Dalla “valanga” alle tasse: le grandi frasi di Epifani

Parole di fuoco contro Gelmini, Marchionne e i sindacati stessi

Guglielmo Epifani, socialista e poi leader sindacale, ora a capo della segreteria del Pd. Una reggenza? Un traghettamento? Conoscendo il suo carattere deciso e ambizioso, sembra di no. Dialogante e maestro della trattativa, certo. Ma ha sempre avuto le idee chiare e posizioni forti. Anche quando, da segretario generale della Cgil (dal 2002 al 2010) sfidava il governo e la Fiat, nella prosecuzione di una lotta sindacale ereditata dal secolo precedente, con frasi e parole di fuoco.
 

2002, L’anno peggiore
«È stato forse l’anno peggiore per l’unità sindacale», in cui rivendica il fatto di non aver permesso che la Cgil firmasse il Patto per l’Italia, cui avevano aderito, invece, Cisl e Uil
 

2008, Arriva la valanga
«Sta arrivando la valanga. Dalle analisi fatte in queste ore, esce un quadro della crisi economica molto più pesante», critica il governo e la scarsa (a suo dire) reazione alla crisi dei mercati
 

2008 Contro la Gelmini
«Se penso alle frasi Maria Stella Gelmini c’è da mettersi le mani nei capelli» (Il ministro per l’istruzione aveva proposto di reimpiegare i precari della scuola del turismo)
«Le sue proposte sono di un’assurdità. Queste frasi riassumono l’assenza di un pensiero degno di questo nome. Ma se nessuno contraddice queste voci, succede che la gente si abitua a considerare vere le scemenze».
 

2009, La crisi taciuta
«Fino alla fine del 2010 la situazione per l’ occupazione resterà grave. È inutile nascondere questi problemi, dovrebbero essere al centro dell’ attenzione del governo, del dibattito politico e del mondo dell’informazione». Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, affronta il rapporto tra media e mondo del lavoro: «Perché Tv e giornali non raccontano la crisi?».
 

2009, Meeting di Rimini, Precarietà e fischi
«Bisogna fare qualcosa di molto concreto contro la precarietà nel mondo del lavoro. La politica deve favorire la flessibilità funzionale e combattere la precarietà, soprattutto tra i giovani».

«Serve che il nuovo governo faccia politiche giuste. Se non lo farà troverà l’opposizione della Cgil» (e qui piovono i fischi della platea)

2010 Contra Marchionnem
I complimenti
«Marchionne ha avuto un grande coraggio. Ha fatto un’operazione di ripresa della Fiat in una situazione in cui stava precipitando. Ora non chiuda Termini Imersere».

La cacciata
«Cosa sarebbe successo in Germania se un amministratore delegato di un grande gruppo industriale avesse parlato in televisione e non davanti al suo comitato di sorveglianza? In Germania lo avrebbero cacciato»

La gestione del “dissenso”
«La Fiat deve ritirare i licenziamenti e aprire un tavolo per cercare un compromesso o, se questo non è possibile, per discutere almeno di come si gestisce il dissenso” riferendosi al dissenso della Fiom. Da notare l’utilizzo della parola dissenso ’ straordinaria perché ingloba in sé un’evoluzione del concetto di lavoro da parte del sindacato Cgil. 

2010 Meno tasse per tutti (i lavoratori)
Fisco che strozza
«I lavoratori sono strozzati dal fisco, il governo agisca». «Da tempo chiediamo una riduzione delle imposte sul lavoro dipendente e sui pensionati

No condoni
«Ogni 4-5 anni c’è un condono o uno scudo. Come facciamo a rendere credibile la lotta all’evasione e contemporaneamente condonare gli errori fatti? I lavoratori e i pensionati sono quelli che proporzionalmente pagano di più le tasse. Occorre dunque ridurre le imposte sul lavoro e sui redditi da pensione e tassare di più i grandi patrimoni e le rendite finanziarie. Il governo con la crisi finora ha galleggiato invece di effettuare interventi».

L’addio ai sindacati
«Lascio con la speranza che le cose possano cambiare»: era il 16 ottobre 2010, in Piazza San Giovanni a Roma. Il comizio, a una manifestazione delle tute blu della Fiom è l’ultimo da leader della Cgil per Guglielmo Epifani. 

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