Antipolitica, quando la “casta” regala il suo meglio

Il suicidio quotidiano di una classe dirigente lontana dal paese reale

Allontanare ulteriormente la politica dai cittadini. Dati gli ottimi risultati già raggiunti in Italia, l’impresa non è facile. Eppure nel Palazzo c’è chi ci sta provando. L’occasione è propizia: l’elezione del presidente della Repubblica, i primi passi della nuova legislatura, la nascita del governo. Leader e dirigenti di partito lanciano la sfida. Come rendere la nostra classe politica ancora più impopolare?

Un buon punto di partenza è il Quirinale. Per far crescere la sfiducia degli italiani nelle istituzioni serve selezionare con attenzione chi guiderà il Paese per i prossimi sette anni. In questi giorni di nomi ne girano parecchi. Da qui a giovedì, quando il Parlamento in seduta comune inizierà a votare il successore di Giorgio Napolitano, c’è tempo per calibrare la scelta. Sarebbe opportuno puntare su un presidente lontano dalla gente, il classico rappresentante del Palazzo. Meglio se frutto degli accordi – rigorosamente sottobanco – tra i principali partiti.

La nomina di Giuliano Amato avrebbe un indubbio vantaggio. Non serve scomodare le recenti polemiche sull’entità della sua pensione (polemiche peraltro sempre respinte al mittente dal diretto interessato). Nel 1992 è stato proprio il dottor Sottile – all’epoca presidente del Consiglio – a varare un celebre prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti degli italiani. Una decisione necessaria per far quadrare i conti pubblici, probabilmente. Che nel Paese in pochi hanno dimenticato.

Un metodo di indubbio successo per allontanare ancora di più il Paese dalla politica? Marcare a fondo la distanza tra cittadini e Palazzo. Ecco perché da qui ai prossimi giorni sarebbe vantaggioso organizzare qualche incontro in stile “carbonaro” nelle segrete stanze del Parlamento. Tipici appuntamenti da inciucio. Ottimo il faccia a faccia tra Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi della scorsa settimana, organizzato all’ultimo piano di Montecitorio lontano da sguardi indiscreti e all’insaputa di tutti (un vertice che non a caso dovrebbe essere ripetuto domani). È bene che il nome del prossimo presidente della Repubblica sia selezionato in questo tipo di incontri. Per le future occasioni si suggerisce l’assenza totale di commenti e dichiarazioni al termine delle riunioni. Quando la notizia sarà trapelata, meglio affidarsi a un paio di comunicati ufficiali. Magari scritti in buon politichese.

Quirinale e governo. L’antipolitica passa anche da Palazzo Chigi. Certo, l’ipotesi di un governissimo frutto di un attento scambio di poltrone non è male. Da non scartare anche il progetto di un nuovo esecutivo tecnico, tanto per confermare l’incapacità di guidare il Paese della nostra classe politica. E in quel caso chi sarebbe il premier? Pochi dubbi: per indispettire gli italiani al punto giusto sarebbe sufficiente confermare al suo posto Mario Monti. Il recente risultato elettorale di Scelta Civica rappresenta una buona garanzia di insuccesso.

Ma il colpo da maestro è un altro. Non a caso gran parte dei leader politici puntano proprio a questo: elezioni anticipate. Tutti al voto per superare l’impasse istituzionale. Subito, magari già a luglio. Una bella campagna elettorale con i primi caldi avrebbe il merito di rendere indigeste anche le ferie estive. Agli osservatori più attenti non sarà sfuggita la similitudine con quanto accaduto in Grecia. Né la genialità di obbligare gli italiani a scegliere i propri rappresentanti con le liste bloccate del Porcellum, ancora una volta.

Già, ma nel frattempo come esasperare gli animi degli elettori più pazienti? Può risultare utile continuare a sollevare polemiche tanto feroci quanto lontane dalle necessità del Paese. Ottima l’iniziativa del Partito democratico, che approfittando delle consultazioni al Colle ha avviato la guerra di successione alla segreteria. Renzi contro Bersani, Bersani contro Renzi. Veti, controveti, offese e insulti. Magistrale la recente iniziativa della ex capogruppo al Senato Anna Finocchiaro, che poche ore fa ha dato del «miserabile» al sindaco di Firenze.

Di Silvio Berlusconi non è il caso di parlare. Quando si tratta di raggiungere certi obiettivi raramente il Cavaliere delude le aspettative. È giusto invece sottolineare gli sforzi di una nuova forza politica, il Movimento Cinque Stelle. Per allontanare ancora di più i cittadini dalla politica serve anche il loro contributo. Degna di nota la scelta dei due capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi, che tra una gaffe istituzionale e una rettifica stanno svolgendo con impegno il proprio compito. Per mortificare ancora un po’ le attese di tanti elettori può andare bene qualche colpo a sorpresa. Magari già nei prossimi giorni. Sarebbe auspicabile qualche voto in dissenso dal proprio gruppo – ovviamente ben celato nel segreto dell’urna – durante l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Interessante conferma, dopo i distinguo al momento di votare il presidente del Senato. 

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter