ROMA – Il 50,7% dei consensi alle primarie ha sancito la vittoria di Ignazio Marino, ora ufficialmente candidato sindaco di Roma per la coalizione di centrosinistra. Eppure il trionfo bulgaro del chirurgo genovese si conferma punta di un iceberg dagli equilibri precari. Terminato tra mille sussulti, il percorso delle primarie è stato lastricato di polemiche al vetriolo, scarsa visibilità mediatica e lotte intestine. Diversi i campi di battaglia come i manifesti abusivi di David Sassoli, i sospetti sui rom ai seggi (su cui è andato all’attacco anche il M5s) e l’ombra di Goffredo Bettini, dominus del voto e regista della vittoria mariniana.
Ora, in vista della sfida elettorale del 26 e 27 maggio, il Pd è chiamato a sedare le correnti deluse e ricomporre le lacerazioni che bruciano sottotraccia. Gli annunci a onor di telecamera sono tutti per il nemico Alemanno, mentre si guarda con sufficienza al candidato outsider che poi tanto outsider non è: Marcello De Vito, 38 anni, avvocato civilista e uomo del Movimento 5 Stelle per il Campidoglio. Al Nazareno derubricano la sua corsa a quella di un novizio abbastanza sbarbato da non destare preoccupazioni. Per parte sua, Marino lancia la proposta “grillina” di «referendum di indirizzo per le decisioni strategiche coinvolgendo i cittadini che vogliono partecipare, anche online».
Emblematico il fatto che domenica sera, nell’annunciare la vittoria dell’ormai ex senatore Pd, Repubblica.it abbia dimenticato di inserire il nome di De Vito tra i competitor per il Campidoglio. Semplice lapsus, certo, ma spunto di riflessione per quegli osservatori che tentano di smuovere un clima di ingiustificato relax, evocando il caso Pizzarotti a Parma e lo spettro del ballottaggio a Roma, dove De Vito potrebbe contare sul serbatoio di voti in uscita dall’eventuale schieramento escluso.
Intanto il Movimento 5 Stelle è al lavoro per collaudare la macchina elettorale. Su forum e meetup si respira entusiasmo: dal web è nato il programma, oltre a un articolato documento di proposta per la pianificazione della campagna elettorale, firmato a quattro mani da Marcello De Vito e Andrea Puggioni. Diversi attivisti sono stati reclutati per lo staff che scorterà la maratona del candidato verso il Campidoglio. Gruppo comunicazione, logistica, organizzazione eventi. Ci si muove a 360 gradi, «seppur con pochi fondi e la sola forza dei volontari», fanno sapere dal comitato grillino. Lunedì De Vito è volato a Milano con il suo capo ufficio stampa per incontrare Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Negli uffici della Casaleggio Associati si è fatto il punto sulla strategia elettorale, che, tra l’altro, prevede la discesa in campo del comico genovese per il gran finale della corsa capitolina.
Sarà una campagna low cost con ampio spazio per social network e iniziative pubbliche a ridotto impatto ambientale. «Non faremo lo scempio dei manifesti abusivi verificatosi con le primarie del Pd», ripetono. C’è chi chiede di lasciar perdere cartellonistica, mentre altri tifano per un’affissione «ordinata, nei posti autorizzati», magari usando carta riciclata. Sono previste anche divisioni del territorio per il porta a porta nei municipi e l’adozione di singoli candidati da sostenere. Buona parte delle iniziative è in via di definizione: si è cominciato con una biciclettata e la pulizia del parco Pineto, senza contare gli “infopoint”, i gazebo e i banchetti sparsi per la città.
In vista del primo maggio niente concerto a Piazza San Giovanni, peraltro già “violata” dai grillini durante lo Tsunami Tour. Al tradizionale happening di Cgil, Cisl e Uil, la giovanile del M5s romano contrappone un evento con esibizioni canore, proiezioni di cortometraggi e discoteca a “Stazione Birra”, locale in zona Capannelle. Tra gli ospiti il Cappellaio Matto, al secolo Emiliano Martini, già noto per alcuni passaggi tv.
De Vito potrà inoltre contare sull’appoggio chiave dei parlamentari a cinque stelle, quantomeno quelli romani: «Certo, noi deputati e senatori saremo in campo per sostenere Marcello», conferma il deputato Alessandro Di Battista al telefono. Tra i maggiori sponsor di De Vito figura anche la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi, amica e sostenitrice dell’avvocato nei ranghi del movimento capitolino. Agli attivisti invece è demandata la scelta della location per l’evento di chiusura della campagna elettorale, «a cui parteciperà anche Beppe Grillo». Tra le opzioni del sondaggio online svettano le opzioni «luogo simbolo in periferia» e «luogo simbolico tradizionale». Anche se il simbolo per eccellenza resta il comico genovese. Che, nei prossimi giorni, potrebbe cominciare a impensierire pure i litiganti di casa Pd.