Il presidente del Consiglio Mario Monti domenica sarà a Kiev, per assistere alla finale degli Europei. Con buona pace di Yulia Tymoshenko. «Sono felice e orgoglioso per il successo della Nazionale – ha rivelato ieri il premier in una pausa del vertice europeo di Bruxelles, al termine della gara vinta dagli azzurri contro la Germania – Domenica sarò alla finale». E il boicottaggio all’Ucraina che fine ha fatto?
I leader politici dei principali paesi europei avevano preso una decisione forte. Avevano deciso di disertare le partite del torneo giocate in terra ucraina per protestare contro la vicenda di Yulia Tymoshenko. Tutti in difesa della leader d’opposizione, condannata a sette anni di carcere per abuso di potere al termine di un processo da molti considerato poco equo. Una protesta scomoda, forse. Ma sacrosanta. Anche per tutelare la politica ucraina in sciopero della fame dopo aver denunciato gli abusi e le violenze subite in carcere.
La cancelliera tedesca Angela Merkel aveva disertato le prime tre gare della nazionale tedesca. Per assistere solo al quarto di finale contro la Grecia (partita giocata Danzica, in Polonia). Stessa decisione per le massime autorità istituzionali di Francia e Inghilterra. Una protesta che aveva coinvolto anche l’Italia. «Quando vengono violati i diritti soggettivi e i principi democratici lo sport non può voltarsi dall’altra parte» aveva chiarito prima dell’Europeo il ministro allo Sport Piero Gnudi. Lo stesso esponente di governo aveva confermato il suo punto di vista lo scorso 11 giugno, appena arrivato in Polonia al seguito della nazionale azzurra. «Chi offende la democrazia, offende i cittadini». La partite in Ucraina? «Io intendo rinunciare».
Per una volta il Parlamento italiano si era stretto, concorde e unito, attorno all’esecutivo di Mario Monti. Persino il Popolo della libertà aveva assicurato pieno sostegno al governo. «E non ci si venga dire – la parole indignate del capogruppo berlusconiano Fabrizio Cicchitto a fine aprile – che la politica non può entrare nello sport. Perché è evidente che il presidente dell’Ucraina utilizza la realizzazione dei campionati europei per distrarre dai gravissimi elementi negativi della sua politica». Accordi trasversali impensabili. «Proprio lo scorso primo marzo – scriveva Pier Ferdinando Casini sul Messaggero – al vertice del Ppe Silvio Berlusconi ha avanzato la proposta di boicottare i prossimi campionati europei di calcio che si svolgeranno in Ucraina per alzare il velo su questo scandalo. A fronte delle tante occasioni in cui io e Berlusconi ci siamo trovati in dissenso, mi si consenta per una volta di essere d’accordo con lui».
Domenica, quando allo stadio di Kiev scenderanno in campo Italia e Spagna per la finale, il presidente ucraino Viktor Yanukovic sarà regolarmente sugli spalti. Accanto a lui il presidente del Consiglio Mario Monti (chissà se ci sarà anche il capo dello Stato Giorgio Napolitano, presente alla gara inaugurale, in Polonia, proprio contro la squadra iberica). La Farnesina ha già giustificato la presenza dell’esecutivo. «L’Italia andrà – ha spiegato stamattina il sottosegretario agli Esteri Marta Dassù – Monti andrà. Ma senza dimenticare il caso Tymoshenko». Almeno quello.