Altro che fair play. Sulle regole delle primarie scoppia la rissa

Altro che fair play. Sulle regole delle primarie scoppia la rissa

Alla faccia del fair play. La campagna elettorale in vista del ballottaggio di domenica si accende improvvisamente. Sul regolamento delle primarie del centrosinistra si alza lo scontro tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi. Con tanti saluti al clima di serenità e cortesia che ha caratterizzato – per larghi tratti – il confronto televisivo di ieri sera.

A scatenare il polemiche è un avviso a pagamento pubblicato questa mattina su tre quotidiani nazionali: il Corriere della Sera, la Stampa e Qn. Una pagina che invita gli italiani al voto, aiutando la registrazione di quanti non hanno partecipato al primo turno. «Si decide il futuro dell’Italia». Una visita al sito www.domenicavoto.it permette di semplificare le procedure: compilando un questionario la richiesta di iscrizione all’albo degli elettori viene inviata direttamente al coordinamento provinciale competente.

Non tutti gradiscono. ll presidente dei garanti delle primarie Luigi Berlinguer si lamenta pubblicamente dell’iniziativa. I tre candidati sconfitti (Tabacci, Vendola e Puppato) insieme a Bersani presentano un esposto al collegio dei garanti. Il sito, infatti, è direttamente riconducibile a Renzi. Non al suo comitato. Ma alla fondazione Big Bang – nata lo scorso febbraio – che ha registrato il dominio della pagina web. Stando alla denuncia, Renzi avrebbe violato il divieto di ricorrere alla pubblicità a pagamento. Ipotesi esclusa dal regolamento delle primarie. Non solo: la campagna di comunicazione avrebbe il chiaro intento di aggirare le regole. Invitando i cittadini a iscriversi “semplicemente” scrivendo una mail ai coordinamenti provinciali (in realtà la registrazione non è così semplice ed è necessario giustificare il motivo nella mancata iscrizione).

«Siamo andati a dormire negli stati Uniti e ci svegliamo in Bulgaria». Giuliano Da Empoli non ci sta. Il responsabile del programma di Renzi organizza in poche ore una conferenza stampa nella sede del comitato romano. Lo staff del sindaco rottamatore difende la bontà dell’iniziativa. «Non stiamo assolutamente cercando di cambiare le regole, semmai solo di semplificarle». L’esposto di Bersani? Giustificato dalla paura di perdere il confronto. Le accuse vengono respinte al mittente. Nessuna pubblicità a pagamento: l’annuncio è «totalmente neutrale». Per Lino Paganelli, rappresentante renziano presso il comitato nazionale delle primarie, «l’esposto è inconsistente». «Perlatro non si tratta di un appello al voto per un candidato in particolare, ma un sistema per aiutare le persone che non sono state informate».

La discussa campagna pubblicitaria – probabilmente proseguirà anche domani – è costata 100mila euro. Per ora sembra aver raggiunto l’obiettivo. Gli organizzatori parlano di alcune decine di migliaia di mail già inviate attraverso il sistema informatico. Alle 12 erano state spedite attraverso il sito www.domenicavoto.it oltre 4.500 richieste di registrazione solo a Milano. Altre 1.500 a Torino, 1.000 a Bologna, 500 a Genova. Tante, forse troppe. Davanti all’esorbitante numero di domande alcuni coordinamenti provinciali sembrano andare in tilt. Tanto che in alcune località gli aspiranti elettori hanno iniziato a ricevere questa risposta: «A causa dell’alto numero di richieste non sarà possibile rispondere direttamente. In caso di mancata risposta la richiesta deve considerarsi non accolta. Ci scusiamo per il disagio».

«Adesso il comitato dei garanti si è inventato il silenzio-non assenso» alza la voce Paganelli in conferenza stampa. «Un oltraggio». In molte città alcuni cittadini che si sono presentati ai coordinamenti provinciali per registrarsi all’albo degli elettori sarebbero stati mandati via. A Reggio Emilia e Modena, raccontano i renziani, a qualcuno sarebbe stato persino chiesto di esibire i certificati medici (per giustificare il mancato voto di domenica scorsa).

Le polemiche sono destinate a proseguire. Domenica scorsa sono stati stampati circa 8 milioni di certificati elettorali. Dove sono finiti i documenti che non sono stati utilizzati? Lo staff di Matteo Renzi solleva il dubbio. Senza considerare che fino a questo momento nella banca dati del coordinamento nazionale sono stati registrati solo 1.200.000 elettori. Meno della metà di chi si è già recato alle urne. «Non temiamo nessun broglio, ma vogliamo che tutto sia gestito secondo le regole» si lamentano. Ma nel comitato nel sindaco di Frienze non si nega la possibilità di un eventuale ricorso.

Mentre lo staff di Renzi incontra i giornalisti, il segretario Pierluigi Bersani è negli studi di Rai Uno. Sta registrando la puntata di Porta a porta. A chi gli chiede un commento sui discussi spot pubblicati dai quotidiani non nasconde il fastidio. «Una cosa non gradevole». Poi l’avvertimento a Renzi: «Stiamo facendo delle primarie meravigliose, cerchiamo di non sfregiarle». Il rischio che la sfida con il sindaco rottamatore prosegua anche dopo la chiusura delle urne è alto. Le polemiche sul regolamento potrebbero proseguire per giorni. «È una vergogna – commentano dallo staff di uno dei candidati esclusi – i renziani hanno capito che perderanno, stanno cercando di far finire tutto a schifìo». 

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter