenne, nato a Catania, La Monica è anche il legale rappresentante della Bplus Gioco Legale Limited in Italia, la capogruppo di Atlantis World. Atlantis è il concessionario più compromesso nella maxi evasione fiscale rilevata dalla Corte dei conti a partire dal 2008. Nella prima sentenza, emessa lo scorso ottobre, è stata contestata una maxi multa da 98 miliardi nei confronti di 10 concessionarie italiane. Che, ricorrendo al Consiglio di Stato, hanno richiesto una perizia per stabilire quanto dovranno effettivamente versare allo Stato per i ritardi nell’avvio della rete delle slot machine.

Ora dalle cartè dell’inchiesta, emerge quanto sia «significativa la figura di Cannalire». I pm citano una testimonianza, agli atti dell’indagine dei pm di Napoli a carico di Milanese che descrive Cannalire «come soggetto da una parte in stretti rapporti con Ponzellini su cui esercitava una forte influenza e con cui avrebbe curato pratiche di finanziamento chiaramente anomale, dall’altra con personaggi di rilievo istituzionale, come il predetto Milanese».

X