Preoccupazione Udc: «Quanti posti vuole Montezemolo?»

Preoccupazione Udc: «Quanti posti vuole Montezemolo?»

Ufficialmente gli uomini di Pier Ferdinando Casini sono soddisfatti. Non potrebbe essere altrimenti. Il blocco politico che punta sulla conferma di Mario Monti a Palazzo Chigi è in crescita. La strada tracciata dai centristi è diventata improvvisamente di moda. Sabato scorso Luca Cordero di Montezemolo ha annunciato la discesa in campo del nuovo movimento. “Verso la Terza Repubblica”. Ora il presidente del Consiglio può contare sul sostegno di Italia Futura, della Cisl, delle Acli, della Comunità di Sant’Egidio. Oltre a Udc e Futuro e Libertà. Il progetto politico dell’ex presidente della Camera – da sempre a favore del Monti bis – si fa più concreto.

Eppure sono proprio gli uomini di Casini a guardare con le maggiori perplessità la novità proposta da Montezemolo. «Entusiasmo per la convention di Italia Futura? Non direi proprio» raccontano da via Due Macelli. La convergenza alla fine ci sarà, certo. Il progetto è lo stesso, gli obiettivi anche. Presentarsi alle elezioni divisi sarebbe una follia. Ma l’accordo è vissuto quasi come un evento inevitabile. Obbligato. Non è un caso se in programma non ci sia ancora alcuna iniziativa congiunta.

Perché tanto timore? Montezemolo e i suoi rischiano di togliere a Casini il ruolo di protagonista che il leader Udc si è faticosamente conquistato. L’ex democristiano è riuscito a costruire un progetto politico invidiabile. Il suo centro è equidistante da Pd e Pdl, quindi in grado di dialogare con entrambi. Ora qualcuno può rubargli la scena. Ecco perché non stupisce la sua prima reazione alla novità del fine settimana. Commentando la convention di Montezemolo, Casini ha parlato di «una positiva iniezione di concorrenza». Non di nuovi alleati. Questa mattina, intervenuto su Rai Uno, ha messo le cose in chiaro. Tanti complimenti all’iniziativa del presidente Ferrari. «Ma la realtà è che finalmente si riconosce che c’è la necessità di rafforzare un’area politica. E non aveva sbagliato chi come me aveva tenuto aperto questo spazio politico contro tutto e contro tutti. Quattro anni fa c’era chi mi prendeva per matto, ma tutto quello che è capitato cui ha dato ragione». Insomma, si va avanti insieme. Non si può fare altrimenti. Ma nessuno provi a mettere in discussione il suo ruolo. «Casini aspira a rimanere uno degli attori principali di questa realtà – spiega uno dei suoi fedelissimi – E mi sembra anche normale».

Di certo il leader centrista vedrà ridotta la sua libertà di movimento. Fino a oggi si è potuto confrontare con Bersani e Alfano come meglio ha creduto. Flirtando con il Pd, strizzando l’occhio ai moderati pidiellini. Negli ultimi mesi ha pianificato un capolavoro di strategia politica, destinato a dare i suoi frutti dopo le elezioni (a prescindere dal loro esito). Adesso chi stabilirà i movimenti e le alleanze del grande contenitore montiano? Di certo non più l’Udc da sola. Al silenzioso Gianfranco Fini, tra gli alleati, ora si affiancano i protagonisti di “Verso la Terza Repubblica”.

Qualcuno prova a smontare le polemica. «Casini ha già accettato di condividere la sua leadership – spiegano dal partito – Ha scelto di chiudere l’esperienza dell’Udc per dare vita a una realtà più grande». Sarà. Intanto il progetto della lista unica sta già creando qualche mal di pancia tra i centristi. «Vorrei sapere chi può dire quanto vale Montezemolo nelle urne» si chiede un uomo di Casini. La domanda è tutt’altro che banale. A pochi mesi dal voto è importante fare chiarezza sui reali rapporti di forza all’interno del nuovo fronte dei montiani. «Prima di decidere quanti deputati e senatori dare a Montezemolo bisognerà pure quotarli questi di Italia Futura» ammette un deputato di Futuro e Libertà. La battaglia per le poltrone è già iniziata. E così dall’Udc c’è già chi maliziosamente sottolinea l’assenza di Montezemolo dalle ultime elezioni. «Si sono ben guardati dal presentare una propria lista, anche alle amministrative».

A qualcuno non è andata giù l’intervista di Nicola Rossi, montezemoliano doc. Questa mattina sul Corriere il senatore ex Pd criticava l’Udc. «Non basta traghettare ceto politico dalla seconda alla terza Repubblica. Casini deve liberarsi di un po’ di classe politica e guardare all’esterno». Non c’è ancora l’intesa e già si discute? «Ma no, questo è il momento della tattica» mette le mani avanti un dirigente centrista.

E così tornano di moda i retroscena sul difficile rapporto tra Casini e Montezemolo. «Tra i due c’è qualche frizione. È chiaro a tutti» racconta il deputato finiano, che per il futuro confida nelle capacità di mediazione del presidente della Camera. C’è chi ricorda i primi dissapori tra Casini e il leader di Italia Futura. Risalgono alla scorsa estate. Montezemolo non avrebbe gradito – e non ha fatto nulla per nasconderlo – la decisione di invitare l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia alla festa Udc di Chianciano. «L’ha vissuta come uno sgarbo personale». Gli uomini di Casini non negano le difficoltà. Anche se a sentir loro i rapporti più burrascosi sono proprio quelli tra Montezemolo e i suoi “ex amici” in procinto di sostenere la ricandidatura di Monti. La Marcegaglia, appunto. Ma anche il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. «Tra tutti e tre hanno un bel caratterino…» scherzano a via Due Macelli. Intanto Mario Monti non si è ancora candidato.

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