Lʼincidente della Costa Concordia ha suscitato, fra le altre cose, la generica richiestadi una più stringente regolamentazione della navigazione, tanto da indurre il Governo a preannunciare provvedimenti al riguardo. Nel frattempo però sono arrivati a scadenza (ieri per lʼesattezza) i due mesi che la Commissione Europea ci aveva dato per adottare la legislazione nazionale che attua le nuove disposizioni e norme di sicurezza europee per le navi passeggeri. A quanto è dato sapere – il Ministero dei Trasporti non ha risposto alle nostre richieste – lʼItalia non ha ancora comunicato nulla alla Commissione, che si prepara quindi ad avviare lʼultimo passaggio della relativa procedura di infrazione (il deferimento alla Corte di Giustizia Europa) e a comminarci una multa salata.
Nello specifico la normativa in oggetto (la direttiva 36 del 2010, aggiornamento della direttiva 45 del 2009) non avrebbe riguardato la Concordia: il suo scopo è infatti «garantire che i requisiti di sicurezza per le navi adibite ai viaggi nazionali tengano conto delle disposizioni in materia di sicurezza previste dallʼImo (International maritime organisation, lʼorganismo dellʼOnu deputato alla normazione della navigazione, ndr) per le navi adibite ai viaggi internazionali» (come era quello della Concordia). Però è evidente che il Paese, mentre è alle prese con il danno dʼimmagine per lʼincidente del Giglio (oltre che con le sue conseguenze tangibili), non farebbe una gran figura subendo un deferimento alla Corte di Giustizia Europea per la difformità del suo ordinamento a quello comunitario in materia di sicurezza della navigazione nazionale.
Peraltro alla fine della settimana scorsa il Commissario ai Trasporti Slim Kallas, con esplicito riferimento alla Concordia, ha annunciato lʼintenzione di avviare unʼulteriore revisione delle norme comunitarie sulla navigazione, che metta in particolare lʼaccento su stabilità e design delle navi, evoluzione tecnologica, regole di evacuazione e addestramento degli equipaggi (vedi questo link). A tal fine Kallas ha già programmato una serie di incontri con i rappresentanti del settore, preannunciando il lancio di una campagna di consultazione pubblica nel corso della primavera del 2012.
Non casualmente, infine, Kallas ha invitato tutti i paesi aderenti allʼImo che ancora non lo abbiano fatto (fra cui appunto lʼItalia) a ratificare la Convenzione Imo di Atene (che regola la responsabilità dei vettori marittimi e le normative di compensazione dei passeggeri in caso di richieste risarcitorie), ricordando come entro lʼanno entrerà in vigore un Regolamento europeo (392 del 2009), che ne introdurrà comunque nellʼordinamento comunitario le previsioni (a prescindere dalla ratifica della Convenzione da parte dei singoli paesi). Paese avvisato, mezzo salvato (dalle sanzioni europee).