La Domenica delle salme in cui «il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni: voglio vivere in una città dove all’ora dell’aperitivo non ci siano spargimenti di sangue o di detersivo». La disperata esortazione del Cantico dei drogati: «Come potrò dire a mia madre che ho paura? Tu che m’ascolti insegnami un alfabeto che sia differente da quello della mia vigliaccheria». L’impiegato affascinato dalla rivolta del maggio francese, in La bomba in testa: «Chissà cosa si prova a liberare la fiducia nelle proprie tentazioni, allontanare gli intrusi dalle nostre emozioni, allontanarli in tempo e prima di trovarsi solo con la paura di non tornare al lavoro». La cronaca dell’incidente navale della London Valour, a Genova: «E la radio di bordo è una sfera di cristallo, dice che il vento si farà lupo il mare si farà sciacallo. Il paralitico tiene in tasca un uccellino blu cobalto, ride con gli occhi al circo Togni quando l’acrobata sbaglia il salto». L’amico fragile «Con un bisogno d’attenzione e d’amore troppo “Se mi vuoi bene piangi” per essere corrisposti». La Madonna umanissima delle Tre madri, che di Cristo dice: «Piango di lui ciò che mi è tolto, le braccia magre, la fronte, il volto, ogni sua vita che vive ancora, che vedo spegnersi ora per ora. Non fossi stato figlio di Dio, t’avrei ancora per figlio mio!».
La domenica delle salme da Le nuvole (1990)
Parlando del naufragio della London Valour da Rimini (1978)
La bomba in testa da Storia di un impiegato (1973)
Cantico dei drogati da Tutti morimmo a stento (1968)
Amico fragile da Volume 8 (1975)
Tre madri da La buona novella (1970)
Pubblicazione originaria: 11 gennaio 2012