Alla fine Renata Polverini ha chiesto scusa a tutti. Prendendo la parola durante la seduta straordinaria del Consiglio regionale, la governatrice del Lazio è intervenuta sullo scandalo che rischia di chiudere anzitempo la sua esperienza alla Pisana. Una brutta storia legata alla gestione, fin troppo disinvolta, dei fondi pubblici destinati al gruppo Pdl. «Chiedo scusa ai cittadini del Lazio e del nostro Paese, perché lo sconcerto per quanto accaduto è arrivato oltre i confini». Scuse alle altre istituzioni, ai colleghi delle altre Regioni. E ancora scuse alla politica, «alle famiglie che non arrivano a fine mese». Renata Polverini ammette di provare «sconcerto e disgusto». Non ci sta a passare per la presidente della Regione «che da giorni riempie i giornali con ostriche e champagne». E allora parlando davanti al Consiglio regionale minaccia le dimissioni. Ponendo le sue condizioni. Una lista di norme da approvare il prima possibile. Un decalogo di moralità. Un regolamento in grado di garantire trasparenza, efficienza e correttezza all’istituzione che presiede.
«Bisogna dimezzare le commissioni e cancellare quelle speciali, dimezzare le somme sostenute a rapporto eletto-elettore, azzerare i contributi per gruppi consiliari». La Polverini impone di sciogliere i monogruppi, chiede di diminuire il numero di consiglieri e assessori. Ma anche di limitare l’utilizzo delle odiate autoblu. Bene, benissimo. Ma perché solo adesso? Forse la presidente della Regione Lazio non sapeva che alla Pisana su diciassette gruppi consiliari ben sette sono formati solo da un eletto? Ovviamente anche questi gruppi dotati di locali, staff, segreterie, uffici stampa… Eppure è così da tempo. E allora ben venga la decisione di eliminarli. Ma perché solo adesso? Dimezziamo il numero degli assessori. Renata Polverini ha scoperto solo ora quanti erano i componenti della sua Giunta? E le auto blu? Il presidente fino a oggi ha davvero ignorato il reale ammontare delle «somme sostenute a rapporto eletto-elettore» e ora, folgorata dalla vicenda Fiorito – l’ex capogruppo Pdl sui cui conti sarebbero transitati parte dei fondi – si è improvvisamente accorta di queste cifre? Per non parlare della ridicola vicenda della commissione speciale sulle Olimpiadi. Rimasta in piedi per mesi dopo la decisione del governo di rinunciare alla candidatura di Roma 2020.
La procedura in corso alla Regione Lazio non è inedita. Anzi, in questi ultimi tempi rischia di diventare particolarmente diffusa. Rappresenta il colpo di reni della politica – più o meno opportunistico – di fronte al montare dell’antipolitica. Esce lo scandalo, si corre ai ripari. Con prese di posizione forti, eclatanti. Magari mediaticamente ben studiate (non è un caso se oggi l’intervento del Pdl in Aula non sia stato affidato al capogruppo ma a Chiara Colosimo, la più giovane consigliera berlusconiana). Tanto più grande e insopportabile agli occhi dei cittadini è lo scandalo, maggiori saranno le risposte. Risposte talvolta goffe, tardive. In ogni caso, è bene sottolineare, mai spontanee. Sempre conseguenti a una vicenda imbarazzante da cui giustificarsi.
È il caso degli ex dirigenti della Margherita, alle prese in queste ore con una vicenda simile. Nei mesi scorsi è esploso lo scandalo Lusi, l’ex tesoriere accusato di aver sottratto parte dei fondi pubblici al partito. Proprio domani alcuni di loro – tra cui Francesco Rutelli ed Enzo Bianco – consegneranno al ministro dell’Economia Vittorio Grilli i primi 5 milioni di euro che l’assemblea federale del defunto movimento ha deciso di devolvere alle casse pubbliche. Un bel gesto. Rispettabile. Sarebbe avvenuto lo stesso se Lusi non fosse finito in carcere?
Renata Polverini non restituisce soldi al ministero. Ma propone tagli per 20 milioni di euro. Lo ha reso noto la Regione nel pomeriggio. Il pacchetto di risparmi proposto dalla governatrice permetterà di passare, già nel 2012, da un bilancio di 98 a 78 milioni. Dal 2013 si scenderà fino a 70 milioni. Ecco un esempio di politica virtuosa e attenta al malessere dei cittadini. Peccato che se non fosse finito sui giornali lo scandalo dei fondi pubblici gestiti “personalmente” da alcuni consiglieri la sforbiciata, probabilmente, non sarebbe mai stata decisa. Perché è vero che «il mio non è un altro caso Marrazzo», ha chiarito Renata Polverini. Lei non è indagata, non ha alcuna responsabilità nella vicenda. Ma è quantomeno paradossale che da tutta questa storia ne esca con il riconoscimento di moralizzatrice. Proprio lei che è il più alto rappresentante delle istituzioni regionali. E di conseguenza di tutti i relativi sprechi che ora, giustamente, vuole tagliare.
Intanto il Pdl plaude all’iniziativa (sarebbe stato difficile il contrario). Il segretario Angelino Alfano affida a Twitter la sua soddisfazione per la presa di pozione della governatrice. La consigliera Chiara Colosimo, parlando in Aula, annuncia che «per spazzare il fango ricevuto inizieremo dal Pdl. Il partito avrà un regolamento interno per le modalità di erogazione dei fondi del gruppo». Troppa grazia. «Ci doteremo di un tesoriere», spiega ancora la giovane pidiellina. Perché, ancora non c’era?