Dalla Lega del Cerchio magico, alla «Lega degli onesti» di Roberto Maroni. Nelle ultime settimane i rapporti di forza all’interno del Carroccio sono cambiati. Via il capogruppo Marco Reguzzoni, spazio agli uomini dell’ex ministro dell’Interno. La linea politica, però, resta la stessa. I parlamentari padani difendevano il berlusconiano Nicola Cosentino prima. E lo fanno anche adesso.
Era successo il 12 gennaio scorso, quando la Camera dei deputati aveva negato l’arresto dell’ex coordinatore campano del Pdl, accusato di rapporti con la camorra. È successo di nuovo qualche ora fa, quando la Giunta per le autorizzazioni ha approvato la costituzione in giudizio della Camera davanti alla Corte costituzionale (stavolta si tratta del conflitto di attribuzione sollevato dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere contro la mancata autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni di Cosentino). In entrambi i casi i voti della Lega sono stati determinanti. Con buona pace di chi già considerava archiviata l’alleanza tra Carroccio e Pdl.
La questione affrontata oggi dalla Giunta risale allo scorso settembre. Quando Montecitorio negò l’autorizzazione all’utilizzo di alcune intercettazioni telefoniche di Cosentino, richiesta dal giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Napoli. Dopo il ricorso davanti alla Corte costituzionale, oggi l’organismo di Pierluigi Castagnetti era chiamato a decidere sull’opportunità per la Camera di incaricare un difensore di propria fiducia e costituirsi in giudizio.
La Lega tiene il punto. A dispetto di tutto. Con sette voti a favore e cinque contro, la Giunta per le autorizzazioni ha dato parere favorevole. Insieme a tre esponenti del Pdl si sono schierati il radicale Maurizio Turco, il centrista Armando Dionisi (anche se all’epoca il suo partito si era espresso a favore della concessione dell’autorizzazione) e i due deputati leghisti. Luca Rodolfo Paolini e Fulvio Follegot. Dopo il voto della Giunta la parola passa all’ufficio di Presidenza di Montecitorio, che nei prossimi giorni affronterà la questione.
E la Lega degli onesti di Maroni? Quella che – sensibile ai ricami della base – era favorevole all’arresto di Cosentino? Stavolta non si è vista. Evidentemente la spaccatura tra Barbari sognanti e Cerchio magico non è così profonda. Almeno su certi argomenti. La Lega è una e vota in coerenza. L’unico a rimanere sorpreso è proprio l’ex titolare del Viminale. Intercettato alla Camera nelle prime ore del pomeriggio Maroni preferisce evitare alle domande dei giornalisti: «Cosentino? Meglio che non me ne occupi più…».