Al mercato della politica i pezzi pregiati sono i ministri di Monti

Al mercato della politica i pezzi pregiati sono i ministri di Monti

«Mi devo ricredere, questo governo mi piace proprio». La confessione un po’ imbarazzata viene da un deputato del Pdl. Uno dei tanti. Sarà colpa della crescente popolarità dell’esecutivo, forse della debolezza dei partiti, ma a Montecitorio Mario Monti sembra aver convinto quasi tutti. Nel giro di pochi mesi la sua squadra di tecnici spocchiosi e inesperti si è trasformata in un gruppo stimato e riverito. Per alcuni l’ex commissario Ue è già diventato un personaggio mitico. «Ma Monti come fa? – non si rassegna un deputato di area centrodestra – Più rigorose sono le misure che vara il suo governo, più si consolida il suo consenso nel Paese».

E così, più o meno apertamente, nei palazzi della politica (e dai principali quotidiani nazionali) è partita la caccia al presidente del Consiglio. Le critiche e le ironie che avevano accompagnato i suoi primi passi a Palazzo Chigi non si sentono più. Adesso tutti lo vogliono. Lui e i suoi ministri. Che il Cavaliere sogni di legarsi a Monti anche dopo il 2013 ormai non è più un mistero (oggi Berlusconi sarà a pranzo con il premier per discutere del programma di governo). «Non regaliamolo alla sinistra» sembra si sia affrettato a ricordare ai pidiellini. Più o meno la stessa cosa che dalla parte opposta dell’emiciclo va ricordando Walter Veltroni ai suoi: «Non regaliamo Monti alla destra». Un’infatuazione bipartisan. Con inattese conseguenze: l’ala filo montiana del Pd – c’è Veltroni ma anche Francesco Boccia ed Enrico Letta – ha così preoccupato Pier Luigi Bersani che ieri il segretario ha pensato bene di prendere la distanze dal governo. Ricordando che sulla riforma del lavoro i democrat potrebbero anche non appoggiare la proposta dell’esecutivo.

Intanto qualcuno ha iniziato a porsi una domanda: come si fa a traghettare i protagonisti di questo governo anche nella prossima legislatura? Scartata l’ipotesi di una lista Monti e abbandonato il sogno di riproporre l’attuale esecutivo, l’unica strada resta la grande coalizione. Meglio, il “contenitore dei moderati” di cui da tempo si parla a Montecitorio. Un grande soggetto politico che ricalchi l’attuale maggioranza parlamentare. «D’altronde il lavoro di Monti non finisce mica nel 2013 – racconta una berlusconiana – questo governo sta impostando delle riforme strutturali che qualcuno dovrà portare avanti». A conti fatti l’iniziativa dovrebbe nascere da un accordo tra Terzo Polo, buona parte del Pdl e una fetta di Pd. «Ma fare un ragionamento del genere è scorretto – spiega qualcuno – qui si tratta di scomporre e ricomporre totalmente il quadro politico». Sarà.

Di sicuro il primo tentativo ci sarà a giugno, subito dopo le amministrative. Quando il leader centrista Pier Ferdinando Casini lancerà la sua proposta al congresso nazionale dell’Udc. Dal centrodestra non tutti sono convinti che quella sarà l’occasione giusta. «Certo, Casini ci prova, vuole mettere il cappello su questo progetto – dice un deputato berlusconiano – Ma l’uomo forte attorno a cui costruire quest’area politica sarà Monti. In questa nuova fase i protagonisti della vecchia politica non potranno avere troppo spazio». Nemmeno Berlusconi? Per lui in molti immaginano un ruolo di padre nobile. Magari rilevante per dar vita all’iniziativa. Anzi, nel Pdl c’è chi sogna di riconquistare i consensi perduti proprio attraverso questa nuova offerta politica. Più difficile immaginare la forma di questo nuovo “partitone”. C’è chi pensa a un partito unico, chi a una federazione di diverse realtà. «Ma per capire come sarà articolata la nuova formazione è davvero troppo presto» ammette uno dei principali esponenti del Terzo polo.

Fatto il contenitore, bisogna riempirlo. Quali ministri del governo Monti resteranno in politica? A Montecitorio si discute, ognuno ha i suoi preferiti. «Molti esponenti del governo – racconta un deputato – sono già fuori gioco. Non sono riusciti a togliersi l’immagine del tecnico». Quasi certa la permanenza in Parlamento di Corrado Passera. Scambiando qualche chiacchiera alla Camera, il suo è uno dei pochi nomi su cui tutti sono d’accordo. «A diversi amici – raccontano – ha già assicurato di aver fatto una scelta di vita quando è entrato al governo». E qualcuno ha già iniziato a proporre il responsabile dello Sviluppo economico a capo di questa o quella coalizione. Ben piazzata anche la titolare della Giustizia Paola Severino. «È stata l’avvocato di fiducia di Francesco Caltagirone – racconta un deputato – chiaramente se nascerà un nuovo polo attorno alla figura di Casini (genero dell’imprenditore, ndr) per lei ci sarà un ruolo di primo piano». Tra i più nominati anche Andrea Riccardi. Fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione e uno dei protagonisti del meeting delle associazioni cattoliche dello scorso ottobre a Todi.

Dibattito aperto sulla titolare del Lavoro Elsa Fornero. Alla Camera non tutti apprezzano «quell’aria da maestrina». Ma c’è anche chi la difende. A colpire positivamente è la sua determinazione. «È il ministro che sta portando avanti le riforme più spinose di questo governo. E lo fa senza guardare in faccia nessuno». «E poi – sorride un parlamentare Pdl – pensate che effetto farebbe il primo presidente del Consiglio donna». E Mario Monti? Tra i tanti che lo vorrebbero di nuovo a Palazzo Chigi, si fa strada l’ipotesi del Quirinale. D’altronde una delle prime decisioni del prossimo Parlamento sarà proprio la nomina del successore di Giorgio Napolitano. La salita al Colle dell’ex commissario Ue metterebbe tutti d’accordo. Tutti tranne Casini, ovviamente. Che al Quirinale ha puntato da tempo.

E poi c’è Luca Cordero di Montezemolo. Il presidente della Ferrari non fa parte del governo Monti, ma è indicato da molti come il perfetto esponente della società civile pronto per il grande salto in politica. Proprio questa mattina su La Stampa l’imprenditore è tornato a ripetere: «Se in vista del 2013 la politica dovesse mancare l’appuntamento con il rinnovamento che i cittadini pretendono, faremo la nostra parte per evitare una deriva che, questa volta, non lascerebbe più alcuna speranza all’Italia». Uno dei deputati a lui più vicini rivela: «Ultimamente Casini sta cercando di coinvolgerlo». Al momento Montezemolo avrebbe un dubbio. Tutti i sondaggi che ha commissionato indicano il suo principale bacino elettorale tra i delusi e gli indecisi. L’imprenditore teme che presentandosi all’interno di una coalizione di partiti – «un progetto di Palazzo» – perderebbe quell’immagine di “uomo nuovo” che, al momento, è anche la sua forza. Insomma, Montezemolo potrebbe scendere in campo, ma solo con una sua lista di civica.  

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