A febbraio del 1961 Celentano deve partecipare al Festival di Sanremo, ma è militare: c’è bisogno di una dispensa speciale, che viene firmata dall’allora ministro della difesa, Giulio Andreotti. Canta 24mila baci (testo di Piero Vivarelli e Lucio Fulci; musica sua). Arriva secondo dopo la coppia Betty Curtis-Luciano Tajoli che cantano Al di là (parole di Mogol). Adriano fa scandalo voltando le spalle al pubblico mentre canta.
Nel 1966, dopo cinque anni, Celentano torna a Sanremo, con la canzone Il ragazzo della via Gluck, presentata in coppia con Il Trio del Clan (Pilade, Cerutti e Santercole), si classifica agli ultimi posti, non riuscendo a qualificarsi per la serata finale. Avrà però un clamoroso successo di vendite. Un raro video musicale dell’epoca inizia con la scena di migliaia di dischi sotterrati e le parole: «Nella commedia del successo questo è l’ultimo atto, l’atto più crudele. I vecchi dischi hanno un loro cimitero, vecchi e non vecchi se un consiglio di amministrazione decide che essi scompaiano per non intasare il mercato. È una favola moderna. Clamorosa e spietata…»
Terza partecipazione a Sanremo. È il Celentano politico e predicatore di Chi non lavora non fa l’amore. Vince la kermesse e balza subito in testa alle classifiche, ma la canzone, letta come un inno al crumiraggio lo rende inviso al pubblico giovane (sono gli anni della contestazione) che lo bolla come reazionario, per le parole contro lo sciopero e le invocazioni al «signor padrone».
Nel 1973 è prevista la partecipazione di Celentano al Festival di Sanremo, con il brano L’unica chance. Ma all’ultimo momento dà forfait, accusando una gastrite. Nel telegramma spedito agli organizzatori aggiunge anche che forse a fargliela venire è stato il modo in cui sono stati trattati alcuni cantanti popolari esclusi dalla gara, e conclude il telegramma scusandosi per il fatto che il festival sarà più pallido del solito per la sua mancanza. In questo video scherza con Gino Bramieri della gastrite, prima di cantare (e ballare con Lola Falana) la canzone nella trasmissione Hai Visto Mai.
Il post di Celentano
Caro Gianmarco…
Pubblicato il 24 gennaio 2012 da adriano_celentano
Caro Gianmarco,
pur non dimenticando l’impegno e il grosso “lavoro ai fianchi” che hai dovuto esercitare su di me per portarmi a Sanremo (e non da adesso, ma da anni) devo purtroppo darti un aut aut . Leggendo i giornali di oggi sulla situazione Sanremo, l’idea che più di tutti emerge, o perché i media non sanno esattamente come stanno le cose e quindi per non sbagliare danno più credito alle false smentite della Rai che non alla verità che il Clan ha espresso sul mio Blog, è che tra le righe prevale una sottolettura secondo la quale mi sarei inventato tutto in nome di una pubblicità di cui non solo da adesso, ma fin da quando ero un umile orologiaio, non me n’è mai fregato niente. Non disdegno la pubblicità e mi piace far casino sui giornali, ma solo se c’è un fondo di verità, altrimenti sarebbe un disgustoso e cattivo gioco sulla buona fede della gente.
Pertanto sono costretto a dirti che io posso venire a Sanremo solo se tu dichiarerai alla stampa il contenuto dei messaggi che hai ricevuto dal simpatico direttore di RaiUno Mauro Mazza (non è un’ ironia mi è simpatico veramente) con i quali ti faceva la radiocronaca di ciò che la “ Lei “aveva sentenziato: “Celentano e’ fuori da Sanremo”. Chiedendoti inoltre di cercare una alternativa alla mia partecipazione al Festival e come comunicare una simile CAZZATA.
Oltre, naturalmente, alla bozza del contratto ricevuta dalla Rai, il cui articolo 8 faceva riferimento al controllo dei testi e alle altre mail ricevute dall’avvocato della Rai , dove è evidente, per come le ha scritte , che preparava un carteggio ad hoc per giustificare la mia eliminazione dal Festival. Tutto questo, solo perché sono un tipo allegro che ha il viziaccio di pretendere una “certa libertà di parola”. Se tu non chiarirai come stanno le cose, io al Festival non verrò. Tu e Morandi siete due amici. Ma non posso fare altrimenti.
P.S. Senza contare gli EFFIMERI giochetti a cui si è prestato il giornale “La Stampa” secondo cui il mio cachet sarebbe di un milione e 200mila Euro. Bella figura che farà questo quotidiano quando si saprà ciò che realmente prenderei.
Adriano Celentano