Le mani della criminalità organizzata sul Pdl emiliano? A lanciare l’accusa è la vicepresidente dei deputati berlusconiani Isabella Bertolini. Stando a quanto rivela la coordinatrice modenese del Popolo della Libertà la malavita avrebbe avuto un ruolo determinante nel tesseramento dello scorso autunno. Arrivando a controllare il dieci per cento delle circa seimila tessere sottoscritte nella provincia di Modena.
Illazioni, spiegano gli avversari di Isabella Bertolini. “Voci messe in giro da chi non ha i numeri per vincere il congresso”. Eppure nel partito qualcuno non sembra essere troppo sorpreso. “Per quanto riguarda le elezioni dei coordinamenti provinciali – raccontava qualche giorno fa uno dei responsabili pidiellini del tesseramento – sono certo che i problemi principali arriveranno da Modena, dove lo scontro interno ha raggiunto livelli altissimi”.
L’appuntamento è per sabato prossimo. Quando a Modena – neve permettendo – si celebrerà il congresso provinciale del partito di Silvio Berlusconi. Tre le liste. La principale, almeno stando ai pronostici, è quella costituita da Carlo Giovanardi. Con lui il consigliere regionale Enrico Aimi, già esponente di An, che corre per il ruolo di coordinatore. Secondo indiscrezioni di partito la cordata dell’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sarebbe in netto vantaggio sulle altre. Avendo raccolto almeno il 60 per cento delle tessere.
Poi c’è la lista di Isabella Bertolini. Fedelissima del Cavaliere, esponente storico di Forza Italia e attuale coordinatrice provinciale. I più la ricordano per aver firmato, lo scorso novembre, la lettera dei dissidenti pidiellini. Un documento siglato da alcuni deputati Pdl pochi giorni prima delle dimissioni del governo Berlusconi, per convincere l’ex premier ad accettare un accordo con l’Udc. Volto noto della lista, Isabella Bertolini non sarà confermata coordinatrice provinciale. Stavolta ha deciso di farsi da parte per garantire il ricambio generazionale all’interno del partito. Al suo posto ci sarà Claudia Severi, assessore al comune di Sassuolo. E poi ci sono i giovani ex An. La terza lista in corsa per il controllo del Pdl modenese, guidata dal giovane avvocato Michele Barcaiuolo. Gruppo che ha già incassato il sostegno dell’ex ministro Giorgia Meloni, ma che difficilmente supererà il 10 per cento.
Sullo scontro elettorale, l’ombra della malavita. “Stavolta – racconta la Bertolini – il congresso rappresenta un problema serio. Nei mesi scorsi ci sono state troppe anomalie”. Nella provincia di Modena sono state raccolte poco meno di 6mila tessere. “Un numero troppo alto” denuncia la vicepresidente dei deputati berlusconiani. “Anche perché in questa provincia (di simpatie politiche storicamente diverse, ndr) i nostri elettori non si tesserano volentieri”.
Ma non sono solo i numeri a preoccupare Isabella Bertolini. Dietro all’aumento ingiustificato dei tesseramenti ci sarebbe il tentativo della criminalità organizzata di infiltrarsi nel partito. “Non è un segreto che la provincia di Modena sia un territorio di grande interesse per alcuni dei principali clan camorristici – continua Isabella Bertolini – Specie quelli con interessi legati al business dell’edilizia. Un fenomeno che interessa in particolare Modena, il basso modenese, il comune di Castelfranco Emilia”.
Isabella Bertolini è sicura. “Mi sono arrivate molte segnalazioni – continua – e ho controllato personalmente. Dopo aver verificato nome per nome, il mio dubbio è diventato certezza”. Stando alla denuncia della coordinatrice le tessere “incriminate” sarebbero almeno seicento. Il dieci per cento del totale. Sottoscritte da persone originarie del casertano e di “alcune città della Calabria”. Gente finora estranea al bacino elettorale di riferimento del partito. Come se non bastasse, tutte le tessere sarebbero state raccolte negli stessi comuni modenesi, realtà “già monitorate dalle forze dell’ordine per la presenza della criminalità organizzata”.
