Vacanze con la scorta. Il titolo andrebbe bene per l’ennesimo cinepanettone dei fratelli Vanzina. Verosimile l’ambientazione, Cortina d’Ampezzo. Uguale lo scenario, le festività tra Natale e Capodanno. Nel ruolo di protagoniste, al posto di Massimo Boldi e Christian De Sica ci sono però due note esponenti politiche. Il ministro della Giustizia Paola Severino e la senatrice Pdl Maria Elisabetta Alberti Casellati. La notizia è di qualche mese fa, ma rischia di continuare a far discutere.
Lo scorso inverno le due rappresentanti istituzionali hanno deciso di passare alcuni giorni di vacanza in montagna (ognuna per conto suo). Sulle Dolomiti. Accompagnate – a tutela della propria incolumità tra una sciata e una passeggiata in Corso Italia – da una quindicina di agenti di scorta. Tutti alloggiati in alcuni alberghi del centro di Cortina, dopo aver rinunciato ad una sistemazione nella più vicina caserma del Corpo forestale dello Stato. Alta la stagione, alti i prezzi delle camere. E così qualcuno si è domandato se forse la spesa sostenuta dallo Stato non fosse ingiustificata. Anche considerato che una delle due personalità protette non era neppure un esponente del governo.
A nove mesi e qualche polemica di distanza da quella vicenda, l’esecutivo fa chiarezza. Rispondendo a un’interrogazione parlamentare, alcuni giorni fa il sottosegretario all’Interno Carlo De Stefano ha spiegato i dettagli della storia. Anzitutto le scorte. Il ministro della Giustizia Paola Severino ha diritto a una misura di protezione di 1° livello (per il ruolo che ricopre e per una lettera di minacce ricevuta lo scorso dicembre). Vale a dire «l’impiego di una scorta ravvicinata di 5 unità di polizia penitenziaria a bordo di automezzi specializzati, nonché un posto fisso di vigilanza giornaliera di 24 ore della residenza, fissa o temporanea, con turnazione di 2 unità dei polizia penitenziaria ogni sei ore, oltre a un coordinatore del servizio». Totale quattordici unità.
E la senatrice Alberti Casellati? Per lei era prevista una misura di protezione di 3° livello: «tutela su auto specializzata». Il motivo della scorta – così si intuisce dalla replica del governo – è il suo precedente ruolo di sottosegretario alla Giustizia (anche lei destinataria di una lettera di minacce e ancora sotto protezione perché all’epoca non erano «venute meno le ragioni di sicurezza che l’avevano richiesta» spiegano gli interroganti). Una scorta, è bene precisare, revocata il 27 giugno scorso. Anche se il provvedimento ha avuto efficacia solo un mese fa.
Gli alberghi. Le 5 unità di scorta ravvicinata alla titolare della Giustizia sono state alloggiate immediatamente in un hotel vicino la casa del ministro. D’altronde avevano il compito di «far fronte, con immediatezza, a tutte le esigenze dinamiche di protezione». Costo dell’albergo: «130 euro a persona, con applicazione dello specifico regime di convenzione praticato nei confronti del personale delle Forze di Polizia». Diverso il destino delle 8 unità «preposte al posto fisso di vigilanza». Loro, insieme all’ispettore coordinatore del servizio, sono state alloggiate presso una caserma del Corpo forestale dello Stato, a Collalto di Auronzo di Cadore. A 25 chilometri di distanza. «Tuttavia – spiega ancora il sottosegretario De Stefano – questa soluzione si è presto rivelata poco funzionale a causa dei molti chilometri che questi operatori erano costretti a percorrere ogni 6 ore, ad ogni cambio turno. Per tale motivo di è deciso di provvedere diversamente». In albergo anche loro, a Cortina. Ma a un costo leggermente minore rispetto ai colleghi: cento euro al giorno per ogni camera con due posti letto.
È andata meglio alle due unità di scorta alla senatrice Alberti Casellati. «Erano alloggiate in un albergo convenzionato con le Forze di Polizia – chiarisce il governo – ad un costo di 130 euro a persona». Durata del servizio, undici giorni. Dal 28 dicembre 2011 al 7 gennaio 2012. «Eppure resta un mistero – si chiede oggi il deputato leghista Franco Gidoni, firmatario dell’interrogazione – Perché tutti questi alberghi? A Cortina la caserma dei Vigili del Fuoco è attrezzata con un appartamento e una foresteria con diverse camere. Le scorte non potevano andare a dormire tutte lì?».