Una polizza sanitaria valida solo per coppie eterosessuali. L’imbarazzante regolamento non viene applicato in un luogo di lavoro qualunque, ma alla Camera dei deputati. A farne le spese, pochi giorni fa, è stato il parlamentare del Pd Ivan Scalfarotto. Obbligato a sottoscrivere un’assicurazione estensibile anche ai conviventi more uxorio. Ma solo se di sesso diverso. La soluzione è più surreale del problema. Per risolvere la questione al deputato è stato chiesto di inoltrare una domanda all’ufficio di Presidenza, che ha aperto un’istruttoria sulla vicenda.
Allora Scalfarotto, che è successo?
Eletto alla Camera per la prima volta, durante le procedure di accoglienza un’impiegata mi ha spiegato che dal mio stipendio sarebbero stati prelevati ogni mese 500 euro per la polizza sanitaria. Un’assicurazione estensibile, a fronte di un ulteriore contributo, anche alla famiglia.
Quale famiglia?
Al coniuge e ai conviventi more uxorio.
A quel punto che è successo?
Ho fornito le generalità del mio convivente more uxorio, che si chiama Federico. L’impiegata si è irrigidita. Mi ha detto che non sapeva se una situazione del genere fosse prevista dal regolamento e ha chiamato un funzionario.
Addirittura.
È arrivato il funzionario ed è iniziata una lunga discussione. Mi hanno spiegato che l’estensione dell’assicurazione doveva intendersi al convivente more uxorio di sesso opposto. Se non ero d’accordo avrei dovuto fare un’apposita richiesta all’Ufficio di Presidenza. All’inizio mi sono opposto. Nel regolamento non c’è scritto nulla di tutto questo. Peraltro Federico è già nel mio stato di famiglia.
Alla fine ha deciso di fare domanda.
Dopo un confronto di oltre un’ora. Al funzionario, comunque gentilissimo e professionale, ho spiegato che avrei presentato la richiesta. Ho scritto una lettera molto dura. Mi sentivo umiliato come cittadino e come parlamentare. Perché nel dubbio la Camera sceglie un’interpretazione più escludente e non inclusiva? Leggere parole che non ci sono è pericoloso. A questo punto qualcuno potrebbe decidere che l’assicurazione è valida solo per deputati di razza bianca.
È la prima volta che succede?
Durante la scorsa legislatura la deputata Pd Anna Paola Concia è stata costretta a presentare la stessa domanda all’ufficio di Presidenza. La questione è stata tirata per le lunghe fino allo scioglimento delle Camere. Non le è mai arrivata una risposta.
Adesso che succede?
Ieri l’Ufficio di presidenza ha deciso di aprire un’istruttoria, che è stata affidata al vicepresidente Roberto Giachetti. La questione è nelle sue mani, riferirà il prima possibile. Sull’assicurazione però vorrei fare alcune precisazioni.
Prego.
La polizza è a pagamento, non rappresenta alcun benefit della Casta. E soprattutto è obbligatoria. Anche volendo non si può rinunciare.
Certo, al suo posto sarebbe stata facile lasciar perdere.
È chiaro che questa vicenda serve anche per sollevare un caso politico. Forse servirà per obbligare il Parlamento a riconoscere uguale dignità alle coppie sposate e alle coppie di fatto, anche gay. Curiosamente, poi, il Parlamento non ha mai fatto una legge sulle coppie di fatto, ma quando si tratta delle proprie polizze assicurative riconosce i conviventi. Anche se solo quelli eterosessuali.
Adesso attende una risposta dell’Ufficio di Presidenza.
Aspetto fiducioso.
Ha già ricevuto la solidarietà dei colleghi?
Qualcuno, certo. Ma non aspetto solidarietà, piuttosto una chiara decisione del Parlamento.
Strano a dirsi, ma questo è un tema ancora scomodo.
Anche per questo ho già presentato tre proposte di legge: una per il riconoscimento dei matrimoni gay, una contro l’omofobia e la transfobia e una per la riassegnazione anagrafica del genere. Per ora sto incontrando molta sensibilità sul tema. Sto raccogliendo le firme, vorrei che queste proposte fossero trasversali, presentate da tutti i partiti.
Eppure una legge sull’omofobia la Camera non l’ha ancora approvata.
Durante la scorsa legislatura il mio progetto di legge che chiede l’estensione della legge Mancino all’omofobia e alla transfobia era già stato presentato. Ma non è mai stato preso in considerazione.