Il destino del centrodestra tra Verona e Palermo. È attorno alle elezioni amministrative di queste due città che Pdl, Terzo polo e Grande Sud fanno e disfano accordi e alleanze. Il futuro della partitocrazia italiana passa anche da qui.
In Veneto la novità è rappresentata dall’asse tra Gianfranco Miccichè e Giancarlo Galan. Il leader del partito meridionalista e l’ex ministro dei Beni culturali – amici da tempo – avrebbero già trovato un accordo. Il progetto è una formazione di centrodestra di stampo nordista, da tenere a battesimo già alle consultazioni di maggio. A Verona i due stanno pensando di presentare una lista di Grande Nord – una costola padana del partito di Miccichè – per sostenere la candidatura di Flavio Tosi. «Quella di esportare in Veneto il mio movimento politico è molto più di un’ipotesi», ammette l’ex sottosegretario. Un’iniziativa talmente concreta che il leader siciliano rivela di aver già depositato il simbolo di Grande Nord. «E tanto per non correre rischi – racconta – anche quello di Grande Italia». Per studiare i dettagli dell’intesa, in questi giorni si stanno muovendo a Verona gli uomini di Miccichè e Galan. Su tutti il deputato salernitano – ma veneto d’adozione – Gerardo Soglia e il presidente dell’Ater veronese Niko Cordioli.
Nella sede del comune scaligero, però, i fedelissimi del primo cittadino leghista continuano a ribadire di non aver avuto contatti con Miccichè. Non solo. A poche ore dalla notizia che una lista di nome Grande Nord avrebbe potuto appoggiare Tosi, un tosiano di ferro di nome Roberto Maroni ha replicato seccamente su Facebook alle aspirazioni dell’ex sottosegretario. «Ecco il “nuovo” che avanza (nientemeno che dalla Sicilia poi…). Il trasformismo del Gattopardo è una costante che ricorre sempre nella politica italiana. Noi siamo diversi, Padania libera». Lo stop maroniano non sembra casuale. Anche perché il quadro resta molto complesso. Si interseca a sua volta con l’intenzione di Tosi di presentare una sua lista civica personale, opzione di nuovo bocciata dal leader Umberto Bossi proprio oggi alla Camera. Ma il sindaco vuole andare avanti per la sua strada. La sensazione è che su Verona, come su Palermo si stiano concentrando tutte le difficoltà del centrodestra, orfano della storica alleanza tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi.
Diverso il ruolo di Giancarlo Galan. L’ex presidente del Veneto vuole giocare la sua partita alle amministrative, ma non vuole rompere definitivamente con il Pdl. Consapevole che la nascita di una lista di Grande Nord a Verona finirebbe inevitabilmente per attirare diversi dirigenti locali berlusconiani, aspetta il placet di via dell’Umiltà. E a quanto pare l’ok di Angelino Alfano potrebbe davvero arrivare. Ad una condizione. Galan e Miccichè sarebbero liberi di presentare una loro lista a Verona, a patto che il Pdl riesca a chiudere un accordo con Grande Sud e Terzo Polo a Palermo.
Il ruolo di tessitore chiesto a Miccichè è fondamentale. Nel capoluogo siciliano Udc, Fli, Mpa e Grande Sud appoggiano il candidato indipendente Massimo Costa. Giovane e molto apprezzato in città, Costa avrebbe buone possibilità di conquistare la poltrona di sindaco. Il Pdl vorrebbe sostenere lo stesso candidato, ma finora i veti dei finiani hanno chiuso ogni possibilità di alleanza. A via dell’Umiltà sperano ancora in un accordo in extremis. Ecco perché ancora aspettano a ufficializzare la candidatura di Francesco Cascio, il presidente dell’Ars e al momento seconda scelta dei pidiellini.
Miccichè ha già iniziato la sua opera di persuasione con gli alleati del Terzo polo. Oggi a Montecitorio – gremita in occasione del voto sul decreto milleproroghe – i contatti tra i protagonisti della vicenda siciliana sono proseguiti senza sosta. In Transatlantico l’ex sottosegretario ha prima avuto un lungo colloquio con il futurista siciliano Fabio Granata. Poi con il presidente dei deputati Fli Benedetto Della Vedova. Mentre, poco lontano, si aggirava per il palazzo anche il governatore della Sicilia e leader dell’Mpa Raffaele Lombardo.
Trattativa difficile. «Miccichè ci sta provando – ammette Granata – vuole aprire al Pdl per un interesse tattico. Ma noi non siamo disposti ad accettare». E se l’Udc sembra più possibilista sull’opportunità di allearsi con il partito di Alfano a Palermo, i finiani possono contare sulle resistenze dell’Mpa.