I soldi per i terremotati? Rischiano di rimanere ai partiti

I soldi per i terremotati? Rischiano di rimanere ai partiti

«Una vicenda vergognosa». La senatrice radicale Donatella Poretti non fa giri di parole. Se il governo non correrà ai ripari con un decreto urgente, tra tre giorni l’impegno che il Parlamento aveva assunto per destinare l’ultima tranche dei rimborsi elettorali ai territori colpiti dal terremoto sarà disatteso. Il finanziamento pubblico finirà interamente nelle casse dei partiti. Alla faccia delle promesse riduzioni e degli impegni solidaristici nei confronti delle popolazioni che negli ultimi tre anni sono state vittime di catastrofi naturali.

«La storia è fin troppo semplice – continua la Poretti – nel disegno di legge sulla riduzione dei rimborsi elettorali era previsto che il governo facesse un decreto per stanziare questi fondi». Un atto del ministero dell’Economia per trasferire i 91 milioni di euro della seconda tranche di finanziamenti alle popolazioni colpite da terremoti a partire dal gennaio 2009. Decreto da emanare entro quindici giorni dall’entrata in vigore della legge. Ecco il problema. L’approvazione del disegno di legge è ancora in alto mare. «Ma il primo luglio – continua la senatrice radicale – i partiti matureranno il diritto a incassare quei finanziamenti. Le somme saranno stanziate più avanti, verso il 6 o il 7 del mese. Ma il diritto no, quello lo otterranno tra tre giorni».

A sollevare la questione era stato proprio il governo. «A Palazzo Chigi si sono accorti che non avrebbero avuto il tempo sufficiente per emanare il decreto». Questo perché i tempi di approvazione del disegno di legge di riforma dei partiti erano apparsi fin da subito un po’ troppo lunghi. Dopo l’approvazione della Camera, il provvedimento è giunto al Senato solo poche settimane fa. Assegnato in commissione Affari Costituzionali, «peraltro già bella ingolfata con tutte le norme della riforma costituzionale», continua Donatella Poretti. Un caso? Probabilmente sì. Anche se qualcuno non ci crede. La comunità web Avaaz, attiva dal 2007, ha già raccolto trentamila firme per accendere i riflettori sulla vicenda. «I partiti – si legge sul sito – hanno deliberatamente perso tempo in Parlamento così da affossare la legge e intascarsi i milioni di euro».

E così, sottovoce, nei giorni scorsi a Palazzo Madama è esploso il caso. «Prima era circolata l’ipotesi di ritirare comunque i fondi e poi destinarli, per beneficenza, ai terremotati – racconta la parlamentare radicale – Una cosa vergognosa: la beneficenza si fa con i soldi propri, mica con i finanziamenti pubblici». Poi anche la commissione Affari Costituzionali ha sollevato la questione, votando un ordine del giorno che impegnava il governo a scrivere un nuovo decreto. «L’unica soluzione è proprio questa. Entro lunedì il governo deve approvare un decreto in cui si assume la responsabilità di assegnare la seconda tranche di finanziamenti pubblici ai partiti alle popolazioni colpite dal terremoto». Mancano poche ore.  

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