La Terza commissione del Consiglio Superiore della Magistratura nega all’unanimità l’autorizzazione all’ex pm di Palermo, oggi leader (trombato) di Rivoluzione Civile, di andare a ricoprire l’incarico di presidente della “Riscossione Sicilia Spa”, società che riscuote le tasse in Sicilia. In effetti lo ‘scandalo’ sarebbe stata la decisione opposta: cioè che un pm andasse a ricoprire un incarico “politico” nella stessa città in cui ha fatto il Pubblico Ministero, rigorosamente in aspettativa. Per non mettersi in gabbia sarebbe stato sufficiente dimettersi dalla magistratura, come dovrebbero fare, a rigor di logica, gli ex magistrati poi candidati. Ora invece il plenum del Csm deciderà sul trasferimento di Ingroia tra i monti di Aosta.
11 Aprile 2013