Tutti «i prodotti editoriali diffusi per via telematica, con periodicità regolare e contraddistinti da una testata» avranno l’obbligo di rettificare eventuali informazioni sbagliate o tendenziose ritenute diffamanti da un singolo o da un’ente. E contravvenire a questa norma potrebbe costare una multa dall’importo spaventoso, con cifre a cinque zeri. Una decisione, quella presa dal Senato nella giornata di ieri, che arriva su proposta – ma sarebbe meglio dire insistenza – del senatore Franco Mugnai, del Popolo della Libertà.
Un’eventuale promulgazione di quest’estensione del reato di diffamazione avrebbe conseguenze rilevanti nelle dinamiche di internet e delle pubblicazioni occasionali online, come i blog. Basterebbe infatti una semplice richiesta, avanzata da una persona che percepisce come diffamanti alcune informazioni che la riguardino, a costringere i titolari della pagina web a cancellare la pubblicazione contestata, rettificandone il contenuto. Proprio contro questo aspetto si è schierata Wikipedia Italia, che rischia di vedersi recapitare migliaia e migliaia di ingiunzioni di rettifica (e di pagamento) più o meno motivate.
L’enciclopedia virtuale ha oggi inserito questo messaggio nella testata di ogni pagina:
«Gentili lettori,
ancora una volta l’indipendenza di Wikipedia è sotto minaccia.In queste ore il Senato italiano sta discutendo un disegno di legge in materia di diffamazione (DDL n. 3491) che, se approvato, potrebbe imporre a ogni sito web (ivi compresa Wikipedia) la rettifica o la cancellazione dei propri contenuti dietro semplice richiesta di chi li ritenesse lesivi della propria immagine o anche della propria privacy, e prevede la condanna penale e sanzioni pecuniarie fino a 100.000 euro in caso di mancata rimozione. Simili iniziative non sono nuove, ma stavolta la loro approvazione sembra imminente.Wikipedia riconosce il diritto alla tutela della reputazione di ognuno e i volontari che vi contribuiscono gratuitamente già si adoperano quotidianamente per garantirla. L’approvazione di questa norma, tuttavia, obbligherebbe ad alterare i contenuti indipendentemente dalla loro veridicità. Un simile obbligo snaturerebbe i principi fondamentali di Wikipedia, costituirebbe una limitazione inaccettabile alla sua autonomia e una pesante minaccia all’attività dei suoi 15 milioni di volontari sparsi in tutto il mondo, che sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”.
Wikipedia è la più grande opera collettiva della storia del genere umano: in 12 anni è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. L’edizione in lingua italiana ha quasi un milione di voci, che ricevono 16 milioni di visite ogni giorno, ma questa norma potrebbe oscurarle per sempre.
L’Enciclopedia è patrimonio di tutti. Non permetteremo che scompaia».