Di Maio: “Dimezzarci la paga per restare umani”

Parlamentari M5s: un conto alla Camera su cui versare metà stipendio per scopi sociali

La busta paga arriva a fine mese anche in Parlamento. I primi stipendi della nuova legislatura sono stati accreditati ai deputati venerdì pomeriggio. Nello stesso giorno il Movimento 5 Stelle è passato all’attacco: i tre membri grillini dell’ufficio di presidenza della Camera hanno inviato formale richiesta alla Boldrini per l’apertura di un fondo cui destinare le eccedenze dello stipendio. In base al codice di comportamento i pentastellati intascano 2.500 dei 5.000 euro netti d’indennità, anche se resta aperto il dibattito interno su diaria, benefit e le altre voci della busta paga.

Per far chiarezza sulla selva di emolumenti e rimborsi al vaglio dell’accetta grillina, Linkiesta ha raggiunto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, tra gli estensori della lettera sopracitata. «Non si può pensare che questo risolva i problemi, ma è un primo passo per far restare umani i parlamentari», spiega il deputato, che fa una botta di conti: «Se il nostro codice di comportamento fosse applicato a tutti i parlamentari andremmo a risparmiare 42 milioni di euro l’anno».

Ci spieghi l’iniziativa.
Vogliamo che le eccedenze del nostro stipendio vadano in un fondo sorvegliato e trasparente, che non sia nelle nostre disponibilità. Abbiamo chiesto alla presidente Boldrini di aprire un capitolo di spesa nel bilancio della Camera dove poter versare i soldi. È un conto aperto a tutti i deputati.

Nella richiesta parlate di un fondo controllato da un ente terzo.
Per noi l’ente terzo è la Camera dei Deputati che collegialmente gestisce i fondi attraverso l’ufficio di presidenza e gli altri organi di controllo. Il denaro deve passare da qui.

Avete ricevuto adesioni da esponenti di altri partiti?
Ci sono parlamentari che negli anni hanno sempre donato una parte del loro stipendio, ma nessuna forza politica utilizza questa via come codice di comportamento. Noi possiamo garantire che per i nostri deputati e senatori avverrà. Parliamo di un risparmio di 350.000 euro al mese e oltre 4 milioni di euro l’anno.

Idee sulla destinazione delle somme?
Vorremmo che il fondo riguardasse tutti i deputati e senatori, non solo il M5s, dunque sarà una decisione più ampia. Le somme potrebbero essere destinate al fondo di ammortamento dei titoli di stato, oppure a fini sociali come si fa in Sicilia con il fondo per il microcredito alle piccole e medie imprese.

Ok l’indennità. Ma su diaria e benefit c’è un’accesa discussione nel M5s.
A breve l’ufficio di presidenza della Camera affronterà il discorso delle diarie. Oggi c’è una quota forfettaria legata solo per metà alla rendicontazione, mentre l’orientamento per il futuro è che le diarie siano interamente erogate a piè di lista, dietro presentazione di fatture.

Resta il vostro dibattito interno.
Per quanto riguarda l’attuale parte eccedente della diaria, ci sono esigenze diverse in base ai parlamentari. Dobbiamo parlarne e orientarci, se versarla nel conto della Camera o fare donazioni singolarmente. Faccio un’ipotesi: i deputati della zona della Val Di Susa potrebbero decidere di dare una parte della loro eccedenza al movimento No Tav. Comunque nei prossimi giorni faremo le nostre scelte e adotteremo una linea comune.

Eppure in molti hanno manifestato disagio rispetto ai costi della vita a Roma e all’entità dell’impegno.
Se il parlamentare ha delle spese può contare sul budget della diaria, basta rendicontarle online, come facciamo noi del M5s. Non bisogna per forza far avanzare qualcosa dalla diaria, lo dico con tutto il realismo del mondo. Se le spese assorbono l’intero budget vorrà dire che sono servite. L’importante è la trasparenza.

Non c’è il rischio che il dibattito su costi ed emolumenti diventi una caccia alle streghe?
No, lanciamo segnali che sono nel nostro dna. Diamo l’esempio alla cittadinanza e contemporaneamente lavoriamo per risolvere i problemi del paese. 

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