«I lavori della commissione sono compromessi, il dialogo è rotto». Poco dopo l’ultima votazione sulla riforma della legge elettorale la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro si sfoga a Palazzo Madama. Il tanto annunciato accordo sulla riforma del Porcellum è saltato. La commissione Affari costituzionali ha appena approvato un emendamento che modifica l’assegnazione del premio di maggioranza. Votano a favore Pdl, Udc, Lega Nord, Api, Mpa. Contrari solo il Partito democratico e l’Italia dei Valori. Per ottenere il premio di governabilità (pari al 12,5 per cento), bisognerà superare la soglia del 42,5 per cento. Sondaggi alla mano, un risultato che neppure l’alleanza tra Pd e Sel potrebbe raggiungere.
È l’epilogo di una giornata particolarmente tesa sul fronte della riforma elettorale. Le prime preoccupazioni tra i partiti arrivano già in mattinata. Quando il presidente del Consiglio Mario Monti assicura che di fronte alle lentezze del Parlamento un intervento del governo sarebbe «politicamente non auspicabile», ma «tecnicamente immaginabile». Poco dopo il segretario Pd Bersani lancia l’allarme contro possibili «colpi di mano» durante la trattativa in commissione. «Sarebbe imperdonabile una legge elettorale che in premessa impedisse la governabilità». Le cronache delle ultime ore confermano i suoi timori. In serata, dopo l’approvazione del discusso emendamento, Bersani alza la voce. «Evidentemente c’è qualcuno che, per paura che governiamo noi, vuole impedire la governabilità del Paese».
In Parlamento c’è chi parla apertamente di “emendamento ad personam”. Perché la modifica studiata da Lega e Pdl aiuterà i due partiti a limitare gli effetti della probabile sconfitta elettorale. Ma soprattutto agevolerà la nascita di un nuovo governo di compromesso, come auspicato dai centristi di Pier Ferdinando Casini. Un esecutivo guidato ancora una volta da un esponente autorevole ed equidistante dai partiti. Magari di nuovo Mario Monti?
Le reazioni del centrosinistra sono dure. C’è chi parla di truffa, chi di imbroglio. «Al Senato – le parole del leader di Sel Nichi Vendola – è andata in scena la notte dei morti viventi. Si è ricostituito il centrodestra sulla base della disperazione e con l’obiettivo di rendere ingovernabile il Paese. Anche Casini evidentemente ha sentito il richiamo della foresta. Della serie, va dove ti porta il cuore…». Il leader centrista respinge ogni accusa. L’emendamento che alza la soglia per ottenere il premio di maggioranza? «Non ha nulla a che vedere con il Monti-bis». Poi spiega: «Ci sono reazioni di facciata e reazioni di sostanza. Vedrete che alla fine arriveremo a un accordo».
Le premesse non sembrano particolarmente positive. Il confronto tra Pd e Pdl rischia di essere effettivamente compromesso. «Bersani vorrebbe governare a prescindere dai voti – attacca il berlusconiano Altero Matteoli – Non è mai accaduto: se vuole guidare il Paese dovrà avere i consensi necessari». Maurizio Gasparri rincara: «Non si può dare un premio del 55 per cento a chi ha preso il 30 per cento dei voti».
Il Pd è convinto di essere la vittima predestinata. La modifica approvata a Palazzo Madama è stata appositamente studiata per colpire Bersani. «Chi ha votato l’emendamento sono forze politiche che vogliono consegnare il Paese a una situazione dove nessuno vince e nessuno perde» tuona la Finocchiaro. Al Nazareno si teme una riedizione delle elezioni del 2006. Quando, complice la nuova legge elettorale, il centrosinistra di Romano Prodi pur vincendo alle urne non era riuscito a governare.
C’è anche un’altra ipotesi. Più che un emendamento a favore del Monti-bis, quello approvato oggi al Senato potrebbe rappresentare l’ultima salvezza dei partiti di fronte al ciclone Grillo. A Palazzo Madama in tanti sono rimasti impressionati dalla Regionali siciliane (dove il Movimento Cinque Stelle è diventato il primo partito). Le priorità sono improvvisamente cambiate. Adesso l’obiettivo principale è fare in modo che il blogger genovese non riesca a conquistare la maggioranza dei seggi in Parlamento. La verità, forse, la rivela il leader dell’Api Francesco Rutelli. Uno degli autori della proposta di modifica. «Una soglia significativa – le parole dell’ex ministro – è la condizione base per evitare avventure. Occorre una soglia alta per avere un premio di maggioranza per governare, altrimenti il rischio è che il primo partito che ottiene il premio è Grillo. Ed è un rischio molto alto».