Niente tatuaggi né calciatori, ecco le donne di “Per la mia strada”

Niente tatuaggi né calciatori, ecco le donne di “Per la mia strada”

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Per la mia strada è un piccolo viaggio di incontri. Abbiamo conosciuto donne che lavorano con passione, ispirazione, con capacità indiscutibili. Le abbiamo scelte diversificando il più possibile storie, origini, studi, professioni. Il comun denominatore è stata l’eccellenza, non perchè sia per forza necessario eccellere, ma per dimostrare che si può (anche) eccellere e che le donne, le ragazze, devono poter puntare in alto, devono poter esprimere al massimo le loro capacità, è un loro diritto, è forse un loro dovere. Puntare in alto non vuol dire solo fare carriera o comandare, puntare in alto vuol dire poter essere utili al progresso, avere intuizioni o capacità di analisi, puntare in alto sopratutto non vuol dire una foto su una copertina di un rotocalco.

Ecco, le donne che abbiamo incontrato non le vediamo spesso sulle copertine delle riviste, non hanno tatuaggi inguinali, non sono fidanzate con calciatori o milionari (con tutto il rispetto per tatuaggi, calciatori e milionari). Sono donne nate spesso in provincia, né ricche di famiglia, né particolarmente belle o procaci, hanno avuto però dalla loro molto coraggio, capacità, determinazione. Non tutte sono rimaste in Italia, alcune hanno trovato la loro strada all’estero, lontano dalla famiglia, pagando anche lo scotto di un po’ di solitudine. Ma vederle all’opera o sentirle parlare del loro lavoro mette allegria, fa venire voglia di “provarci”, di pensare che una speranza per tutte esiste. Siamo rimaste affascinate, siamo diventate amiche. Di questa avventura è rimasto un bel ricordo e uno stimolo.

Abbiamo scelto come “traccia” narrativa quella del diario perché l’approccio non fosse “giornalistico” ma empatico e di confronto tra generazioni. Genealogie femminili. Tra madri e figlie, tra sorelle putative. Giovanna – la ventenne che parte per incontrare le otto donne – cui Giovanna Vicari ha prestato volto e voce, si è commossa ad ascoltare le storie di queste otto donne. Anche oggi ci sono ragazze poco omologate che riescono a trovare una loro strada, dar loro qualche esempio è importante. E in generale, tutte le donne hanno bisogno di trovare nella loro rappresentazione modelli femminili in cui riconoscersi, o capaci di ispirare, di incoraggiare a perseguire con impegno le proprie aspirazioni professionali, a darsi un valore. Questi modelli sono penosamente rari nei mezzi di comunicazione, così come le donne reali, che lavorano, faticano, superano ostacoli, raggiungono obiettivi. Anzi, soprattutto in televisione, le poche donne rappresentate anche nella loro dimensione lavorativa, sono “donne in carriera” che hanno perso la sensibilità, l’empatia, la capacità di cura e di relazione intima tipicamente femminili. Insomma, sono figure negative e un po’ patetiche. E tutto questo incide sull’immaginario collettivo e sull’accettazione delle donne nella loro molteplice identità.

Mi sono messa al servizio di questo film documentario cercando di non pensare ad un “risultato” autoriale ma ad una riflessione collettiva. Con Giovanna, la ragazza testimone, e con Corrente Rosa abbiamo tracciato una mappa di osservazione e di ascolto, di curiosità e di desideri. Ho cercato con la fotografia, con la luce e nei ritmi del montaggio di restituire la grazia, l’intelligenza, la vivacità che abbiamo respirato. Ci è rimasta la voglia di proseguire e lo faremo.

Martedì 28 febbraio, allo Spazio Oberdan di Milano, sarà presentato un film documentario, Per la mia strada, realizzato da Emanuela Giordano insieme all’associazione Corrente Rosa, impegnata nei temi della parità di genere. Attualmente la regista è tourneè con lo spettacolo teatrale La commedia di Orlando (di Virginia Woolf), protagonista Isabella Ragonese, che debutterà a Milano il 6 marzo al Teatro Manzoni.

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