Con Berlusconi debito e spese fuori controllo ma meno tasse

Con Berlusconi debito e spese fuori controllo ma meno tasse

Il primo Governo Berlusconi, al netto dell’effetto “trascinamento” del precedente esecutivo tecnico guidato da Carlo Azeglio Ciampi, è quello che ha ridotto di più pressione fiscale e spesa pubblica dal 1992 a oggi. Al contrario, dal 2001 al 2006, sempre con Berlusconi a Palazzo Chigi, c’è stata un’esplosione della spesa pubblica, poi finanziata da Prodi attraverso un aumento delle tasse. Sono alcuni aspetti salienti della fotografia scattata dal giornale dei commercialisti Eutekne.info, che ha messo a confronto i dati Istat su pressione fiscale e spesa pubblica da Mani Pulite a oggi. Vent’anni in cui si sono succeduti tre esecutivi tecnici dai quali, dice Enrico Zanetti, direttore di Eutekne.info, non ci si può aspettare un abbassamento delle imposte.

Abbiamo visto che Berlusconi ha fatto un quarto del debito italiano, però nel primo esecutivo guidato dall’ex premier sia la spesa pubblica che la pressione fiscale sono scese. Come mai?
Diciamo subito che questi dati sono calcolati guardando la durata dei periodi in cui sono rimasti in carica i governi. È quindi riscontrabile un “effetto trascinamento” degli esecutivi antecedenti che è tanto più pronunciato quanto più l’esperienza del Governo in questione è stata breve. Venendo al caso in questione, dunque, una parte del merito va al precedente Governo Ciampi, ma è altrettanto vero che il successivo Governo guidato da Lamberto Dini ha continuato nel solco del contenimento serio della spesa e della riduzione della pressione fiscale messo in atto da Berlusconi.

Dal 1992 a oggi la spesa si è sempre ridotta in concomitanza con Governi tecnici, ma la pressione fiscale non ha seguito la stessa dinamica. Un po’ quello che sta succedendo oggi con Monti.
Il motivo risiede nel fatto che i governi tecnici seguono sempre una logica di risanamento, che non significa liberismo ma rigore. Non si risanano i conti pubblici diminuendo le imposte tranne quando si decide di attuare politiche di lungo termine con scelte forti sul fronte del pubblico impiego, che però non sembrano fare parte della tradizione culturale di questo Paese.

Come mai, invece, la spesa pubblica è esplosa nel secondo Governo Berlusconi (2001-2006)?
Evidentemente c’è stata una logica completamente diversa nella gestione della spesa pubblica al di là che primo ministro e la coalizione fosse la stessa, o comunque molto simile. Forse si è interrotto qualcosa: i numeri del quinquennio berlusconiano evidenziano come l’esecutivo non sia mai stato liberista ma assistenzialista. C’è stato un contenimento della pressione fiscale a fronte del quale il cosiddetto avanzo primario anno dopo anno è stato eroso, fino ad arrivare a 3 miliardi di euro nel 2006 proprio per via dell’esplosione della spesa. È la crescita finanziata con debito teorizzata dall’ex ministro Tremonti, che nell’ultimo periodo è stato il più feroce oppositore di se stesso e della sua politica di quel periodo. I numeri ci dimostrano poi che, dopo l’aumento esponenziale della spesa pubblica, il Governo Prodi ha proceduto non tanto ad sua una riduzione, ma ad un suo mantenimento, ripristinando un equilibrio con il nuovo aumento della pressione fiscale. È poi interessante notare che il più forte avanzamento del peso del settore pubblico rispetto al privato è avvenuto quando uno non se lo sarebbe mai aspettato, cioè con un governo di centrodestra. Va notato infine che, nonostante ci sia stata un’alternanza di fatto negli ultimi 15 anni tra centrodestra e centrosinistra, le politiche economiche sono state molto similari.

Una parola sulla pressione fiscale, che pare dare ragione alla vulgata secondo cui aumenta con gli esecutivi di sinistra. Gli ultimi due Governi, Prodi e ancora Berlusconi, si sono equivalsi da questo punto di vista.
Diciamo che il Governo Prodi ha aumentato la pressione fiscale per ripristinare l’equilibrio eroso dalla precedente gestione assestando spesa pubblica, mentre Berlusconi all’inizio dell’ultimo governo da lui guidato aveva inizialmente dato vita ad alcuni provvedmenti che stavano leggermente riducendo la pressione fiscale. Poi però è arrivata la crisi, che rende poco significativa la comparazione tranne se si prendono in considerazioni i primi mesi del 2008.

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