La Merkel sponsorizza Monti. Ora è dura per lui tirarsi indietro

La Merkel sponsorizza Monti. Ora è dura per lui tirarsi indietro

Una doppia offensiva per convincere Mario Monti a scendere in campo, alla guida del centrodestra italiano. Poche ore fa è stato il Partito popolare europeo a corteggiare il Professore. Domenica saranno diversi dirigenti del Popolo della libertà a chiedere al premier di candidarsi. Silvio Berlusconi per ora resta da parte. L’incontro di oggi a Bruxelles ridimensiona il suo sogno di puntare a Palazzo Chigi per la sesta volta. Se non è un’imboscata, poco ci manca. Al pranzo dei leader del Ppe Mario Monti arriva senza essere stato annunciato. Lo ha invitato il presidente del Partito popolare europeo Wilfred Martens, che non ha informato quasi nessuno. La presenza del premier italiano è irrituale e per questo particolarmente significativa. L’incontro è prettamente politico, da protocollo non ci sarebbe spazio né per esterni né per tecnici. Anche per questo, raccontano da Bruxelles, all’ingresso di Monti diversi presenti restano visibilmente sorpresi.

«Se Monti ha deciso di accettare l’invito – si ragiona a Montecitorio – vuol dire che ha accettato di dialogare con il Ppe». Una scelta di campo? È presto per dirlo. Non sfugge neppure al Professore che un candidatura alla guida del fronte moderato, in caso di sconfitta elettorale rischia di sbarrare anche la strada per il Quirinale. Il vertice europeo ha un’altra conseguenza. L’evidente marginalizzazione del Cavaliere. Davanti ai leader del Ppe Monti è chiamato a raccontare la nascita e l’attività del suo governo. Ma anche, soprattutto, i motivi della sua fine. Il Professore ripercorre la decisione del Pdl di togliere la fiducia all’esecutivo. Curiosamente è proprio il presidente del Consiglio, al termine del pranzo di lavoro, a rivelare ai cronisti la scaletta degli interventi. Dopo il suo discorso è intervenuto Berlusconi, «poi hanno preso la parola la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker e il presidente della Commissione europea José Manuel Durao Barroso». Al termine una breve replica di Berlusconi e Monti.

Il Partito popolare europeo si schiera con Mario Monti. I leader si affrettano a congratularsi con il Professore per il lavoro svolto. «Il presidente Martens – svela Monti – ha confermato il grande sostegno del Ppe all’attività di governo e sottolineato il grande lavoro svolto in questi mesi, dedicando parole molto cortesi all’attuale governo». Anche il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso elogia pubblicamente l’operato dell’esecutivo Monti. Non è tutto. Secondo alcune indiscrezioni diversi esponenti del partito avrebbero apertamente chiesto al Professore di rimanere a Palazzo Chigi. Tra loro anche Angela Merkel.

Alla fine ognuno dà la sua versione dei fatti. «Sfiduciato? No, mi sono sentito coccolato, anzi coccolatissimo» racconta Berlusconi. Più o meno contemporaneamente il premier olandese Mark Rutte assicura che il Ppe ha offerto il proprio «appoggio politico a Monti, non a Berlusconi». Di certo durante l’incontro la candidatura di Silvio Berlusconi non viene neppure presa in considerazione (se non dallo stesso ex premier, che lasciando la sede del Ppe ammette di stare ancora aspettando «di vedere cosa succede»). Quella europea assomiglia a una bocciatura. Anzi, lo stesso Cavaliere durante il suo intervento deve riproporre a Monti l’offerta avanzata ieri sera. Se il Professore scende in campo per rappresentare il fronte moderato, lui si farà da parte. Il diretto interessato, raccontano, preferisce non rispondere. Prende tempo. Anche ai giornalisti che più tardi lo incalzano su questo tema, Monti lascia il dubbio. «Sono impegnato ancora per qualche breve tempo nel portare a compimento speditamente ciò che il governo deve ancora compiere. E non sarebbe il luogo per considerazioni di questo tipo».

Da Bruxelles a Roma. Domenica i dirigenti Pdl vicini al presidente Monti si daranno appuntamento al teatro Olimpico. Un incontro potenzialmente esplosivo, che con il passare delle ore si è in parte ridimensionato. L’intervento di ieri sera di Silvio Berlusconi – durante la presentazione del libro di Bruno Vespa – ha tranquillizzato molti dei vertici pidiellini. Prima l’apertura a Mario Monti, poi – con un po’ di confusione – anche al segretario Angelino Alfano. Ma è stata rassicurante anche la retromarcia sul progetto di rottamazione del partito. E la garanzia di una poltrona per gran parte dei parlamentari anche nella prossima legislatura.

Tanti i promotori dell’iniziativa. Il manifesto ufficiale elenca una lunga serie di think tank, in rappresentanza di quasi tutto il gruppo dirigente pidiellino. Ci sono le fondazioni di Gianni Alemanno, Roberto Formigoni, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello, Adolfo Urso, Fabrizio Cicchitto, Franco Frattini, Andrea Augello. C’è chi parla di una prova di forza. Di certo il progetto “Italia popolare” che nascerà domenica sarà un omaggio ad Alfano (che chiuderà l’incontro). «Vogliamo dimostrare – racconta uno degli organizzatori – che il segretario ha il “quid”».

Un correntone vicino al segretario, ma dentro il Pdl. Un gruppo di pressione per chiedere una svolta filo montiana al partito. Ma anche per fermare sul nascere una campagna elettorale dai toni populisti e antieuropei. L’obiettivo è quello di dar vita a una sezione italiana del Partito popolare europeo. E di costruire un nuovo centrodestra, senza la Lega Nord, a sostegno del Professore. E se Monti dirà di no? «A quel punto il nostro candidato premier è Angelino Alfano» spiegano alcuni dei protagonisti dell’incontro. La situazione è in continua evoluzione. Da qui a domenica lo scenario potrebbe cambiare radicalmente. Ma probabilmente sbaglia chi ritiene che la fronda pidiellina abbia messo all’angolo il Cavaliere. Anzitutto perché non è detto che Berlusconi sia contrario all’idea di non candidarsi (al momento neppure lui sembra aver preso una decisione chiara). Anzi, nel Palazzo sono in molti a credere che Berlusconi – annusato l’imminente tracollo elettorale – abbia deciso di mandare avanti qualcun altro.