Prima ci ha pensato Elio delle Storie tese a mettere allo scoperto limiti e soprattutto “complessi” del concertone del primo maggio a Roma (da ascoltare Il complesso del Primo maggio). Ora i sindacati confederali gli danno ragione, con l’espulsione di Fabri Fibra. Il motivo? Le canzoni del rapper sarebbero piene di messaggi omofobi e misogini, a detta dell’associazione D.i.r.e (Donne in rete contro la violenza), che in una lettera aperta a Cgil, Cisl e Uil ha chiesto la cancellazione di Fabrizio Tarducci dal cartellone del raduno di Piazza San Giovanni. Detto, fatto.
Le canzoni contestate sono due: “Su le mani” e “Venerdì 17”. Testi forti, pieni di parolacce. Politicamente scorrettissime. Niente, però, che potrebbe scandalizzare i ragazzini che il primo maggio affolleranno la piazza. Gli stessi che, per dirla tutta, ascoltano ogni giorno la musica di Fabri Fibra nelle cuffie dei loro iPod. Ma cosa vuoi che ne sappiano Camusso, Bonanni e Angeletti del rap? «Nei miei testi forse non tutti ci leggono l’impegno politico o sociale necessario per eventi del genere. Nel 2013, per alcuni, il rap e i suoi meccanismi artistici sono ancora da interpretare e da capire fino in fondo», ha scritto Fibra su Facebook. E su Twitter aggiunge: «Il Primo Maggio è ancora soggetto a certi schemi che in altri circuiti live non ci sono o comunque non ci sono più». «Purtroppo certa “sinistra” no sa, come ha recentemente dimostrato, osare un granché», sintetizza qualcuno.
Ecco le canzoni “incriminate”. Giudicate voi.