Alfano commissaria il Pdl modenese. Congresso annullato

Alfano commissaria il Pdl modenese. Congresso annullato

Alla fine il segretario del Pdl Angelino Alfano è stato costretto a intervenire. Inviando a Modena Denis Verdini. Questo pomeriggio l’ex guardasigilli ha nominato il coordinatore nazionale del Pdl commissario del coordinamento provinciale. Sarà Verdini a gestire la delicata fase precongressuale in Emilia. Spetterà a lui fare luce sulle accuse lanciate dalla vicecapogruppo alla Camera Isabella Bertolini: le presunte seicento tessere finite in mano a esponenti della criminalità organizzata. Intanto il congresso in programma il 25 febbraio sarà annullato. «Mi hanno appena avvertito – racconta la Bertolini – ho dovuto disdire la prenotazione nella sala dell’albergo che avrebbe ospitato l’incontro». L’assemblea ci sarà, ma solo dopo che il commissario Verdini avrà definitivamente chiarito la vicenda.

Intanto le due anime del partito modenese continuano a scambiarsi accuse. Da una parte l’ormai ex responsabile provinciale Bertolini e la sua candidata Claudia Severi. Dall’altra il senatore Carlo Giovanardi e il consigliere regionale Enrico Aimi, in corsa per il ruolo di coordinatore. La nomina di Verdini – almeno quella – sembra aver soddisfatto tutti. Anzi, entrambe le parti in causa si attestano la paternità della scelta. «Dopo aver parlato con il segretario Alfano – così il senatore Giovanardi nel pomeriggio – abbiamo convenuto che la cosa più opportuna, per troncare finalmente ogni polverone e speculazione sul tesseramento al Pdl, sia la nomina di un commissario». «In realtà – racconta la Bertolini al telefono – la decisione di commissariare il partito è una mia proposta. L’avevo avanzata al segretario già da qualche mese, quando per la prima volta avevo denunciato le irregolarità del tesseramento. È stato chiamato Verdini, sono felicissima. È un amico, il dirigente più autorevole che potessero scegliere».

Isabella Bertolini nasconde a stento la soddisfazione. «Ho vinto – ammette – Se a via dell’Umiltà hanno deciso di mandare un commissario vuol dire che la vicenda che ho sollevato è seria». Nemmeno un po’ di dispiacere per essere stata sostituita alla guida del coordinamento provinciale? «No, sono estremamente soddisfatta. Il segretario nazionale ha ritenuto la mia denuncia comprovata e circostanziata. E pensare che quando ho sollevato la questione qualcuno ha cercato di farmi passare per pazza. Adesso non vedo l’ora che inizi questa verifica».

A Denis Verdini il compito di fare luce sulla vicenda. Poche settimane per scoprire se il circa 10 per cento delle tessere sottoscritte a Modena – come denunciato dalla vicecapogruppo a Montecitorio – sia realmente finito in mano alla camorra. «Sediamoci attorno a un tavolo – continua Isabella Bertolini – prendiamo tutti gli iscritti e scopriamo a chi fanno capo. Intestiamoci le tessere. E vediamo chi ha portato i seicento Casalesi nel partito». Il procedimento potrebbe non essere troppo semplice. «Tutt’altro – spiega la deputata – le mie 1.500 tessere io so benissimo a chi appartengono. I miei militanti li conosco tutti».

Anche Enrico Aimi, il candidato coordinatore della lista di Giovanardi, confida in Verdini. «Il commissario farà un lavoro accurato e in tempi brevi – racconta – Dovranno essere fatte le dovute verifiche». I dubbi sulle accuse lanciate da Isabella Bertolini restano: «La coordinatrice voleva fare davvero chiarezza? Se sapeva qualcosa di preciso poteva segnalare nomi e cognomi». Il consigliere regionale non esita a criticare la «macchina del fango» che rischia di danneggiare il partito. Senza per questo sminuire la gravità delle eventuali irregolarità. «Se effettivamente ci sono persone da mettere alla porta – spiega ancora Aimi – lo dobbiamo fare con trasparenza e con il pugno di ferro. Voglio essere chiaro: nessuna persona con reati gravi deve essere tesserata al partito. Ma se le accuse si dimostrassero infondate, ognuno si assumerà la propria responsabilità».

Il congresso per ora può aspettare. Teoricamente ci sarebbe tempo fino ai primi di marzo. Ma probabilmente l’assemblea potrà essere organizzata con qualche giorno di ritardo. «Mi auguro che Verdini riuscirà a fare le verifiche in due-tre settimane – spiega l’ex coordinatrice – in tempo per convocare il congresso entro metà marzo». Difficile immaginare cosa succederà allora. La Bertolini è convinta che il commissario riuscirà a far convergere i voti su un unico candidato. E le tre liste che sono state presentate? «Salta tutto, mi dispiace». L’accordo, a sentire lei, potrebbe essere trovato attorno a qualche nome nuovo. «Magari un giovane. Certo non mi possono chiedere di convergere sul cugino di Giovanardi». L’ipotesi di un congresso unitario non è irreale. Anche Aimi ammette di essere pronto a farsi da parte. «Io sono un militante, sono a disposizione del Pdl. Per il bene del partito sono disposto a fare non uno, ma tre passi indietro». Mistero sul candidato che potrebbe sanare lo scontro. «Dobbiamo trovare la persona giusta – continua Aimi – deve avere passione politica, unità, buonsenso. Ma anche coraggio e prudenza».

Prima, però ci saranno le verifiche. E, contrariamente a quanto propone la Bertolini, non è detto che le candidature vengano ritirate. «Ripeto – conclude Aimi – sono dell’idea che prima vada fatta chiarezza. Poi decideremo. Potremmo trovare una persona in grado di ricomporre la frattura, ma può anche essere che lo scenario rimanga invariato». 

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