Secondo quanto racconta la deputata, le iscrizioni a rischio infiltrazione sarebbero tutte a sostegno della lista presentata da Giovanardi. “Si tratta di accuse pretestuose – alza la voce al telefono Enrico Aimi, candidato coordinatore in quella lista – Il Pdl si vanta di aver raccolto un milione duecentomila tessere in tutta Italia e poi c’è gente che si lamenta perché ne abbiamo sottoscritte troppe”. Aimi non vede nessuna anomalia. “Seimila tessere in un territorio dove il partito prende 100mila voti. Non mi sembra una cosa eccezionale. An, Forza Italia e Popolari liberali (il movimento fondato da Giovanardi dopo la sua uscita dall’Udc, ndr) raccoglievano un numero di tessere ancora maggiori”.
Isabella Bertolini non è d’accordo. In alcune realtà del modenese il tesseramento sarebbe stato particolarmente surreale. “Prendiamo il caso del comune di San Cesario – spiega – Un comune dove conosciamo bene chi sono i nostri elettori. Paese rosso, qui i nostri simpatizzanti sono da sempre 20, 30 al massimo. Come è possibile che di colpo gli iscritti al Pdl siano raddoppiati? Gente mai vista a un convegno, a una manifestazione a un’elezione. E guarda caso tutti i tesserati provengono dalla stessa zona d’Italia. Nulla di razzista, ci mancherebbe. Ma è chiaro che il dubbio viene”.
Enrico Aimi – da solo avrebbe raccolto quasi 700 tessere – non ci sta. “In An di questi problemi non ne abbiamo mai avuti. In alcune città ci sono troppe tessere? Evidentemente ci sono territori in cui il partito è più attivo”. Poi però spiega: “Ho effettuato insieme ad altri dirigenti un controllo e ci siamo resi conto che nelle 6mila tessere ce ne erano alcune che non avrebbero dato lustro al Pdl”. Una ventina di nomi. “Persone con precedenti penali che volevano entrare nel partito. Credo che si siano tesserate sul web. Non so come possano essere entrate. Le ho fatte togliere immediatamente dalle liste. Io ho fatto pulizia”.
“Si tratta di pochi nomi – denuncia la Bertolini – presi a caso dalla lista e cancellati”. La vicepresidente dei deputati pidiellini racconta di aver già portato la vicenda all’attenzione del partito. Ma di non avere ancora ricevuto risposta. “A un tavolo nazionale avevo spiegato che qui a Modena la situazione stava diventando preoccupante. Avevo proposto a tutti i dirigenti locali di fare un passo indietro. Ma sto ancora aspettando”. Adesso la deputata si sente abbandonata. “Mi amareggia molto – racconta delusa – pensare che il mio partito sottovaluta questi problemi. Credo che siamo proprio noi politici ad avere il dovere di fare muro contro i tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nei partiti”.
Di certo i controlli degli organi competenti del Popolo della libertà andavano fatti prima. “Perché c’è stata tutta questa fretta di celebrare il congresso l’11 febbraio – si chiede Isabella Bertolini – Non era meglio aspettare fino a marzo e convocare l’assemblea solo dopo aver fatto i dovuti controlli sulle liste?”.
Lei giura di avere informato il segretario Angelino Alfano. “Non solo – prosegue – so che proprio oggi un gruppo di eletti del territorio ha scritto una lettera al segretario. Si sono mobilitati anche loro per segnalare l’anomalia del tesseramento a Modena. Vedremo se ci sarà una risposta. In ogni caso io ho deciso di parlare. Finora ho aspettato perché prima volevo informare il mio partito. Ma nei prossimi giorni convocherò una conferenza stampa per denunciare pubblicamente la cosa. E’ mio dovere. A stare in silenzio si diventa complici”.