La Rai che non sa usare il web esce sconfitta da Sanremo

La Rai che non sa usare il web esce sconfitta da Sanremo

È finito come si diceva già dalla prima giornata, cioè con la vittoria di Emma Marrone. La 62esima edizione del Festival di Sanremo vede la vittoria della giovane ragazza che arriva da Amici di Maria De Filippi. E fra le farfalle tatuate di Belen Rodriguez, il Dio di Adriano Celentano, il commissariamento del Festival dopo la prima sera e dopo tanta noia, si può confermare che il vero vincitore, morale e materiale, è Twitter (come avevamo scritto ieri). Nonostante l’embargo, sul social network da 140 caratteri ci sono state le prime fughe di notizie due ore prima della proclamazione dei vincitori. È forse la prova che, con l’attuale metodo di votazione e controllo, non si può fermare il flusso che arriva da Twitter. Un’edizione sottotono dal punto di vista musicale, con poca innovazione e molte delusioni. Emma, con la sua Non è l’inferno, ha saputo giocare la carta dell’attualità con scaltrezza, andando a toccare i temi del precariato e della crisi economica. Ha vinto, come si pronosticava già lunedì mattina.

A completare il podio, Arisa e Noemi, per un terzetto di testa tutto in salsa rosa. Non hanno invece avuto un piazzamento di rilievo i grandi favoriti degli ultimi due giorni, Loredana Berté e Gigi D’Alessio: non se ne sentirà la mancanza, anche se la canzone ha già preso la via della radio con uno slancio più che positivo. C’è poi il capitolo Adriano Celentano. Il Molleggiato è tornato ieri sul palco dell’Ariston per quella che forse è stata la sua ultima apparizione a Sanremo. I fischi e le critiche della platea sono state brucianti, ma forse lo stesso Celentano voleva che fosse così. Lui, come per quanto ha riguardato la prima serata, si è presentato come uno novello predicatore. Del resto, anche su Twitter c’è chi, negli stessi istanti degli show di Celentano, ha paragonato l’Ariston a una convention di Scientology. Facile capirne i motivi. Anche dopo il commissariamento di Antonio Marano arrivato dopo la prima serata, il Molleggiato ha attaccato ancora Chiesa, Famiglia Cristiana e Avvenire, giocando sulle parole espresse precedentemente. Poi, finalmente, è tornato a fare il suo lavoro, il cantante. Lo strappo fra lui e il pubblico, tuttavia, si era già consumato.

Infine, Twitter. Se il Festival è tornato a essere seguito, il merito è soprattutto del social network da 140 caratteri. Nel bene e nel male, dato che intorno alle 23 ci sono stati i primi leak dalla sala stampa, con i vincitori definitivi delle categorie minori. E lo stesso dicasi per la proclamazione di Emma, avvenuta circa 30 minuti dopo il leak della sua vittoria. Eppure, la Rai continua a far finta che Twitter non esista, che non sia un’entità pulsante che si autorigenera, un flusso senza freni. Lo dimostra il fatto che sugli account ufficiali, invece che parlare del Festival, cercando anche di attirare i tweeps meno avvezzi a Sanremo, hanno continuato a parlare della programmazione televisiva normale. Se Twitter è il vincitore, il perdente non può che essere la Rai. Si era capito già dalla prima sera, quando i primi 15 minuti sono stati dedicati da Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu a un mega spot per il pagamento del canone Rai. Va bene tutto, ma pure la marchetta pro-canone (che ora la rai esige da chi ha un computer o uno smartphone) no.

In realtà è proprio la formula del Festival a essere obsoleta: tutti lo sanno, nessuno fa qualcosa per cambiare il ritmo. Un esempio? Questo doveva essere l’anno di Sanremo social, il contest con base sui social network. L’idea poteva essere valida tre anni fa, ma oggi no. Oggi, in un mondo più interconnesso che mai, serviva uno sprint in più, un’interazione maggiore. E perfino l’area del dopofestival, cioè Casa Sanremo, ha fatto il diavolo a quattro su Twitter, Facebook, Tumblr e Flickr, ma quanti di noi hanno visto passare in diretta anche solo un piccolo spot di questa iniziativa? Nessuno, perché le esigenze di cassa hanno finito per privilegiare la pubblicità a pagamento piuttosto che quella interna. Peccato. Poteva essere l’occasione per un concreto svecchiamento del Festival, ma ci toccherà attendere il prossimo anno. Con la speranza che qualcuno, ai vertici Rai, lo capisca. I Celentano potranno aiutare a far quasi 15 milioni di spettatori, ma di sicuro non avvicinano alla gente un evento che in origine proprio per la gente era stato ideato. 

La foto che Emma Marrone ha postato su Facebook con il titolo «Momento catartico»

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