Contro Sanremo web, ecco come votare i vostri preferiti

Contro Sanremo web, ecco come votare i vostri preferiti

  • Dalla mezzanotte fra il 16 e il 17 febbraio sono chiuse le iscrizioni al “Contro Sanremo web”. Abbiamo ricevuto 35 segnalazioni di artisti, tutti i video sono visibili qui

  • Regolamento

  • La votazione sarà articolata in due momenti:
    A) voto della giuria popolare
    B) voto della giuria di qualità

  • Il voto della giuria “popolare” si articolerà così: Ciascuna visita unica alla pagina di ogni artista varrà 2 punti, mentre un “like” su Facebook varrà 1 punto

  • Una volta chiusa la votazione della giuria popolare, a mezzanotte del 17 febbraio, verrà stilata una classifica dei primi 10 gruppi artisti selezionati per numero di visite uniche e like su Facebook

  • Il sabato voterà la giuria di qualità, scegliendo fra i primi 10 gruppi artisti decisi dal voto popolare, le prime tre canzoni.

  • Verrà quindi resa nota la classifica finale dei vincitori del “Contro Sanremo web” 
     

È inutile anche lamentarsi. Inutile stare a dire che Morandi è un ragazzo ormai diventato nonno, che Celentano predica sermoni già sentiti, che musicalmente Sanremo non funziona. È proprio inutile. La storia è sempre quella, e ogni anno che passa, ovviamente, peggiora.

C’è un mondo che mugugna “in rete”. Che dice che Sanremo è noioso, è costoso, è banale, è volgare, è musicalmente scarso, è terribilmente antico. E così via. Tutto ragionevolmente vero. Solo che la rete non è solo un ottimo sfogatoio di rabbie e opinioni libere, personalissime e che pure ambiscono all’universalità con l’ipotetica possibilità di diventare davvero universali. No. La rete è anche un luogo in cui talento vero, creatività, capacità, studio e lavoro possono essere riconosciute sul serio. Allora perchè la rete non si inventa il “suo” Sanremo? Perchè invece di lamentarsi per quanto fa schifo quello del Novecento non ne crea uno nuovo.

Facciamo così, per esperimento. Col vostro permesso noi pubblichiamo e vi esponiamo al giudizio della nostra crescente platea di lettori. Se poi la cosa funziona, magari, ci inventiamo pure un festival vero e proprio. Senza Ariston e Celentano ma – pronti a giurarci – con altrettante lamentele.

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