«Le voci di mie dimissioni sono destituite di fondamento». Alle 13.30 il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi smonta così i teoremi che lo vogliono pronto al fatidico passo indietro. L’indiscrezione è stata da poco pubblicata su Twitter dal vicedirettore di Libero Franco Bechis. Social network per social network, il Cavaliere decide di rispondere sulla sua pagina Facebook. Già, perché Berlusconi è un appassionato della rete. Non potrebbe essere altrimenti. Inglese, impresa, ma soprattutto internet: la politica delle tre “i” è roba sua. Il premier naviga sul web come un adolescente. Affida ai social network i comunicati più importanti. E non solo quelli. Per numero di aggiornamenti la bacheca di Silvio assomiglia a quella di una liceale. Il Cavaliere scrive, commenta, si sfoga, più volte al giorno. Tutto, ovviamente, in prima persona. A seguirlo sono in tantissimi, la sua pagina “piace” a oltre 320mila persone. Non male, sempre la metà del Fatto quotidiano, però, che piace a 652mila utenti.
Superata l’iniziale diffidenza, ormai di Facebook Berlusconi sembra non poter fare più a meno. Ogni momento è buono per aggiornare il suo status e informare chi lo segue delle ultime novità. Politiche e non. Il premier arriva in Francia per il G20? Non fa in tempo a scendere dal jet privato che racconta: «Da poco atterrato all’aeroporto di Nizza da dove, con la delegazione italiana, mi recherò al vertice di Cannes». Incontra i ministri per preparare la lettera da spedire all’Ue? Eccolo pronto a interrompere il vertice per informare la rete: «Al lavoro a Palazzo Chigi per mettere a punto i provvedimenti anticrisi». Sono le 4.57 del 3 novembre mattina, quando Berlusconi pubblica su Facebook il resoconto dell’ultimo, teso, Consiglio dei ministri terminato nel pieno della notte. Il 14 ottobre il suo governo chiede la fiducia alla Camera. Pochi istanti dopo il responso dell’Aula – sono le 14.54 – Berlusconi lascia l’emiciclo e si collega a internet. «Camera conferma la fiducia – rassicura i suoi – 316 sì e 301 no».
Come è lontano quel «vecchio signore che ancora scrive a penna i suoi interventi» (così si raccontava Berlusconi nel marzo del 2008). Come suona male quel “Gògol”, con cui nel maggio di due anni fa il Cavaliere aveva storpiato il nome del più famoso motore di ricerca. Acqua passata. Il presidente del Consiglio avrà pure 75 anni, ma la sua pagina Facebook tradisce una spigliata dimestichezza con il mondo di internet.
Certo, alcune frasi farebbero più effetto sul diario di una ragazzina. «Io non sono mai arrabbiato – così il 22 settembre scorso – Anzi, sono sereno. Sono sempre sereno perché non ho mai fatto niente di male in vita mia». Altri aggiornamenti sono veri e propri sfoghi. «Ma quale passo indietro… andiamo avanti!» sferza i suoi il 6 ottobre. Come ogni teenager che si rispetti, Silvio aggiorna spesso le sue gallerie fotografiche. Sulla sua pagina Facebook ha pubblicato ben 17 ritratti (dicono che il Cavaliere un po’ vanesio lo sia sempre stato). Ma anche una serie di immagini che lo ritraggono impegnato al G8 de L’Aquila e a Napoli, durante una delle sue ultime visite per risolvere «l’emergenza rifiuti». Nella gallery dei manifesti elettorali spiccano i cartelloni delle ultime amministrative nella sua Milano. «Milanes fa minga al matt… Vota Moratt!».
A volte il Cavaliere è troppo impegnato con il lavoro di primo ministro. Su Facebook riesce giusto a pubblicare le notizie più importanti. Poche battute: «Ignazio Visco governatore della Banca d’Italia» annuncia nella serata del 20 ottobre. Poche ore prima, altrettanto laconico, aveva avvertito: «Libia: la guerra è finita». Talvolta il ruolo che occupa gli impone riservatezza. Durante il lungo braccio di ferro per la nomina del numero uno di Bankitalia a un certo punto sbotta: «Domani invierò la lettera al Consiglio superiore della Banca d’Italia. Non posso dire nulla sui candidati». Il Cavaliere parla di calcio, come gran parte degli italiani: «Contro la Juventus prevedo che la squadra scenda in campo per essere padrona del gioco e del campo» (2 ottobre). Finì 2-0 per i bianconeri e i rossoneri non beccarono palla, ma questo è un altro discorso. Altre volte si limita a pubblicare i video delle sue interviste in televisione o i link dei suoi interventi sui giornali.
Il 21 ottobre Silvio non ce la fa più. Prende la tastiera del computer e si sfoga: «Da quando sono entrato in campo non mi hanno fatto mancare nulla: aggressioni mediatiche quotidiane, aggressioni politiche, aggressioni giudiziarie». Ma a scavare nel profondo del suo animo, la cosa che lo ha più ferito sono le indiscrezioni sul Bunga Bunga: «Menzogne e calunnie di cui mi hanno ricoperto, trasformando le mie cene eleganti e corrette, divertenti e allegre certo, in cose indicibili e licenziose cosa che io ho giurato non ho mai visto in casa mia».
Ma proprio quest’ultimo aggiornamento lascia spazio a un dubbio. Già, perché su Facebook il Cavaliere scrive «entrare in campo». E non il suo solito «scendere in campo». Vuoi vedere che dietro al profilo del premier si nasconde un impostore? A svelare l’arcano è il deputato Antonio Palmieri, fidato consigliere del presidente del Consiglio per tutto ciò che riguarda il mondo del web. «Nessun millantatore, la pagina è autentica» chiarisce. E poi spiega: «Ma certo, ad aggiornarla non è mica il Cavaliere in persona. Siamo noi del suo staff». Ah ecco.